Intanto una precisazione doverosa: la felice espressione di “oleologo“, parola utilizzata per indicare l’esperto dell’olio, è mia. Ho sentito la necessità di coniarla perché era necessario qualificare in modo peculiare un ruolo che è stato incarnato da sempre da una dicitura generica ed evasiva che non rendeva piena giustizia a una professionalità meritevole di ben altre attenzioni.
Non basta dunque dire “esperto d’olio”, “oleologo” è l’accezione più pertinente, perché meno evasiva.
Come esiste d’altra parte l’enologo per il vino, è giusto che vi sia una figura professionale altrettanto specifica anche per chi si occupa di olio di oliva. E’ inconcepibile che un settore in così rapida evoluzione non abbia ancora elaborato una serie di riferimenti lessicali appropriati. Acquisire una cultura di prodotto significa anche questo: saper valorizzare sul piano linguistico la realtà nella quale si opera.
Ma chi è l’oleologo, e qual è in particolare il suo compito?
Tanto per iniziare non è il sommelier dell’olio, come qualcuno in alcuni casi va equivocando. L’oleologo è anche un assaggiatore, certamente, ma è soprattutto colui che contribuisce a “creare” l’olio, a “costruirlo” e “definirlo” in base alle tendenze di gusto del consumatore. Oggi non ci si può più limitare a produrre un generico olio extra vergine di oliva, è necessario puntare a un prodotto d’eccellenza che si differenzi e si caratterizzi in maniera netta rispetto agli altri oli presenti in commercio.
L’oleologo non è tuttavia soltanto un tecnico, è anche un teorico, un conoscitore degli oli di oliva che vede e interpreta in ogni loro possibile sfumatura. Il futuro è nelle mani dell’oleologo. Si spera che le università si attivino in tal senso, con specifici corsi di specializzazione con l’obiettivo di qualificare e definire ufficialmente tale figura professionale.
Per ora ci sono master post laurea, a Perugia e Pisa, ma è opportuno andare oltre, istituendo veri e propri corsi di laurea.
Sarà una strada praticabile? Vedremo. Per ora, a dire il vero, tali master non hanno avuto il grande successo sperato. Il numero dei partecipanti non è poi così alto.
Speriamo allora in tempi migliori. Senza esperti qualificati a rimetterci è il prodotto olio extra vergine di oliva. Tanto per farvi un’idea, pensate al ruolo che hanno esercitato gli enologi per il vino. Pensate a quanto è stato determinante Renzo Cotarella, il padre di vini come il Tignanello, il Cervaro della Sala o il Sassicaia. La stessa determinazione dovrebbe essere trasferita al mondo dell’olio.
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