Saperi

La potenza, e incidenza, di Internet sulle nostre vite

Si tratta della più grande infrastruttura economica del ventunesimo secolo. Le più grandi e ricche aziende del mondo sono aziende digitali. Le elezioni si vincono e si perdono su internet. Ed è da qui che dipendono in maniera crescente tutti i grandi processi economici. Si riuscirà a creare un organismo internazionale che si occuperà di questa materia?

Alfonso Pascale

La potenza, e incidenza, di Internet sulle nostre vite

Tra vent’anni, la vittoria o la sconfitta in un conflitto militare potrebbe dipendere dallo stato delle infrastrutture digitali. E, dunque, quello che spesso appare come un fenomeno di nazionalismo e autoritarismo, è in realtà un processo forse inevitabile: internet si dividerà perché esattamente come ciascuno stato considera strategica la propria autosufficienza alimentare ed energetica, così anche l’autosufficienza digitale sarà fondamentale per macroaree come l’Unione europea.

Alcuni osservatori prevedono che internet sarà diviso in quattro macroaree: americana, cinese, europea e indiana. Ci saranno quattro internet diversi. E ciascun internet sarà anche un modello di gestione diverso.

Quello americano è al momento il modello del lasseiz-faire.

Quello cinese è il modello della chiusura e del controllo.

Quello europeo è il modello delle regole.

Quello indiano è un modello ibrido e ancora in fase di sviluppo.

È molto probabile che ciascuna macroarea vorrà fare in modo che i dati dei cittadini rimangano entro i propri confini. E questo significherà enormi cambiamenti infrastrutturali. Anche i servizi saranno differenziati.

Come è facile intuire, non è detto che il modello cinese resti il solo ad essere protezionistico. Anche l’America sta adottando politiche digitali più restrittive. E l’India, di recente ha vietato 59 app cinesi. Così fanno Turchia, Vietnam, Singapore e Russia.

L’Unione Europea ha cominciato a riconsiderare il proprio affidamento all’internet globale. Merkel parla di “sovranità digitale”. Vestager vorrebbe creare “campioni tecnologici” europei. E già esistono normative europee molto rigide in materia di privacy e antitrust.

Queste differenze come si potranno armonizzare? Si riuscirà a creare un organismo internazionale che si occuperà di questa materia? Forse è giunto il tempo di ripensare la democrazia armandoci di un riformismo costituzionale oltre lo Stato. Si tratta di trovare nuovi equilibri tra potenza e controllo e tra autogoverno e rappresentanza. Il fine dovrà essere la ridefinizione della cittadinanza, che inglobi anche quella digitale, come condizione della convivenza e del benessere.

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Dell’Autore leggi anche il volume Cyber propaganda. Ovvero la promozione nell’era dei social, pubblicato per le edizioni Olio Officina.

In apertura, un particolare di una illustrazione di Doriano Strologo per Olio Officina ©

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