
Quest’oggi è tempo di frittura, la mia passione. Come si fa del resto a rinunciarvi? Ormai lo sanno anche i muli: l’unico olio per friggere, il migliore in assoluto, è l’olio extra vergine di oliva. Sono altrettanto adatti gli oli di oliva, e perfino gli oli di sansa di oliva. Io, però, sono solo per l’extra vergine. Rigorosamente per l’extra vergine. E in passato? Cosa accadeva in passato? Anche nel 1549 si utilizzava l’olio buono, quello ovviamente ricavato dalle olive. Almeno, chi poteva permetterselo.
Una ricetta di Cristoforo da Messimburgo
Frittelle magre di pome e di fichi per piatti sei
La ricetta che vi propongo è tratta dal Libro novo nel qual s’insegna a far d’ogni sorte di vivande (Ferrara, 1549):
“Piglia pome monde tagliate minute numero dieci, e libbra una di fichi tagliati minuti; e poi piglia una scutella e mezza di farina bianca, e oncie 2 d’olio buono e oncie 3 di uva passa, e un bicchiero di vino bianco dolce, e un poco di zaffarano, e incorpora bene ogni cosa insieme, giungendoli tanta acqua che detta composizione venga come una colla. E incorporarai bene ogni cosa insieme; e poi averai la patella con olio caldo, e con la gucchiara gli andrai ponendo le tue frittelle, ad una, ad una, dentro. E fritte, per imbandirsi, gli porrai sopra oncie 6 di miele purgato, e oncie 4 di zuccaro sopra il miele; seranno fatte”.
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