Saperi

Le scelte di Sonia Gioia

L'olio buono? E’ la prima discriminante. Laddove non è buono non vale la pena nemmeno di sedersi a tavola. Pugliese, nata a Ceglie Messapica, la città dai tanti ristoratori, è giornalista da sempre, nonché autrice di un blog per il quotidiano la Repubblica dal titolo “Un poco di buono”. “Solo un cuoco può rendere felice una donna”, dice.

Olio Officina

Le scelte di Sonia Gioia

Allevata fra i tavoli di una bettola del profondo Sud, in Puglia, fra le braccia dello zio oste e l’odore di polpette fritte sul grembiule della zia cuoca. Cresciuta, manco troppo, fra pagine di cronaca nera e giudiziaria, cura per Repubblica il blog d’autore “Un poco di buono”, dedicato al gusto e agli altri sensi, alla ricerca delle petites madeleines perdues. L’intelligenza delle cose ha per lei il sapore agrodolce del dubbio, fatta eccezione per una sola, incrollabile certezza: “Solo un cuoco può rendere felice una donna”.

Tre libri del cuore di Sonia Gioia per questa estate 2015?

L’arte della gioia di Goliarda Sapienza; Prêt-à-gourmet. Come diventare un vero gourmet a prova di gaffe, di Gianluca Biscalchin; e Come mi batte forte il tuo cuore, di Benedetta Tobagi.

Anche se la qualità la si produce ovunque, là dove c’è la capacità dell’uomo di osservare le buone regole, vi sono tuttavia gli extra vergini che sono i preferiti indipendentemente da tutto.
Che caratteristiche hanno quelli utilizzati da Sonia Gioia? E da quale territorio provengono?

Ehm… suona sciovinista se dico dalla Puglia? Ho il privilegio di vivere nell’ombelico del mondo, è qui che si producono una gamma straordinaria di oli che rispondono al comandamento della extraverginità senza compromessi. Ce n’è per tutti i gusti: dalle delicatezze cariche di carattere della peranzana, al carisma della coratina (la mia preferita in assoluto), passando per la leggerezza vellutata della cellina. Insomma, dalla Capitanata al Salento, passando per Murge e Valle d’Itria, la mia terra è un delirio di oli straordinari tanto che… Nulla mi indispettisce come trovare un olio cattivo in un ristorante pugliese, vuol dire che quel ristoratore è proprio andato a cercarselo, perché è assai più difficile trovarne di cattivi che di buoni.

Qual è il tuo ristorante olio centrico preferito, quello nel quale l’olio da olive viene molto valorizzato?

Vado al ristorante con la frequenza con cui un cattolico praticante va in chiesa. L’olio buono, non scherzo, è la prima discriminante, laddove non è buono non vale la pena nemmeno di sedersi a tavola.

La foto di apertura, di Franz Gustincich, ritrae Sonia Gioia in compagnia con il cuoco Gennarino Esposito

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