Saperi

Il prezzo lo fa la qualità

Considerati i costi per i produttori, i prezzi di mercato spesso non corrispondono all'effettivo valore della bottiglia. Per me – afferma Luciana Doronzo – l’olio è soprattutto l’olio da olive Coratina in purezza. Lo impiego anche in frittura.

Olio Officina

Il prezzo lo fa la qualità

Dopo la laurea in Scienze Politiche, Luciana Doronzo ha frequentato presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bari, il master di I° livello in Economia e Management del Turismo Culturale, ottenendo il massimo dei voti.

Giornalista pubblicista con la passione della fotografia, dopo aver lavorato all’estero e in Italia presso una multinazionale franco–americana, leader mondiale nel settore turistico – culturale, ha maturato esperienze professionali presso il Parco Letterario Ettore Fieramosca (associazioni di Comuni del nord barese) e La Strada dell’Olio extra vergine Castel del Monte, nel campo della valorizzazione e promozione del territorio, con particolare riferimento al turismo storico-artistico e all’agroalimentare.

Nel 2006, in collaborazione con il Parco Letterario Formiche di Puglia con sede a Noci (Ba) ha partecipato al progetto SKAI Interreg Italia – Albania, curando l’organizzazione dell’apertura a Tirana del Centro Cultura & Sviluppo.

Per l’associazione La Strada dell’Olio extra vergine Castel del Monte, nel 2006 e 2007 in occasione della manifestazione QOCO, un filo d’olio nel piatto, ha partecipato all’organizzazione dell’evento; dal 2009 al 2012 ha organizzato e gestito l’evento itinerante Sogni nelle Notti di Mezza Estate, cene a tema con spettacoli, per la valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva e del territorio del nord barese.

Nel 2007, nell’ambito del progetto SKAI Interreg Grecia – Italia, ha collaborato con il Comune di Barletta alla promozione e valorizzazione dei fiumi Kalamas e Ofanto. Nel 2012 e 2013 per conto della Comunità ebraica di Napoli –sez. di Trani, ha organizzato e gestito la segreteria e l’ufficio stampa dell’evento internazionale Lech Lechà, Settimana di arte, cultura e letteratura ebraica, patrocinata dalla Regione Puglia e dall’UCEI-Roma. Dal 2004 riveste il ruolo di console del Touring Club Italiano, con l’organizzazione di eventi a carattere regionale e nazionale, come La Penisola del Tesoro.

Collabora con alcune riviste locali e nazionali sul turismo ed enogastronomia in generale. E’ iscritta all’albo del Mipaaf assaggiatori olio e all’ONAV- assaggiatori vino; inoltre, è abilitata alla professione di guida turistica. E, dal 2003 al 2012, per Puglia Imperiale ha organizzato e gestito stand –front office- c/o la BIT di Milano. Attualmente lavora presso la Regione Puglia nell’ambito dei Programmi europei di Sviluppo Rurale. Dal 2008 al 2010, in occasione di Agrimed, di Extra-manifestazione internazionale dedicata all’olio extravergine d’oliva pugliese e Vinitaly – ed. 2008, 2009 e 2010 – ha collaborato alla segreteria organizzativa e ufficio stampa.

Quale idea di olio lei si è fatta nel corso dell’infanzia?
Sin da piccola sono stata vicino al mondo agricolo. Abitavo in un quartiere dove era diffusa la presenza di famiglie che vivevano di agricoltura e producevano olio extra vergine di oliva.
Il periodo di raccolta era un momento di particolare vivacità che nei frantoi, con la molitura, diventava una vera e propria festa. L’alternanza delle stagioni era scandita dai ritmi dell’agricoltura. Dopo la passata di pomodoro – un’importante tradizione di tutto il Sud, che avviene ancora oggi a fine agosto, e non soltanto a casa mia – la vendemmia, in autunno, con le strade che profumavano di mosto (e anche in questo caso si faceva scorta di vino), fino a che arrivava l’inverno e bisognava pensare all’olio, rivolgendosi al contadino di fiducia.

L’olio di quegli anni è stato quello ricavato dalle olive o un olio di semi?
Solo extra vergine e, dalle mie parti, è la Coratina la regina dell’olio utilizzato a tavola; anche per la frittura.

Una curiosità: i sapori e i profumi dell’olio della sua infanzia coincidono con quelli che invece percepisce e apprezza oggi?
Sapori e profumi dell’infanzia si leganoa un particolare periodo. Oggi si è trasformata la società: è cambiato il mondo agricolo, è diversa anche l’olivicoltura. Sono scomparsi i rioni delle case contadine, soppiantati dai quartiere residenziali, che hanno spazzato via una identità di cui i profumi dell’olio e, complessivamente, dei frutti della terra, erano espressione viva.

Cosa apprezza di più di un olio extra vergine di oliva?
Il suo carattere di alimento, oltre che di condimento, valorizzatore della variegata offerta tipica della nostra cucina.

Quanto sarebbe disposta a spendere per una bottiglia di extra vergine?
Il prezzo lo fa la qualità. Considerati i costi per i produttori, i prezzi di mercato spesso non corrispondono all’effettivo valore della bottiglia. Comunque mai meno di 4 euro a litro.

A tal proposito, per lei la bottiglia che frequentemente acquista di quant’è? Da 250, 500, 750 ml o da litro?
Avendo uno zio che è piccolo produttore olivicolo, la fornitura è assicurata ogni anno. E poi, a casa mia come in numerose case pugliesi, l’utilizzo dell’olio extra vergine di oliva è quotidiano, ma occorre tenere conto del numero dei componenti della famiglia. Ogni anno grosso modo vengono consumati ottanta litri.

In tutta sincerità, senza alcuna senso di colpa o imbarazzo, qual è il suo condimento preferito tra tutti i grassi alimentari?
Sinceramente e lontano da ogni imbarazzo (perchè poi?) l’olio extra vergine di oliva non ha rivali.

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