Nei vocabolari – si legge nel libro Friggere bene di Luigi Caricato e Giuseppe Capano, edito da Tecniche Nuove – il verbo “friggere” è associato a molteplici significati, tutti riconducibili comunque all’atto di cuocere in padella, nell’olio o in altro grasso bollente. Dal latino frigere, si tratta di “uno dei modi tradizionalmente più gustosi e diffusi di cuocere le vivande”, come appunto viene opportunamente precisato nel Dizionario italiano ragionato diretto da Angelo Gianni.
La pratica della frittura – scrive Caricato – rappresenta d’altra parte un metodo di cottura tanto in voga da ricorrere di frequente in diverse espressioni comuni. Dall’esclamazione di fastidio vai a farti friggere alla più drastica di esser fritto, propria di chi sente oramai perduto, spacciato e senza più speranze; dal friggere di rabbia, di chi non ne può più, all’impazienza invece di chi frigge nell’attesa di una notizia o di una risposta importante.
Espressioni comuni, ora scherzose, ora di carattere spregiativo, molte delle quali di ampio utilizzo, e altre, per contro, meno consuete, datate, o in ogni caso confinate in ambiti strettamente localistici, riconducibili ad antichi proverbi e modi di dire, tanto che in alcuni si tratta – è proprio il caso di dire – di cose fritte e rifritte.
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui
Commenta la notizia
Devi essere connesso per inviare un commento.