L’acido oleico nella terapia di molte patologie con declino cognitivo
Un importante e originale studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Pnas ne chiarisce l’importante ruolo. Altri acidi grassi come il linolenico non sono utili a generare i nuovi neuroni di memoria e apprendimento in regioni specifiche come l'ippocampo. Una sana dieta ci porta a mantenere efficiente e in salute il nostro cervello
Contrariamente a quanto ci hanno insegnato a scuola, anche negli adulti si osserva durante tutta la vita (e in declino con l’età) la generazione di nuovi neuroni, in regioni specifiche del cervello come l’ippocampo. Nell’ippocampo, questi nuovi neuroni sono stati direttamente correlati all’apprendimento e alla memoria, e sono stati anche connessi alla nostra capacità di distinguere tra oggetti, luoghi, emozioni ed eventi simili.
Fino ad oggi, si sapeva che una specifica proteina espressa nelle cellule da cui questi nuovi neuroni hanno origine (cellule staminali neurali) era fondamentale perché queste cellule dessero appunto origine a nuovi neuroni; non si sapeva però come tale proteina agisse.
In un nuovo, interessante e ben documentato lavoro – che potete leggere QUI – è stato dimostrato che questa proteina lega l’acido oleico, ed è l’acido oleico a controllare tramite essa la generazione dei nuovi neuroni; altri acidi grassi, come il linolenico, non sono in grado di legare la proteina e di attivarla in tal senso, e non sono quindi utili a generare i nuovi neuroni di memoria e apprendimento di cui sopra.
Questa ricerca di base apre la strada all’utilizzo dell’acido oleico per la terapia di molte patologie con declino cognitivo e anche per lo studio del modo migliore di mantenere efficiente il processo che ho descritto e in salute, per questo aspetto, il nostro cervello.Segnalo infine che, contrariamente a moltissima letteratura che presenta scienza e dati piuttosto deboli, qui siamo in presenza di un gran bel lavoro, in una rivista molto importante (PNAS): QUI
In apertura, foto di Gianfranco Maggio per Olio Officina
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