
Coloro che si stracciano le vesti, e sono del mestiere, lamentandosi, o sono ignoranti o in malafede. L’Italia ha necessità di importare olio da olive dall’estero perché non autosufficiente. Ne consumiamo circa 600 mila tonnellate, ne esportiamo circa 400 mila, di conseguenza il nostro fabbisogno annuo è di un milione di tonnellate. Non abbiamo il coraggio di ammettere che stiamo arretrando, non piantando più nuovi olivi: produciamo solo tra le 300 e le 350 mila tonnellate d’olio. Importarlo dalla Tunisia senza dazio o da altri luoghi non cambia nulla. Oltretutto il prezzo dell’olio tunisino è anche più alto di quello spagnolo. A doversi lamentare semmai dovrebbero essere gli spagnoli o i greci, da cui noi acquistiamo grandi quantitativi. Per ciò che concerne la qualità nutrizionale, sensoriale e anche igienico-sanitaria, in Tunisia garantiscono prodotti di qualità certa. L’Italia dovrebbe interrogarsi sulle proprie responsabilità nell’aver abbandonato da almeno tre decenni la propria olivicoltura e nell’aver abusato di tanti finanziamenti destinati al comparto ma dirottati altrove. La Spagna, tanto per intenderci, anziché disperdere i fondi comunitari ricevuti a pioggia anche dall’Italia negli anni passati, ha messo a frutto tanto danaro pubblico realizzando investimenti notevoli e con risultati di alto profilo.
Oliveto ad Hammamet. La foto è di Luigi Caricato
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui
Commenta la notizia
Devi essere connesso per inviare un commento.