Olivo Matto

Sorpresa, esistono anche gli olivicoltori monoalbero

Luigi Caricato

Sorpresa, esistono anche gli olivicoltori monoalbero

Qualche settimana fa sono stato ospite in Trentino, e ho percorso l’area gardesana, quella che rientra nella Dop Garda e che si presenta con oli extra vergini di oliva impareggiabili, per lo più da olive Casaliva. Visitando le campagne, ho notato la cura estrema riservata agli olivi. Poi, a un certo punto, mi sono imbattuto in tanti alberi contrassegnati da diverse lettere dell’alfabeto. Di cosa si tratta? Ma di alberi di olivo che a volte appartengono addirittura a una sola persona. Sono alberi curati come fossero figli.

Ero in compagnia di un giovane produttore, Stefano Bonamico, che ha un extra vergine a marchio Garda Dop “Toniolli”, un monocultivar Casaliva alquanto piacevole, erbaceo nei profumi, con toni vegetali di carciofo e richiami alla mela, elegante al palato, fulido, con una piacevole e armonica punta piccante in chiusura.

La sera andai a Trento, nelle sale di Palazzo Roccabruna, dove ho tenuto una lezione sugli oli e dove si svolgono anche delle belle mostre, con tanto di cataloghi documentativi. Preziosissima è stata l’attenzione che mi hanno riservato Maria Grazia Brugnara e Paolo Milani, anime pulsanti di quanto viene organizzato, in termini di formazione culturale, sotto l’insegna dell’Accademia d’Impresa, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Trento.

A pensarci oggi, sono profondamente emozionato nel rivedere le foto di quella visita agli oliveti. Alcuni hanno aziende piccole o di media dimensioni, altri hanno solo pochi alberi, demaniali, a disposizione; e c’è perfino chi ne possiede solo uno. E’ spettacolare. E’ emozionante vedere la varietà di espressioni della nostra olivicoltura, dall’olivicoltore monoalbero, che produce per autoconsumo, aproduttore che imbottiglia e vende l’extra vergine con il bollino della denominazione di origine protetta.

Questi esempi sono da incorniciare, perché sono la viva testimonianza di come vi sia una pluralità di voci da sostenere e incoraggiare in tutti i modi, senza che nessuna di queste espressioni agricole si contrapponga alle altre. Me lo auguro di cuore, perché se a Trento ho potuto sperimentare la capacità di fare promozione con successo, potrebbe anche verificarsi il miracolo di vedere tre regioni (Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige) e quattro province (Brescia, Mantova, Verona e Trento), unirsi insieme per promuovere l’olio extra vergine di oliva del Garda attraverso un’unica voce.

In fondo, si tratta dell’unico olio Dop in Italia che comprende tante differenti identità unite da un denominatore comune: il lago. Se ciò accadesse, sarebbe un vero miracolo per l’Italia.

Il campanilismo – lo dirò fino alla fine dei miei giorni – non serve a nulla, non aiuta.

Il territorio vince solo quando è unito. In questo caso a unire è il lago, il lago di Garda. E le persone hanno un ruolo determinante. E chissà se un giorno riuscirò a degustare l’olio – basta solo un cucchiao, non di più – prodotto da uno dei tanti olivicoltori monoalbero.

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