Saperi

Quando gli olivi si intrecciano con l’arte nascono nuovi e bellissimi linguaggi  

Nell’uliveto adiacente al Visitor’s Center di Apple Park, nel cuore della Silicon Valley in California, sorge Mirage. Si tratta di un’opera d’arte comprendente oltre quattrocento colonne di vetro che si intrecciano tra gli ulivi. Realizzata dall’artista Katie Paterson con lo studio di architettura Zeller & Moye, l’installazione ha una forte presenza materiale, che si collega agli elementi e riflette l’ambiente

Olio Officina

Quando gli olivi si intrecciano con l’arte nascono nuovi e bellissimi linguaggi  

L’olivo è già di per sé un’opera d’arte. La bellezza di tale arbusto è universalmente riconosciuta: come sarebbe possibile il contrario?

A volte, come nel caso dell’installazione Mirage, entra in contatto con altri soggetti. Quello che è nato dall’artista Katie Paterson con lo studio di architettura Zeller & Moye è una creatività globale.

Come sostiene lo studio di architettura, sono oltre quattrocento le colonne che si intrecciano attraverso gli ulivi, dove i pilastri – di vetro fuso – sono stati fatti con sabbia raccolta dai deserti in tutta la Terra.

Perché abbiamo accennato all’aggettivo “globale”? perché è stata realizzata nello spirito di cooperazione, in cui la sabbia è stata raccolta in collaborazione con l’Unesco, ma anche con geologi e comunità delle regioni desertiche, in modo sostenibile.

«L’opera d’arte celebra ciascuna delle terre da cui è stata creata e le persone che nutrono, conservano e sostengono queste terre. Mirage crea un momento di pausa, invitando tutti i visitatori a rallentare e sintonizzarsi sull’immensità e la preziosità del nostro pianeta» afferma lo studio Zeller & Moye.

Per ogni deserto è stato necessario sviluppare delle nuove modalità di lavorazione del vetro e formulare specifiche ricette, tradotte in micro-variazioni di colori e texture dei pilastri.

Ogni colonna viene così illuminata in modo diverso dalla luce che cade.

Mirage è uno spazio sociale, in cui vi è l’invito a interagire con gli altri passanti e godere a pieno dello spazio verde in cui sono immersi.

I visitatori, inoltre, possono interagire con l’opera d’arte, camminando accanto e attraverso di essa. Toccare i cilindri, parte fondamentale dell’intera installazione, è un’esperienza sensoriale tattile che si traduce anche in opportunità per un viaggio fantasioso attraverso i molti e vari luoghi da cui sono stati creati.

Chiunque abbia la possibilità, vada a visitare quest’opera, perché raccoglie tutti quelli che sono i valori a cui guardiamo e crediamo fortemente. E mandateci qualche foto così che anche da Milano possiamo scorgerne i dettagli e la bellezza.

In apertura e all’interno, foto dello studio di architettura Zeller & Moye

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