Olivo Matto

Le patatine di Cracco, il sedere de-erotizzato

Luigi Caricato

E’ uno strano Paese il nostro. Ci sono molti segnali che ci devono far riflettere. Nelle ultime settimane molti hanno espresso un forte senso di disagio, e direi anche non poco stupore, di fronte alla dilagante pubblicità cui lo chef pluristellato Carlo Cracco si è immolato nel nome delle patatine San Carlo. “Com’è possibile? – dicono in tanti, mostrando delusione.

Altro elemento di disagio e discordia. A Milano, una dirigente del Comune ha censurato un sedere in bella mostra nella pubblicità SanFruit Sant’Anna. E’ successo che il Comitato di controllo sulla pubblicità non ha mostrato di gradire tale forma di comunicazione, ritenendola addirittura offensiva della dignità della persona. Nel caso specifico si tratta di una parte del corpo femminile, quello che oggi, per non incorrere in toni sconci, onde evitare di chiamare culo il culo, viene ormai definito lato b.

Cosa sta accadendo all’Italia? Anzi: agli italiani? Perché si resta oggi spiazzati e senza parole di fronte a proposte pubblicitarie che io reputo nella norma, nè scandalose nè dissacranti? Cosa c’è di male se Cracco ha ritenuto opportuno pubblicizzare le patatine San Carlo abbinandole a piatti di alta cucina? E’ un reato pensare di decontestualizzare le cosiddette patatine “industriali” e concepirle all’interno di una preparazione gastronomica più raffinata ed esclusiva? Tali commistioni avvengono comunemente in letteratura, o in altre arti, perché vietarle nell’alta cucina? Oltretutto mi sembra che tutti le patatine, siano esse San Carlo o di altre marche, le abbiamo divorate, pacchetti su pacchetti, e in fondo ancora lo facciamo. Chiamatela pure ipocrisia, ma anche una carenza intellettuale, o forse è solo invidia. Invidia del successo di Cracco. Ma un’invidia stolta, però. Consentitemi di dirlo.

Passiamo all’altra pubblicità, che ha destato anch’essa scandalo. Il Comune di Milano, nella persona di una dirigente e del suo seguito, ha deciso che un sedere decontestualizzato sia da ritenere un abuso, e cosi, mettendo in campo quanto riporta l’articolo 10 di un Codice di autoregolamentazione, la comunicazione commerciale di una nota azienda non rispetta a loro dire “la dignità della persona umana in tutte le sue forme ed espressioni”. Il tutto, dunque, per un innocente sedere, per giunta de-erotizzato, un lato b innocuo, insomma: un innocente culo, o come dir si voglia.

Al Comune di Milano, tra i tanti problemi irrisolti di una città senza più grinta, si soffermano a valutare i sederi delle pubblicità. Siamo messi molto male. Viviamo in una società violenta, dove avviene ormai di tutto, dove in tanti esibiscono arroganza, altro che ingenui sederi, accade di tutto, e ovunque, senza che nessuno intervenga su questioni serie; e, in tutto questo imbarazzo e disagio, c’è ancora gente che si preoccupa se Cracco pubblicizzi le patatine (che poi tutti noi in fondo mangiamo) o per un sedere reo di far immaginare non qualcosa di perverso, ma semplicemente l’immagine di un sedere associabile solo a un corpo in forma e che nutritosi bene, con succhi di frutta, anziché con cibi grassi, ci rendono la vita più divertente e spensierata. L’offesa al corpo delle donne? Sono ben altre le offese che feriscono le donne.

Si, è proprio uno strano Paese, il nostro. Ci sono molti segnali che ci devono far riflettere, prima che il declino ci sommerga da quanto anche un bel sedere va comunque producendo.

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia