Olivo Matto

E per pranzo cane stufato. Sì, ma con quale olio cucinarlo?

Luigi Caricato

E per pranzo cane stufato. Sì, ma con quale olio cucinarlo?

“Per prima cosa uccidere un cane di medie dimensioni, poi bruciargli la pelliccia su un fuoco vivace. Rimuovere attentamente la pelle mentre è ancora tiepida e metterla da parte per dopo (può essere usata per altre ricette). Tagliare la carne a cubetti di due centimentri e mezzo di lato. Far insaporire la carne in una marinata di aceto, pepe, sale e aglio per due ore. Friggere la carne nell’olio in un grosso wok, poi aggiungere la cipolla e l’ananas tagliato a pezzetti e far saltare il tutto finché è tenero. Aggiungere la salsa di pomodoro e l’acqua bollente, il peperone verde, l’alloro e il tabasco. Coprire e lasciare sobbollire su braci calde finché la carne è tenera. Unire un purè di fegato di carne e cuocere per altri 5-7 minuti”.

Siete sufficientemente scioccati? La ricetta è stata provocatoriamente pubblicata all’interno del volume Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?

L’autore, Jonathan Safran Foer, lo ha pubblicato in Italia da Guanda, con la traduzione di Irene Abigail Piccinini. Si tratta di un’opera che merita di essere letta per almeno due ragioni. Intanto perché è scritta bene, da un narratore di talento; e poi perché punta a sensibilizzare le coscienze di chi abitualmente si nutre di carne senza mai pensarci su più di tanto, quando è invece il caso di riflettere.

Segnalo il libro non perché io sia un vegetariano, ma perché ritengo utile confrontarsi con punti di vista solidi, soprattutto quando scaturiti da ragioni sostanziali e impeccabili, che non ha alcun senso ignorare. Ciascuno di noi si comporti poi come meglio creda, in piena libertà. Mettere tuttavia in discussione i propri atteggiamenti quotidiani è segno di grande intelligenza.

L’idea di cibarsi di animali domestici forse irrita e fa ribrezzo, ma serve un po’ a scuotere le coscienze e ridestare quel senso di inconsapevole leggerezza che ci porta in ogni caso a consumare più carne – convenzionalmente accettata – del necessario, in molti casi anche senza motivo.

La ricetta citata – con carne di cane stufata – non è soltanto frutto di una provocazione, ma è un classico piatto filippino nei pranzi di nozze. Consentitemi, vi prego, di astenermi dal consigliarvi l’olio necessario per cucinare un cane. Almeno questo. Leggete piuttosto il libro, e fatemi sapere.

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