Saperi

A volte è un filo d’olio che fa intrecciare destini, volti, racconti

Se una cosa deve accadere, accade. Basta un momento, una situazione in cui tutto si incastra alla perfezione, e si incrociano storie, nomi, fino a poco prima sconosciuti tra di loro. Quello che scopriamo può essere così tanto sorprendente e particolare che non ce ne capacitiamo. Perché questa, alla fine, è la vita, con tutto ciò che riserva per noi

Francesco Caricato

A volte è un filo d’olio che fa intrecciare destini, volti, racconti

La presentazione di questo libro inizia con un “Incontro al vento”, il filo conduttore, invece, l’olio.

Il titolo del libro di cui vi parlo è Incontro al vento, scritto da Giuseppe Fioschi, cinquantaseienne, mio compaesano di San Pietro in Lama, paesino a cinque chilometri da Lecce.

In occasione di un evento organizzato dal Comune, “Ceramica Cibo e Corti”, il 29 e 30 luglio, sono stato invitato a condurre una degustazione di oli extra vergini Salentini, fin qui tutto nella norma.

Durante le fasi di degustazione scorgo tra i presenti il mio compaesano Giuseppe Fioschi, che avevo incontrato svariate volte negli uffici comunali dove svolgeva dei lavori, pensando che si fosse trasferito al comune di residenza sfruttando la mobilità del personale che l’amministrazione pubblica concede.

Non conoscevo la sua storia professionale e la sua fama.

Sorpreso dalla sua curiosità e attenzione verso l’olio extra vergine di oliva, e l’analisi sensoriale pre-olfattiva, mi è sembrato molto scrupoloso nel captare e percepire le sensorialità olfattive e cinestetiche degli oli di cui stavo spiegando le caratteristiche.

La degustazione si teneva, peraltro, nella biblioteca comunale in Piazza del Popolo, dove per circa sei anni la “Casa dell’Olivo” – Oleoteca d’Italia Associazione Culturale, di cui sono direttore, aveva la propria sede.

Dopo pochi giorni dall’evento, giunge nel mio frantoio Giuseppe Fioschi per acquistare e regalare dell’olio ad una persona a lui molto cara, che lo aveva aiutato in alcuni momenti di difficoltà.

Ho immaginato per motivi di salute, o forse qualcos’altro, ma non ho voluto chiedere.

Desiderava il miglior olio, quello che ritenevo potesse essere perfetto per questa occasione speciale, accompagnato da un manufatto in terracotta tipico del nostro paese.

Ho spiegato che il gusto dell’olio è soggettivo, che io preferisco l’olio dal fruttato intenso, quello raccolto ad ottobre, il nostro Tatanoso per intendersi. Quindi ho chiesto maggiori dettagli sulla persona, se fosse salentina. Alla sua risposta affermativa ho subito consigliato un olio che nel Salento piace molto, dal fruttato medio intenso, il Lucrezio.

Terminato l’acquisto, e dopo esserci salutati, ero ancora davanti al mio portone, e mi accingevo a chiuderlo, quando mi sento chiamare da Giuseppe Fioschi per dirmi che voleva regalarmi un suo libro.

Lo ringrazio e accetto questo presente molto volentieri.

Osservo la copertina e leggo il titolo: Incontro al vento, pensando fosse un libro di poesie, esclamo «sono contento, ti ringrazio e lo leggerò insieme a mio figlio che ama molto la lettura. Ogni sera, infatti, prima di andare a letto ci dedichiamo a questa attività» e lui mi risponde che questo libro è molto molto duro, pesante per un bambino. Cosa ci sarà mai di così pesante, che mio figlio che ha appena compiuto dieci anni non potrà leggere, se ora stiamo dedicandoci ala storia di Falcone e Borsellino, replico?

«Ma forse per un bimbo è molto pesante», ribadisce lui. Così ringrazio del pensiero, assicurandolo che ci avrei pensato se condividere la lettura con mio figlio.

La sera, al mio rientro, incuriosito dalle sue parole, inizio la mia lettura a partire dalle note redatte da Vito Antonio Conte, a seguire Mario Marino, e la prefazione a firma di Silvia Cazzato che sintetizza in una lucida interpretazione la vita di Giuseppe Fioschi.

Man mano che leggevo questo racconto autobiografico, scoprivo i dettagli di una vita travagliata sin dalla tenera età.

Un’infanzia negata dagli affetti più cari, l’assenza di un padre mancato che non ha mai realmente conosciuto. Una madre sempre presente e in affanno nel riuscire a sostenere i figli, e il marito che era sempre in carcere ma, nonostante la situazione, era sempre pronta a incoraggiare Giuseppe e a responsabilizzarlo, fin da bambino, facendogli seguire i fratelli, dare una mano in famiglia, dicendogli che era in gamba, che ce l’avrebbe fatta a superare tutte le difficoltà.

E così è stato, dopo dodici anni trascorsi negli istituti penitenziari più duri della penisola italiana per scontare vari crimini, dal furto, alla rapina, allo spaccio di sostanze stupefacenti. È stato proprio l’uso delle stesse che lo ha portato in un baratro così profondo che a volte ha pensato di togliersi la vita.

Giuseppe, come lui stesso lo racconta dettagliatamente nel suo libro, ha un rapporto con la vita unico, definendosi fortunato perché ci sono state tante occasioni per perderla. Ma la vita stessa, vuoi la fortuna, vuoi, la forza, la tenacia e il coraggio che lo contraddistinguono, lo ha portato ad un cambiamento.

Da famoso criminale, con un curriculum vitae ricco di reati, a papà di una nuova creatura, innocente e senza colpe, come tutti i bambini del mondo.

Sì, il solo fatto di diventare papà lo ha visto rinascere a nuova vita, con tutte le difficoltà che questa ha portato nella sua. È estremamente difficile riuscire a disintossicarsi dopo aver usato per anni vari tipi di sostanze stupefacenti, ma la forza per uscire dal suo trascorso è scattata quando i servizi sociali gli hanno sottratto la figlia, togliendoli la potestà genitoriale.

Tutto ciò lo ha reso consapevole: doveva cambiare rotta. Perché se errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Non doveva far replicare il suo percorso di vita alla sua amata figlia.

In questo dettagliato racconto autobiografico, Giuseppe Fioschi ci fa capire che le difficoltà che possiamo incontrare sono tante, così come lo sono le scelte. Non è sufficiente trovare amicizie giuste o sbagliate, situazioni familiari difficili o facili, per trovarsi poi in un baratro. Non esiste una ricetta per uscirsene, ma è solo la vita, e la voglia di viverla quotidianamente, di volersi bene e di condividere questo con i propri cari, che può aiutarci.

Ecco cosa è stata la forza di Giuseppe Fioschi, un mio compaesano che ha pagato il suo debito con la giustizia ed è oggi un uomo rinato.

Una curiosità. Ho letto il libro anche insieme a mio figlio Pierfrancesco, che ha compiuto dieci anni, ed ha compreso tanto sull’importanza della vita.

E invito i genitori, che vogliono bene ai propri figli, a leggere questo racconto di vita reale, e non romanzata, insieme.

In apertura, foto di Olio Officina© 

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