Olivo Matto

L’olio è progresso

Luigi Caricato

Il tema della dodicesima edizione di Olio Officina Festival è sul progresso e, di conseguenza, sull’accoglienza di ogni innovazione tecnologica e sapienziale.

Il concetto di partenza è che l’olivo – e quindi l’olio – porti con sé il progresso. Forse oggi a distanza di oltre sei millenni ci appare lapalissiano, ma non era così prevedibile all’alba dei tempi.

È da tener conto del fatto che la prima innovazione tecnologica di grande rilievo, a parte l’invenzione della ruota, sia stata proprio quella rendere l’olivastro, il precursore dell’olivo, una pianta, non più selvatica ma domesticata, così da piegarla a soddisfare le esigenze dell’uomo. Il passaggio da olivastro a olivo è stato decisivo, perché ha dato luogo alla trasformazione dell’iniziale arbusto in un albero.

Ecco, da quando ciò è avvenuto sono trascorsi almeno sei millenni. La domesticazione segna un successo enorme, la vera svolta, perché si inizia a parlare di agronomia: subentra il pensiero che si aggiunge all’esperienza maturata sul campo. Così, anche ora, a distanza di ben sei millenni e più, ci si muove all’insegna della ricerca di sempre nuovi percorsi: si cercano nuove vie che portino a nuovi progressi.

Ecco, in questo senso “l’olio è progresso”. Non è un caso che il mito di Atena segni simbolicamente il passaggio dal disordine alle regole della polis e della convivenza: una comunità di persone si raccoglie per vivere una forma di vita comunitaria con regole ben precise che segnano l’acquisizione di una fondamentale civilizzazione.

Tonando all’oggi, evidenzio solo il tragico paradosso italiano, con tanti olivicoltori che nel nome di un tradizionalismo chiuso in se stesso rifiutano il progresso, non accettando di buon grado una olivicoltura moderna, dimostrando perfino fastidio e ostilità. Ecco a cosa penso. Penso che per tutti sia facile accogliere il progresso una volta che è stato acquisito e accettato da tutti, ma quanti esprimono quella visione di futuro, quell’aspirazione che li porti ad accogliere e accettare il progresso prima che sia tale, prima che tutti capiscano e ne comprendano il valore in prospettiva futura. Ambire al progresso è segno di avere un progetto, una ambizione, una apertura al nuovo, accettando anche il rischio di fallire. Ci vuole coraggio per intravedere e spendersi per il progresso.

Ecco, partiamo da qui: l’olio “è” il segno concreto del “progresso”. Detto così, banalmente, l’olio non si estrae dalle olive da solo. C’è stato l’ingegnoso e formidabile intervento dell’uomo prima che dall’oliva si potesse ricavare l’olio per semplice spremitura.

Questa innovazione è stata decisiva, ma non è più sufficiente, non ci si può accontentare: il progresso deve sempre andare oltre quanto già acquisito.

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