Olivo Matto

Speranze non ce ne sono più

Luigi Caricato

Speranze per il sud non ce ne sono più. Continua a vincere lo stile di vita improntato sull’assistenza perenne, sull’essere mantenuti dallo Stato senza cercare di lavorare o fingendo di lavorare in un ente pubblico, o facendo carte false per guadagnare una falsa pensione di invalidità, o arruolandosi nella criminalità per sentirsi qualcuno. Insomma, è un popolo bifronte. Da una parte il sud creativo e lavoratore che emigra al nord o all’estero, per apportare ricchezza altrove, e poi quelli che ancora resistono al sud, rimanendoci e lavorando sodo, per pagare il reddito di cittadinanza ai fannulloni che preferiscono vivere senza sprecare energie; dall’altra quelli che cercano il sussidio, quanto basta per vivere.

Ciò che caratterizza il meridione, quasi una maledizione perpetua, è affidarsi a chiunque, purché si vivacchi alle spalle degli altri. Dalle promesse della vecchia DC alle promesse dei 5 Stelle non è cambiato nulla, resta il solito meridione che vuol restare eterna palla al piede del Paese, terra di conquista per chi voglia incamerare voti offrendo in cambio la speranza di una vita tranquilla e oziosa, senza far nulla, con il risultato che le migliori risorse fuggono altrove lasciando definitivamente sprofondare il sud, che è poi là dove sono nato, tanto per intenderci, in quella terra senza speranze da dove nel 1984 sono andato via. Ma nemmeno l’Italia, alla luce dei risultati elettorali, in coscienza, sta tanto meglio. Più che la classe politica, è il popolo italiano che sta peggio dei propri rappresentanti. Un Paese vocato alla mediocrità, insomma.

Tutto ciò, beninteso, lo si scrive senza alcun risentimento politico, per via dei risultati elettorali, ma per una valutazione che si spera porti a una condivisione da parte del lettore.

Alla luce di tutto ciò, si comprende anche molto bene come l’olivicoltura italiana, e indirettamente il comparto oleario, risentano della vocazione tutta italiana a vivere di sussidi e finanziamenti pubblici, senza mai investire in proprio, assumendosi un rischio di impresa concreto, senza tanti paracadute. Potrei sbagliarmi, in questa mia analisi, certo, ma questa, credetemi in tutta franchezza, è la mia sensazione.

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