
Ogni volta che si ricomincia, sono tante le emozioni; e così, quest’oggi, giovedi 22 ottobre 2015, abbiamo aperto ufficialmente le prevendite per la quinta edizione di Olio Officina Festival. Per la prima volta, appunto, con largo anticipo sui tempi; e tra l’altro con un sensibile sconto per chi aderisce entro il 30 novembre. SONO APERTE LE ISCRIZIONI: per partecipare è sufficiente CLICCARE QUI. Funziona come pubblicità? Questa è una informazione di carattere promozionale, certo, ma quando ci si impegna nell’organizzare una manifestazione di così grande impatto, qual è Olio Officina Festival, conta molto sensibilizzare intorno a certi grandi eventi. Credetemi, è così. Almeno per me. Perché proprio di un grande evento si tratta. Faticoso, fino all’inversomile: perché si lavora anche fino a 20 ore di seguito al giorno, negli ultimi due mesi. Quando si assiste dall’altra parte, come pubblico, si può essere più o meno appagati, ma dietro a quanto si rende visibile agli occhi di tutti, in quei giorni della manifestazione, c’è un impegno a tutto tondo, che sottrae energie a non finire. Per questo, a voi che mi seguite su Olivo Matto, segnalo questa iniziativa delle prevendite, perché mi sembra quanto mai lodevole, oltre che utile e funzionale, spingere a far parte di questo festival, dando subito l’adesione, e sentirlo in qualche modo come proprio, come espressione di sé. Non so voi, ma io mi sento molto legato a eventi come questo, non perché sia io in prima persona a concepirlo e a organizzarlo. Tutti i grandi happening che hanno una forte connotazione culturale sono da considerarsi patrimonio di tutti, anche perché tutti sono idealmente chiamati a farne parte, anche lo stesso pubblico, manifestando a sua volta l’impegno a diffondere con il passaparola l’iniziativa, trasmettendo la bella novella. Olio Officina Festival è giunto così, anno dopo anno, alla quinta edizione, e come sempre vi sono novità da annunciare: due ve le comunico subito, ma credo le abbiate già notate. La prima novità: il logo rinnovato del festival, più snello ed essenziale. La seconda novità: non compare più la parola food, a designare l’evento, e io ne sono intimamente felice per questa sottrazione – all’inizio non potevo, ma ora che il festival è giunto alla quinta edizione, e che tutti in qualche modo hano capito di cosa si tratti, la parola food è inutile, diventa orpello, non deve più contraddistinguere nulla: si va dunque oltre l’abusata zavorra del food. Non so voi, ma io sono contento.
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