“Vecchia puttana”. In questo modo barbaro e miserevole il fondatore dei 5 Stelle Beppe Grillo offese alcuni anni fa, ed esattamente nel 2001, la scienziata Rita Levi Montalcini. Non contento, per rincarare la dose disse pure che il Premio Nobel le fu assegnato non per meriti scientifici ma solo perché era stato “comprato” dalle aziende farmaceutiche.
La Levi Montalcini querelò Grillo per diffamazione e quest’ultimo fu costretto a patteggiare la somma di 4 mila euro. Il cinismo e l’arroganza di Grillo sono di fatto l’elemento costitutivo e fondante dei 5 Stelle, tutti lo sanno e non c’è nulla di cui stupirsi se in tanti hanno nel frattempo votato il movimento.
Il tessuto sociale italiano è cambiato, si è imbarbarito in maniera estrema. L’avvento del populismo ha degradato una moltitudine di persone, anche quelle che apparivano più pacifiche, almeno in apparenza. Si è creato un clima di odio e disprezzo. Si è diventati cattivi e cinici.
A poco è servito gridare “onestà onestà”, invocando il cambiamento. Tutto è partito dal vaffa day e con queste premesse non ci si può aspettare nulla di diverso da quanto è accaduto nel corso dei vari mesi in questo Paese alla deriva.
I 5 Stelle hanno dato spazio, rilievo e potere a un uso distorto dei simboli, come nel caso di Salvini con il crocifisso del rosario esibito come arma contundente, preceduto dall’infelice slogan “prima gli italiani”. Tutto questo, e altro, ci ha sottratto dignità di popolo e ogni briciolo di umanità. Siamo diventati barbari, siamo diventati un popolo che può solo vergognarsi di dirsi italiano.
Ora, dopo tanti mesi di sofferenza e inutili tensioni, dopo l’incapacità di governare da parte di incompetenti allo sbaraglio eletti solo nel nome dell’odio e della logica del “vaffa day”, ora che ci siamo tutti impoveriti umanamente, culturalmente, economicamente, ora che dopo tanti mesi in cui si è seminato solo odio, il governo ha terminato il proprio mandato, ora è il tempo di voltare pagina.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo ha dichiarato in maniera eloquente: «Questo governo si arresta qui». E ora ci si aspetta solo di non cadere ancora una volta nelle maglie di soggetti istituzionali che non meritano la benché minima considerazione e che pure, per una irrazionale scelta democratica, hanno affollato i due rami del parlamento e occupato spazi in ogni luogo di potere: con arroganza, con grettezza.
Non scendo nelle miserie della politica, perché questo editoriale non si schiera contro Lega e 5 Stelle, movimenti che hanno pieno diritto di agire nello scenario democratico, ma sicuramente il contesto in cui abbiamo vissuto questi mesi assurdi e grotteschi ci fanno esprimere tutto lo sdegno per quella miserevole cultura dell’odio che è scaturita proprio a partire dal pessimo maestro che è stato ed è Beppe Grillo, con quel suo indegno “Vecchia puttana”, indebitamente urlato contro una scienziata di chiara fama e una persona per bene qual è stata Rita Levi Montalcini, ha sporcato un intero Paese.
Se qualcuno tra voi ha la giusta sensibilità, avrà pure notato, molto chiaramente, come questo grillismo si sia propagato perfino in agricoltura, tra i rappresentanti di alcune organizzazioni sindacali, compiendo disastri irreparabili. Ecco allora il mio unico desiderio: che questa onda malevola di populismo e sovranismo finisca qui, cosi come ha pronunciato l’ex premier Conte – «questo governo si arresta qui» – nella speranza di trovare finalmente una via di uscita da una barbarie iniziata con Grillo, con quel suo infamante “Vecchia puttana”, e che si è estesa in altre formulazioni non meno indegne, attraverso gli ironici “Bacioni” di Salvini.
Forse è proprio giunta l’ora di fare una serie riflessione sul futuro e su chi siamo diventati nel frattempo. Così, per non degradarci ancora, per non imbarbarirci più di quanto abbiamo già manifestato finora.
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