Saperi

Carapelli for Art, per rinascere

Incoraggiare i nuovi artisti è opera meritoria, sapere che una simile iniziativa è il frutto di una visione di una azienda olearia segna un punto a favore di un settore che in passato ha molto creduto nella cultura. È quasi un nuovo Rinascimento. Sul podio la Divina Commedia in arte moderna, ovvero 130 mila lettere del suo testo tradotte in puzzle a colori. A vincere è anche la grande bellezza della campagna toscana, che si riflette sul cristallo di un iPad

Olio Officina

Carapelli for Art, per rinascere

Abbiamo assistito in prima persona al momento in cui sono stati svelati i vincitori della prima edizione di Carapelli for Art. Una brillante iniziativa che incoraggiamo, anche perché siamo del parere che sia compito delle imprese sostenere sia la cultura, nelle sue varie espressioni, sia i giovani talenti. A Milano, così, lo scorso 19 ottobre, presso l’ex Casello Daziario Ovest, è stato possibile ammirare e ascoltare i protagonisti. Riportiamo nel dettaglio la nota stampa diffusa per l’occasione da Antonella Millarte, di Next. (Maria Carla Squeo)

IL NUOVO “RINASCIMENTO” INIZIA DA “CARAPELLI FOR ART” INCORAGGIANDO I GIOVANI ARTISTI

Soffiava vigoroso il vento del mecenatismo che, nel Rinascimento, ha illuminato le belle arti di cui Firenze è stata indiscussa capitale. Ora quel vento ricomincia a spingere a favore dei giovani artisti, premiati oggi da “Carapelli for Art” a Milano nella luce abbagliante, ed eterea, del nuovo spazio espositivo esterno all’Accademia di Brera che è l’ex Casello Daziario Ovest.

“Anche io, da giovane, ho vinto premi che mi hanno incoraggiato a proseguire – ha ricordato con passione Italo Chiodi, docente dell’Accademia di Brera -. Il Concorso di Carapelli rappresenta un aiuto materiale, utilissimo per gli artisti che acquistano di continuo materiali e strumenti di lavoro. Ma, soprattutto, voglio soffermarmi sul valore della spinta emotiva che questo riconoscimento darà loro”.

Cristina Noferini presenta Arte Toscana

“Siamo partiti dall’ideale di bellezza, perfezione, qualità che si traduce in cura del dettaglio, che sono da sempre caratteristiche della produzione olearia della Carapelli Firenze SpA – ha evidenziato Cristina Noferini, marketing manager – . Il 2018 è l’anno in cui celebriamo i 125 anni dalla fondazione e, investire in arte, per un’azienda che affonda le sue radici in Toscana, ci è sembrato quasi naturale. L’arte olearia è stata raccontata con grande maestria da partecipanti che hanno aderito da ben 29 Paesi in tutto il mondo”.

Cosa succederà nel 2019? “Intanto, dopo l’esposizione a Milano, le quattro opere premiate vivranno in casa Carapelli. Stiamo lavorando su un progetto per portarle in tour, anche in spazi non convenzionali – ha anticipato ai giornalisti Cristina Noferini – . Vista l’enorme attenzione che abbiamo ricevuto dall’estero, per il prossimo anno probabilmente ci sarà un’apertura agli artisti del mondo, quest’anno gratificati con menzioni speciali della giuria. Un’azienda storica come Carapelli Firenze SpA ha nel suo dna l’attenzione verso l’espressione attraverso opere d’arte”.

La qualità delle opere partecipanti per la sezione Accademia (in totale 83) di “Carapelli for Art” è stata definita “considerevolmente alta” dal giurato Gabriele Tosi. In particolare, ha destato stupore e grande interesse l’opera d’arte “Divina Colorum” di Alessandro Bozzoli (Milano) che ha vinto il primo premio. Ha tradotto in colori i 130.000 caratteri della Divina Commedia di Dante, producendo una inusuale grammatica cromatica. Il secondo premio è andato all’opera “Ovunque ma non qui” di Cecilia Mentasti (Varese) (Accademia di belle arti di Brera). Si è distinta per il riutilizzo, attualizzato, di una tecnica antica quale l’encausto e cioè pittura realizzata con cera colorata. Con la pittura, ispirata in apparenza dal ‘realismo’ del mezzo fotografico, l’opera “De Pisis” #01” di Davide D’Amelio (Termoli – Campobasso) ha conquistato il terzo premio. Ma cosa serve ai giovani artisti italiani? “Incoraggiamenti ad andare avanti e risorse economiche, visto che da parte del sistema pubblico scarseggiano”, ha ricordato il giurato Matteo Innocenti.

Il secondo premio Accademia a Cecilia Mentasti

Il terzo premio Accademia a Davide Damelio

Nella sezione Open, in cui hanno partecipato ben 494 artisti, ha vinto David Casini (Montevarchi – Firenze) l’opera Pratomagno (2018) in cui sono sintetizzate l’artigianalità del fare scultoreo, che interviene per dar forma e decorare il legno d’ulivo, e l’innovazione tecnologica rappresentata dal cristallo di un iPad, dove la foresta toscana si rispecchia. “E’ stato positivo non inserire limiti di età e neanche indicazioni sulle modalità espressive” ha concluso la giurata Federica Boràgina.

Primo premio Open DAVID CASINI

L’opera Pratomagno, vincitrice per la sezione Open, di Davide Casini

Un tripudio di applausi ha accompagnato la consegna dei quattro premi, per un totale di 10 mila euro, agli artisti visibilmente emozionati. All’evento di premiazione ha presenziato Igor Boccardo, head of business unit Italy di Carapelli Firenze SpA.

Infine, tra le menzioni speciali, segnaliamo Marcello Spada, con l’opera Per un’oliva pallida io posso realmente delirare (2018), che si distingue per il carattere originale e ironico, con l’artista che rievoca il Premio Carapelli “Gastronomo d’Oro”, assegnato nel 1967 a Ugo Tognazzi e cita l’attore proponendo un verso dal libro L’abbuffone, satirica parafrasi di una poesia di Salvatore Quasimodo.

E un’altra menzione speciale è stata assegnata inoltre alla poeticità con cui Aischa Gianna Muller trasforma il paesaggio agricolo italiano e la sua abilità nel citare l’esperienza storica della Land Art. L’artista offre una visione che tende a superare la linea di confine, che si spinge oltre l’orizzonte, sottolineando la conflittualità tra l’agire dell’uomo e lo scorrere naturale e inesorabile del tempo.

Ora, il prossimo appuntamento è con la seconda edizione, nel 2019.

In apertura l’opera del vincitore per la sezione Accademia: Alessandro Bozzoli

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