Olivo Matto

Venduto all’industria

Luigi Caricato

Uno tra gli errori più frequenti in cui incappano coloro che si ritengono certi di avere assolutamente ragione, è di schierarsi. Di solito ci si schiera da una parte per contrapporsi, quale ovvia conseguenza, alla parte opposta. Di solito è così, ma non sempre.

Non sempre perché esistono pure quelli che molto opportunisticamente non si schierano affatto ma non per questo non manifestano segretamente di essere ora con gli uni, ora con gli altri, senza tuttavia mai farlo trapelare agli uni e agli altri, nè mai, tanto meno, dichiarandolo apertamente in pubblico. E’, insomma, la via comoda e indolore di chi, da autentico “paraculo” – termine sicuramente volgare ma alquanto esemplificativo ed efficace, ne ricava un puro vantaggio sempre e in qualsiasi situazione.

Poi ci sono coloro che si schierano per una propria intima necessità, in quanto abituati ad avere un punto di riferimento e sempre qualcuno, o “il” gruppo di appartenenza stesso, che li tuteli, che li faccia sentire “famiglia”. E’ un atteggiamento frequente, e anche comprensibile, poiché non tutti hanno la tempra necessaria per essere degli outsider. Il coraggio della libertà e dell’indipendenza o ce l’hai o non ce l’hai.

Chi si schiera da una parte o dall’altra lo fa espressamente perché si sente necessitato a farlo e non potrebbe far diversamente. Agisce per dar seguito alla propria intrinseca natura di militante.

Ebbene, in tutto ciò io non milito. Non faccio parte di alcun gruppo nè consorteria. Sono fuori da tutto e da tutti come pochi altri in circolazione: sono un indipendente. Succede.

Ora, non sto a giudicare chi non riesce a fare a meno di schierarsi. Ognuno ha la propria personalità e si comporta come ritiene più opportuno. Non è grave essere di parte, purché si sia onesti verso se stessi e verso gli avversari (se non addirittura verso i propri “nemici” – giacché taluni dichiarano di avere nemici). Quando si è onesti e si rispetta sempre la verità delle cose, senza mai alterarla a proprio vantaggio, allora vi dico che è anche onorevole e dignitoso essere di parte.

Un errore frequente consiste purtroppo nel ritenere tutti di parte, quando non è così, visto che esistono per davvero persone indipendenti, libere e non equivoche.

A partire da qualche tempo sono oggetto di calunniose accuse. Accuse velate e allusive, quando non addirittura ingiuriose. La più gettonata: “venduto all’industria”. Se ci fate caso, l’espressione è tra le più infamanti che i miei detrattori utilizzano come arma apparentemente innocua. Infatti, per essere più esatti, non mi si accusa di essere “di parte”, quindi organico all’industria, dal momento che non lo sono, ma di essere un “venduto” all’industria, con ciò offendendo me e l’altra parte, insomma il peggio che si possa essere: venduti.

Ora, un outsider come me lascia correre, almeno fin dove il confine tra la mediocrità di chi lancia calunnie e la legalità non venga varcato oltre misura. Dare spazio ai mediocri è il miglior atteggiamento da adottare, in simili casi. E’ in particolare dal gennaio 2011 che mi si muovono ingiurie. Si conoscono anche i mandanti, perché esiste sempre o la categoria degli onesti, o quella dei “paraculi”, che riferiscono le voci che si sentono in giro.

Quando l’altro giorno una mia amica in privato mi ha detto – a proposito del nostro interessarci al mondo dell’olio – “sono dalla parte dell’agricoltura”, presupponendo di non far parte dell’industria, io, da persona libera e indipendente posso a testa alta e schiena dritta dire: “io sono invece dalla parte dell’olio”, come d’altra parte ben dimostra il mio assiduo e costante impegno nel promuovere una solida, originale e autentica cultura dell’olio. Quando si ha qualcosa da dire o scrivere, occorre farlo rispettando la propria intelligenza e onestà, senza censurarsi mai. Le critiche che ho mosso in questi anni a personaggi e gruppi di potere che non amano ricevere critiche, le riformulerei senza in alcun modo esitare, anche a costo di subire i più infidi attacchi, anche perché il compito di un intellettuale è servire la verità non di chiudere gli occhi a essa.

Io e la mia coscienza viviamo una relazione limpida e serena, senza contraccolpi. A distanza di mesi da questi calunniosi e vili attacchi, ciò che mi ha più arrecato vantaggi è l’essermi liberato di un nucleo di ipocriti che si fingevano amici senza esserlo realmente. E questo, a conti fatti, è proprio un bel guadagno.

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