Qualche anno fa – e per l’esattezza sul finire del 2008 – partecipai a “Extra”, un grande evento sull’olio che si svolse a Bari. Ebbi due inviti, uno dei quali partì dallo stilista Giorgio Correggiari, a cui dissi subito sì. Venne a trovarmi a casa, chiacchierammo a lungo, con grande piacere reciproco. Mi presentò un suo progetto personale sull’olio, molto, ma molto innovativo: il “Giardino delle delizie”. Fu straordinario vederlo attuato in Puglia: è stato un getto di salvifica luce che ha saputo perforare le coscienze immobili di chi ha le mani in pasta nell’olio. Ora Giorgio non c’è più. E’ venuto a mancare la settimana scorsa. Io lo saluto con grande affetto.
Giorgio è stata una bella presenza. Un uomo che puntava molto sulle idee, capace di guardare al futuro con sguardo lucido e sincero. Mi ha impressionato la sua grande inventiva nell’organizzare un evento legato all’olio. Lo ha fatto in maniera egregia, pensando all’olio come cibo e condimento per la mente, come da lungo tempo faccio anch’io. Avevamo una consonanza di vedute, un linguaggio comune, capace di scavare nelle cose vedendoci ciò che altri non riusciranno mai a vedere. Peccato non ci sia più: avevo pensato proprio a lui e già lo immaginavo ospite importante alla prima edizione di Olio Officina Food Festival, in programma per il prossimo anno a Milano.
“L’olio – diceva – separa e rivela concretamente ai sensi l’immaterialità che sovrintende al gusto, quel suo essere aereo proprio come l’estasi dell’ascolto che la musica lancia contro i corpi durante un grande concerto.
Ben oltre il quotidiano e salutare ripetersi di questo rito effimero che è il condire i nostri piatti, l’olio è una straordinaria metafora di cosa, in periodi di emergenze come questi che stiamo vivendo, dovrebbe diventare la vita”.
Correggiari, professore di design, è stato tra l’altro maestro della coppia Dolce & Gabbana.
E’ scomparso vittima di una malattia che lo ha sottratto all’età di soli 68 anni. Era nato a Pieve di Cento. Nel 1990 aveva abbandonato il mondo della sfilate in stridente polemica con una moda brutalmente trasformata in sola finanza e che ha accantonato senza tanti scrupoli ricerca e creatività.
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