A conclusione della prima giornata di lavori, di cui posso sentirmi soddisfatto, il concerto per piano e voce di Alberto Fortis. Nessun’altra parola in più oggi sul blog, se non un grande grazie a coloro che sono venuti numerosi. Le energie sono tutte concentrate sul festival. Sabato 26 si chiude con Gualtiero Marchesi. Poi, a chiusura definitiva della seconda edizione, nell’area spettacoli di Olio Officina, il concerto di musica mongola, ideato ed eseguito con strumenti tradizionali da Paola Marchesi e da Michel Abraham. Insieme hanno dato vita al progetto uRYa, incentrato sul patrimonio musicale dei popoli nomadi dell’Altaï.
«Da diversi anni – spiega Paola Marchesi – insegno violino in varie scuole, cercando di aprire il più possibile gli orizzonti dell’insegnamento classico.
«L’incontro con Michel Abraham, mio compagno nella vita, ha determinato una svolta importante. È insieme a lui che ho trovato una dimensione più libera di fare musica».
Tra i brani in programma: Tatlaga (duo di Morin Khuur),
Tsuur (flauto della Mongolia), Ajan (scacciapensieri e tamburo), Bajan (Morin Khuur, tamburo e agogo), Shaman (tamburo e canto difonico), New Shaman (Morin Khuur e didjridoo).
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui
Commenta la notizia
Devi essere connesso per inviare un commento.