Saperi

Olio: originale, liscio, istrionico, onnipresente

Roberta Maresci, scrittrice e giornalista, voce e autrice per la radio, per una bottiglia di extra vergine è disposta a spendere dai 16 euro in su. Nella sua hit personale, la classifica è dominata dal sapore, tallonato da colore e odore

L. C.

Olio: originale, liscio, istrionico, onnipresente

Giornalista ed esperta di collezionismo e antiquariato, Roberta Maresci è voce e autrice per Rai Radio2 di programmi come “La stanza delle meraviglie”, “Il buongiorno di Radio2”, “La notte dei misteri” e “Sabato Italiano”. Ha scritto per la Treccani alcune voci dell’Enciclopedia della Moda. Ha pubblicato dieci libri tra cui La stanza delle meraviglie, Death Market, Lo scambio, Annuario del collezionista, I grandi miti del XX secolo, Il grande libro del collezionismo, La sigaretta e anche L’enciclopedia del profumo.

Per Gremese ha scritto i libri su Mina e Raffaella Carrà; a fine novembre esce il ritratto di una diva come Maria Callas. Ha ricevuto diversi premi. Il più curioso? “Due palle in carriera”. Come giornalista collabora con “Il Tempo”, “BenEssere”, “For Men”, “Occhio alla Spesa”, “My Time”. Romana doc, è mamma di Massimo e Claudio.

Quale idea di olio lei si è fatta nel corso dell’infanzia? L’olio di quegli anni è stato quello ricavato dalle olive o un olio di semi?

“Nei miei ricordi di bambina affamata, che alle cinque del pomeriggio correva in cucina, c’è anche la merenda che mi preparava mamma con pane, un filo di olio (di oliva ed extra) e sale. ‘Condiva’ spesso miei pomeriggi, proprio come accade oggi ai miei figli. Ricordo che guardavo incantata le bollicine, rare, incastonate nella bottiglia: era la terapia del condimento. Con me funzionava (e funziona ancora). Guardandolo riscendere nel vetro, sentivo tutto il senso dell’attesa e della lentezza. Poi mi divertivo anche a guardare la stanza che cambiava colore, ma non mi catapultava dentro il mulino con Banderas e la gallina: dall’altra parte c’era mia mamma che si divertiva a guardarmi e a farmi le facce strane. Che ridere!”.

Una curiosità: i sapori e i profumi dell’olio della sua infanzia coincidono con quelli che invece percepisce e apprezza oggi?

“Sì, mia mamma è sempre stata molto attenta ai prodotti sulla nostra tavola e rientra nel nostro stile di vita mangiare sano. Anche se crescendo ho conosciuto l’olio… di gomito e quello da bagno, diverso dall’essenziale. Ho saputo perfino che in Spagna lo usano per ricavare energia elettrica e che le vip ne abusano in cambio della bellezza: così Julia Roberts si spalma unghie e cuticole con olio di oliva per renderle più morbide e invece Sofia Loren lo unisce a quattro cucchiai di sale grosso, per ottenere una pastella e fare lo scrub, sul viso! Quante virtù ha l’olio…!”

Cosa apprezza di più di un olio extra vergine di oliva?

“Nella mia hit, la classifica è dominata dal sapore, tallonato dal colore e l’odore”.

Quanto sarebbe disposta a spendere per una bottiglia di extra vergine?

“Non so quanto sarei disposta a spendere, so quanto spendo ora per una bottiglia di olio extra vergine: dai 16 euro in su. Ma, vivendo in campagna, l’olio lo acquistiamo da chi conosciamo e, sempre con maggiore frequenza, con i miei figli, andiamo in Sabina a farlo da alcuni amici: hanno anche la loro etichetta personalizzata con il nome. Ma il massimo lo abbiamo toccato quest’anno: a scuola, sia Massimo che Claudio, hanno fatto il loro olio! Sono solo 2 bottiglie da condividere tra oltre 40 bambini… ma volete mettere il sapore che ha? Unico: non ha prezzo!”.

A tal proposito, per lei la bottiglia che frequentemente acquista di quant’è? Da 250, 500, 750 ml o da litro?

“Se capita al supermercato, scelgo quella da 750 ml o da un litro. Altrimenti in casa circolano solo taniche di olio dal frantoio”.

In tutta sincerità, senza alcuna senso di colpa o imbarazzo, qual è il suo condimento preferito tra tutti i grassi alimentari?

“Olio: originale, liscio, istrionico, onnipresente. Impossibile per me rinunciare a un prodotto della terra che, per descriverlo, prendo a prestito le lettere che compongono la parola, molto pronunciata nella nostra cucina di casa come nella cultura mediterranea. Se proprio devo… beh, confesso che lo preferisco a crudo”.

Basta olio. Veniamo al suo lavoro. A cosa sta lavorando?

Come giornalista e collaboratrice del quotidiano “Il Tempo” lavoro soprattutto su temi di attualità, costume, cultura, tendenza, salute. Ma a dicembre, arriverà in libreria un romanzo fiabesco dedicato a Maria Callas (Gremese Editore – Diva Universal). L’occasione me l’ha offerta il 2 dicembre: Maria avrebbe compiuto 90 anni, se solo fosse ancora viva. Vissuta d’arte e d’amore, fu un soprano specializzato sia nel canto di forza, che nel canto acrobatico. Nata grassa e femmina, non fu mai accettata dalla mamma che, vedendo in lei la gallina dalle uova d’oro, la spinse a esibirsi in stamberghe piene di soldati e, invano, a farla prostituire. Insonne, miope e affetta da dermatomiosite, fu grafomane, scaramantica, ambiziosa, perfezionista e di grande carattere. Lo dimostrò sempre, anche quando la sarta Biki disse di ritornare in atelier con almeno 30 chili in meno. E così fu: colpita nell’orgoglio la Callas reagì da leonessa. Con determinazione feroce si chiuse nella sua camera, appese una foto di Audrey Hepburn e iniziò una dieta drastica. Leggenda vuole che fu una tenia ingoiata bevendo una coppa di champagne a farle tramutare il ventre matronale in vitino da vespa. Con grande sacrificio comunque, perché era una patita del cibo. Da brava massaia, annotava le ricette dei suoi piatti preferiti ovunque andasse. Mito di stile, divise in due ere la storia dell’opera: “a.C. e d.C., cioè prima della Callas e dopo la Callas”, come lei stessa diceva parlando di sé in terza persona. Evitando sempre di raccontare dettagli su Omero, il figlio avuto da Aristotele Onassis, partorito con il cesareo all’ottavo mese e vissuto solo un giorno. Ma la sua storia è anche altro… per raccontarla, ho usato i capitoli per dividerla in tanti frammenti di fiabe classiche… perché la sua vita è stata una fiaba. Leggere per credere!”

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