Olivo Matto

Un’impresa con “responsabilità politica”. Per salvare l’olivicoltura

Luigi Caricato

Un’impresa con “responsabilità politica”. Per salvare l’olivicoltura

Olivi di Liguria. Foto di Luigi Caricato

E’ sempre disarmante sentire al telefono Giuseppe Stagnitto. Mi tiene al corrente di tutto e non c’è nulla che io non sappia dell’avventura intrapresa con TreeDream. Mi comunica tutte le emozioni, i successi come le difficoltà. Insieme con Flavio Lenardon ha intrapreso una strada a ostacoli, impervia ma stimolante, sempre a contatto con i contadini, con Rino Pellegrino, olivicoltore e frantoiano, quale capofila. E’ un impeto collettivo, quello delineato dal progetto TreeDream, che si muove all’insegna della celebrazione quotidiana degli oli d’alta quota. Ogni slancio da parte di ciascun olivicoltore ligure, coltivatore d’alta collina o montagna, segna un punto a favore dell’utopia. Non è facile, ma, si sa, ogni desiderio si realizza, se solo lo si vuole. Da soli però è quasi impossibile. Si sogna, e talvolta, o il più delle volte, i sogni si avvverano. A condizione che ci sia una adesione corale che coinvolga il maggior numero di persone. Sta qui la grande sfida. Puntare a un’impresa non più soltanto capace di farsi carico della collettività, con una responsabilità sociale, ma andare oltre, portando avanti – come si desume dalla lettera programmatica che ho pubblicato nei mesi scorsi proprio su “Olio Officina” – una nuova concezione imprenditoriale con “responsabilità politica”. Stagnitto, che è professore all’Università di Pavia, cita con grande intuito Victor Hugo: “Nulla è più potente di un’idea i cui tempi siano ormai maturi”.

Quando ricevo le sue telefonate mattutine in orari per me proibitivi, Stagnitto con voce squillante mi sveglia esprimendo concetti potenti che, per chi non carbura subito alle prime ore del giorno, è un po’ come sedersi a tavola per pranzare anziché far colazione. Le idee sono nitide e si aprono a molteplici riflessioni. Il territorio prima di tutto, ma senza gli insignificanti slogan del Km zero. Il territorio prende corpo e vita a partire dal genius loci, là dove si opera, risvegliando le energie delle persone che vi abitano e vi lavorano, in modo che ciascuno riscopra il senso della “comunità”.

“Un’Impresa – sostiene Stagnitto – deve agire risvegliando la coscienza di identità proprio nel territorio in cui si opera”. Così, per rafforzare il suo pensiero non rinuncia a esempi e analogie: “invece di impegnarsi affinché ciascuno abbia il proprio pesce, e magari lo abbia con certe caratteristiche, il fine cui si ambisce è che ciascuno riprenda finalmente e orgogliosamente a pescare per proprio conto”.

Non è questo allora un invito ad agire con “responsabilità politica”, prima ancora che con “responsabilità sociale”?

Stagnitto si lancia in un ragionamento che merita di essere condiviso: “una cosa è operare per il peace keeping (impegnandosi, pur meritatamente, a mantenere una situazione di assenza di conflitti in luoghi tormentati) altra cosa è operare per il peace building, con il fine di risvegliare nella gente che abita e vive il territorio una coscienza di autonomia”.

Come potete notare, Stagnitto quando si lancia nelle sue teorie non risparmia di dispensare utili provocazioni.

LETTERA DI GIUSEPPE STAGNITTO A LUIGI CARICATO

Gentile Direttore Luigi Caricato,

poiché la nostra iniziativa di far rinascere l’olivicoltura di montagna del ponente ligure è giunta ad un punto di svolta, desidero aggiornarLa, ringraziandoLa della simpatia con la quale ci ha sempre seguiti (vedi, ad esempio, l’articolo su Olio Officina “Guardare gli olivi d’alta quota con occhi nuovi”, che rimanda anche ai video dell’intervento di TreeDream a Olio Officina Food Festival 2013).

INDICE DELLA LETTERA

1. La rinascita dell’olivicoltura ligure d’alta quota

2. Dimentichiamo il passato: serve la collaborazione di tutti

3. Eccellenza oggettiva del taggiasco d’alta quota

4. Una Comunità sta risorgendo

5. Guardare gli olivi d’alta quota con occhi nuovi

6. L’incontro con l’Assessore Regionale Dott. Barbagallo

7. Con TreeDream “il cerchio può chiudersi” anche in montagna

8. E’ l’amicizia il fondamento della nostra Comunità

9. “Soli i sogni hanno il potere di cambiare le cose”

TreeDream ospite di Olio Officina Food Festival 2013

1. La rinascita dell’olivicoltura ligure d’alta quota

Come Lei e molti dei Suoi lettori ben sanno, alcuni contadini olivicoltori della montagna del ponente ligure coltivano ancora, con caparbia ostinazione, oliveti in zone totalmente inaccessibili ai mezzi agricoli che si usano in valle o in pianura.

Il motivo che li spinge a questa scelta, decisamente contro corrente, è un fatto oggettivo: l’olio che si ottiene da queste olive minuscole prodotte da piante che crescono in condizioni estreme, spesso ai confini del bosco, ha caratteristiche tali da differenziarlo dall’olio taggiasco, già eccellente, che si trae dagli oliveti più facilmente coltivati.

Oliveti d’alta quota nel ponente ligure

Fino alla pubblicazione del Suo libro Extravergini d’alta quota (Terre di Sole, 2005) nessuno aveva però intrapreso “efficacemente” la via della comunicazione dell’eccellenza oggettiva del taggiasco d’alta quota e della sua unicità su scala mondiale.

In altre parole, nessuno aveva efficacemente differenziato questo olio d’alta quota.

2. Dimentichiamo il passato: serve la collaborazione di tutti

L’amore della verità porta alla seguente riflessione: qualsiasi iniziativa che, pur specificando la provenienza geografica dell’olio extravergine ligure o la particolare cultivar delle olive utilizzate, non abbia differenziato l’olio ottenuto in zone ove la produzione è molto più costosa, non ha contrastato l’abbandono di quelle stesse zone, cioè il degrado territoriale delle nostre montagne.

TreeDream(il movimento culturale che vuol fare rinascere l’olivicoltura d’alta quota, vedi www.treedream.it) non è però intenzionato a cercare eventuali responsabili; anzi – una volta fatta la doverosa chiarezza sul punto – è alla ricerca della cordiale collaborazione di tutti, nello sforzo comune di proteggere per davvero l’olivicoltura dell’intera Regione.

A tal fine, oggi, non si può più tacere sulla specificità dell’olio ottenuto dalle olive prodotte a maggior quota.

In sintesi, TreeDream lotta per tutelare unicamente quella parte del territorio ligure che iniziative precedenti (pubbliche o private) non son riuscite a salvaguardare: gli oliveti terrazzati della montagna di ponente.

3. Eccellenza oggettiva del taggiasco d’alta quota

Tesori della Costa, l’azienda fondata da Flavio Lenardon con il fine – dichiarato nell’atto notarile – di “valorizzare la tradizione alimentare della costa ligure nel rispetto dell’identità territoriale”, ha chiesto al Prof. Paolo Quadrelli, docente di Chimica Organica dell’Università di Pavia un’analisi ad alto livello del taggiasco d’alta quota, al fine di caratterizzarlo nel modo più oggettivo: tecniche sofisticate di fisica nucleare hanno confermato gli elementi distintivi del taggiasco d’alta quota, dando ragione della fatica e dei costi della coltivazione in condizioni così difficili (vedi articolo “L’olio entra in università”).

La qualità organolettica specifica del taggiasco d’alta quota è stata riconosciuta da Giuseppe Vaccarini, Presidente dell’Associazione della Sommellerie Italiana che ha scritto: “l’olio ottenuto da olive taggiasche d’alta quota non può essere comunemente chiamato taggiasco” (ASPI NEWSLETTER, Dicembre 2011, Numero 2, Pag. 3)

L’extravergine d’alta quota, recensito da Vaccarini e da altri esperti (vedi articolo “In alta quota l’olio prende il nome di Taggialto”), – era stato prodotto, in piccola quantità, con il marchio Taggialto.

Al marchio Taggialto, nome inventato da Flavio Lenardon, è stato subito attribuito un notevole valore connotativo di brand commercialmente vincente (vedi, ad esempio l’articolo “Comunicare l’olio in maniera nuova ed efficace”).

Tuttavia, per scelta pubblicamente comunicata (vedi il video “Contro le (solite) regole del marketing”), Tesori della Costa non ha voluto accedere ai normali canali distributivi, destando una certa meraviglia negli esperti di marketing (vedi, ad esempio il video “La visione è un futuro che tu vedi già presente”).

I motivi di questa insolita scelta saranno meglio chiariti procedendo nella lettura di questa lettera.

4. Una Comunità sta risorgendo

Riprendo il tema principale: come detto, olivicoltori e piccoli frantoiani nella montagna del ponente ligure sono oppressi da un sistema che vanifica i loro sforzi, perché non prevede alcuna differenziazione dell’olio ottenuto con olive d’alta quota, rispetto ad altri oli prodotti con costi inferiori.

Il merito principale di Flavio Lenardon è stato innanzitutto (innanzi tutto) quello di risvegliare in questi contadini l’orgoglio della loro millenaria tradizione.

In un libretto del 1949 (Fini e fine della politica) Adriano Olivetti scriveva:

(…) il fine di una politica è lo stabilirsi di una civiltà cristiana.

L’idea fondamentale della nostra società è di creare un comune interesse morale e materiale tra gli uomini che svolgono la loro vita sociale ed economica nello spazio di una Comunità. (…)

Cos’è dunque la nostra Comunità?

E’ il luogo d’incontro del tuo prossimo. (…)

Tra la famiglia e la patria c’è un vuoto, un vuoto che deve essere richiamato alla vita.

E’ quello di una piccola patria intorno alla città natale, lo spazio vitale dove si esprime la nostra vita sociale, la natura che ci è intorno, monti, colline, campagna.

Questa, l’abbiamo già descritta, è la nostra Comunità.

A costo di ripetere alcuni concetti, credo necessario insistere sulla finezza dell’originale impostazione metodologica di Flavio Lenardon, di cui – quale suo primo collaboratore – sono stato, durante gli incontri di TreeDream, privilegiato testimone oculare.

Immagini di alcuni incontri del Direttivo di TreeDream

Una spietata logica produttiva aveva infatti praticamente cancellato il significato di ogni differenza “culturale”, nel duplice senso di cultura di olivi e di cultura di uomini; la mortificazione della cosiddetta “biodiversità”, aveva fatto quasi dimenticare il senso stesso dei terrazzamenti a quelle alte quote.

La logica produttiva infatti diceva: poiché la coltivazione degli oliveti ad una certa quota non è suscettibile di meccanizzazione, essi sono oggettivamente destinati a morire, quasi un sacrificio da accettare in nome dell’inevitabile progresso.

5. Guardare gli olivi d’alta quota con occhi nuovi

Invece qualcuno ha avuto l’innocenza di “guardare questi olivi con occhi nuovi”, quasi trasalendo al pensiero dello sforzo immane durato un millennio per rendere coltivabili le impervie montagne: sono proprio le condizioni di stress in cui questi alberi magnifici fruttificano, a rendere le minuscole olive capaci di produrre un olio extravergine, che si imporrà – secondo il nostro obiettivo – per la sua unicità su scala mondiale.

Con paziente perseveranza Flavio Lenardon, nelle serali riunioni di TreeDream, ha svolto dunque un’attività quasi “filologica”, perché per prima cosa si doveva ricostruire il “significato” delle nostre stesse parole (vedi l’articolo “Il contadino ama la sua terra”).

Infatti la cultura contemporanea, fondata prevalentemente sulle immagini (come rilevato con lucida chiarezza da Giovanni Sartori nell’attualissimo saggio Homo Videns), ha così impigrito la nostra mente che una cultura trasmessa oralmente per mille anni sembra abbia oggi quasi perso del tutto il suo valore.

Il ripristino del primato dell’oralità è stato il primo passo del nostro movimento culturale: tra gli aderenti di TreeDream la “parola vale”, e Lei, caro Direttore ha colto per primo la portata rivoluzionaria di questa impostazione (vedi l’articolo “La mia parola vale”).

6. L’incontro con l’Assessore Regionale Dott. Barbagallo

Così, per la prima volta “a memoria d’uomo” – come è stato da essi stesso riconosciuto – i contadini della montagna ligure hanno cominciato a riunirsi, a confrontarsi, a riconoscersi come “comunità”, con un patrimonio collettivo di valori, di ideali e di speranze.

Non è questo “risveglio della coscienza di identità”, un’operazione di alto valore politico?

Lo è certamente, ed infatti la massima autorità regionale in materia di agricoltura, l’Assessore Regionale Dott. Giovanni Barbagallo ha voluto essere presente ad una riunione di TreeDream, in Aurigo (e Lei, gentile Direttore ha subito voluto rendere pubblica la notizia dando all’articolo un titolo di grande impatto: “Contadini nell’animo”).

Noi di TreeDream consideriamo essenziale il confronto ed il dialogo con le pubbliche istituzioni: anche in precedenza, infatti, avevamo indirizzato una lettera aperta al Presidente della Regione Liguria Ing. Claudio Burlando, da Lei pubblicata il 28 settembre 2012.

15 aprile 2013: Riunione di TreeDream in presenza dell’Assessore Regionale all’Agricoltura

7. Con TreeDream “il cerchio può chiudersi” anche in montagna

Durante la serata il Dott. Giovanni Barbagallo ha spiegato i punti essenziali del suo disegno di legge per il rilancio dell’agricoltura e la salvaguardia del territorio.

Questo disegno di legge – che ha ricevuto elogi dalla stampa nazionale – rappresenta un progetto in cui, come il dott. Barbagallo ci ha orgogliosamente detto – “il cerchio si chiude”.

Ed in effetti, sulla quasi totalità del territorio rurale ligure, il cerchio potrà certamente chiudersi, in quanto viene stabilita una precisa responsabilità nella gestione del territorio rurale: le terre di chi non vuole o non può coltivarle sono trasferite a chi invece vuole e può farlo, favorendo inoltre l’accorpamento dei fondi, spesso di piccolissime dimensioni.

Durante la discussione i contadini hanno osservato che, nel loro piccolo territorio montano, l’accorpamento dei fondi porterebbe a vantaggi meno significativi perché l’olivicoltura montana non ha mai permesso e non permette alcuna meccanizzazione.

L’auspicato “recupero dell’originaria vocazione produttiva agricola” nella zona dell’olivicoltura montana è indissolubilmente legato ad un’efficace comunicazione dell’unicità dell’olio che vi si ottiene. Solo un “efficace comunicazione” renderà infatti ragionevole chiedere di pagare, per il taggiasco d’alta quota, il giusto prezzo commisurato all’eccellenza oggettiva del prodotto, alla sua unicità e rarità su scala mondiale.

Flavio Lenardon ha commentato che, nel lodevole disegno di legge dell’Assessore Barbagallo, il cerchio non può ancora chiudersi nella zona degli oliveti montani perché attualmente la produzione non riesce a ripagare il costo: l’iniziativa di TreeDream potrebbe invece “chiudere il cerchio”, perché fornirà il motivo economico per salvare anche i terrazzi d’alta quota.

Il primo segno del “risveglio della loro coscienza d’identità” è proprio la determinazione che sta guidando contadini e frantoiani ad affermare e comunicare l’eccellenza oggettiva del taggiasco d’alta quota.

8. E’ l’amicizia il fondamento della nostra Comunità

Adriano Olivetti (vedi Società Stato Comunità, 1952) amava richiamare le pagine “felicissime” in cui Aristotele e Tommaso d’Aquino riconoscevano “oltre all’uguaglianza anche alla giustizia e all’amicizia civile di essere i fondamenti essenziali della comunità umana”.

Come sottolineava Jacques Maritain (in Cristianesimo e Democrazia, 1950) è “l’amicizia la forza animatrice della società … giustizia e diritto non bastano …”

Come in ogni vera amicizia i rapporti tra i contadini (tra quelli veri e chi si sente “contadino nell’animo”, secondo la Sua felice espressione, gentile Direttore) devono essere fondati sulla giustizia.

L’amicizia, scriveva infatti Simone Weil, è il rapporto umano fondato sulla perfetta giustizia: in effetti possiamo certamente voler ancora bene a chi ci fa un torto e non si ravvede, ma non lo considereremo più nostro vero “amico”.

Ricostruzione (filmata) di un tratto di muro e salvataggio di un olivo

Chi conosce questa nostra avventura si stupisce del nostro sempreverde entusiasmo. Personalmente, gentile Direttore, credo che la stima, il rispetto, la gratitudine con cui vedo sempre più accolto il nostro Presidente Flavio Lenardon sono compensi immateriali il cui valore trascende ogni altra considerazione.

9. “Solo i sogni hanno il potere di cambiare le cose”

Uno dei molti commenti alla nostra lettera aperta al Presidente della Regione Liguria ci ha colpito particolarmente perché esprime il nostro stesso stupore, di fronte al miracolo di una Comunità che sta risorgendo, che “rialza la fronte”, perché finalmente sta diventando consapevole della propria tradizione millenaria.

… alle volte nei viaggi in treno, o in macchina,

guardando distrattamente fuori dal finestrino

scorgo improvvisamente qualche imponente albero

in mezzo al nulla delle radure,

come monumenti in qualche piazza.

Ecco come mi è apparso TreeDream:

un gigantesco albero che spunta improvvisamente.

Flavio Lenardon raccoglie un’eredità culturale

che andrebbe irrimediabilmente persa

ed indica la strada

di un sogno concretamente realizzabile

attraverso la passione di mani che sappiano

coniugare insieme i verbi capire e amare ciò che si fa.

Paola, 10 ottobre 2012 alle 09:08

Noi che collaboriamo con Flavio Lenardon ammiriamo la potenza della sua visione, la determinazione con la quale ha sempre sconfitto ogni nostro scetticismo. Ne ammiriamo anche l’umiltà. Egli non si attribuisce alcun merito, considerando sé stesso solo uno “strumento”, un “tramite”:

“Con l’aiuto di Rino, di Ezio e di tutti gli altri contadini olivicoltori riusciremo a far capire al mondo il messaggio che TreeDream sta portando avanti. Io sono solo un tramite. Il merito va a loro che hanno continuato a portare avanti, con sacrificio, forza e determinazione – proteggendolo perché non si spegnesse per sempre – questo lumicino che è l’olivicoltura d’alta quota”.

Flavio Lenardon – Incontro di TreeDream del 9 luglio 2012

E’ sufficiente ascoltare Flavio Lenardon pochi minuti per capire che egli non pensa mai in termini di vantaggi immediati e materiali, perché ha a cuore il bene della Comunità che intorno a lui si è ritrovata.

Mentre lo sentiamo parlare di olio e di olive, quasi inavvertitamente, qualcosa cambia in noi che lo ascoltiamo: è come se ritornasse la voglia di lavorare perché ognuno riscopre il valore della propria libera scelta, quasi sentisse il dovere di ritornare padrone del proprio destino.

Infatti, prima di ogni altra cosa, egli vuole che condividiamo il suo “sogno” (“solo i sogni – egli dice – hanno il potere di cambiare le cose”).

Borgomaro, 22 maggio 2013

Giuseppe Stagnitto

Segretario di TreeDream

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