« Edizione straordinaria! Extra-straordinaria! Il mondo è ammalato! Oooooh, sveglia! Il mondo è ammalato! Ma per colpa di chi? Di chi? Di chicchichirichì!? ».
Ricordate la canzone di Zucchero Fornaciari? Per colpa di chi chi chi, chicchichirichì. Mi è venuta in mente quando ho letto la nota di Monica Sommacampagna (QUI) riguardo a quanto si è riferito a Olio Officina Food Festival 2014, a proposito di olio e ristorazione. Ebbene, se ne fa un gran parlare, puntando con troppa leggerezza il dito contro qualcuno (la categoria dei ristoratori, senza per questo risparmiare gli chef). Il fatto, tuttavia, è che è troppo facile lanciare accuse senza opportunamente riflettere sulle reali colpe. Il lavoro con i ristoratori, per valorizzare gli oli da olive, non è stato mai fatto in maniera seria. Ci sono grandi responsabilità, da parte sia dei produttori (i quali hanno pensato solo a “piazzare” l’olio, senza far altro) sia dei ristoratori (i quali invece hanno pensato solo a non spendere, o a spendere il minimo possibile). Così, alla fine, ad andarci di mezzo è stato solo l’olio (e non solo: perché non parlare anche degli aceti, per esempio?). Ciò che è mancato, in tutti questi anni, è l’approccio culturale. Ed è ciò che ancora oggi è assente (direi quasi del tutto) dagli obiettivi degli uni e degli altri. C’è ancora molta strada da fare. Siamo per molti versi agli inizi, ma si inizia piuttosto male, con troppi luoghi comuni e pregiudizi ancora da superare
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