Saperi

Quanta nostalgia di Cesare Beccaria

Seppur provenendo da una famiglia ricca e aristocratica, si rese conto, insieme con i fratelli Verri, che la società aveva bisogno di alcuni saggi principi che la filosofia illuministica aveva riscoperto con metodo per risolvere buona parte dei problemi sociali. Davanti alle tante situazioni che affrontiamo noi oggi, che siano di carattere etico, sociale o economico, occorre conservare proprio quello spirito di cambiamento partendo dalla ragione e con la ragione

Sante Ambrosi

Quanta nostalgia di Cesare Beccaria

Di fronte a tutto quello che succede nel mio mondo di oggi, dalle banche che cadono come birilli per un soffio di vento senza spiegare dove sono finiti i soldi che custodivano;

E di fronte ai problemi sempre più gravi di popolazioni che sono in cerca di pane e lavoro, fuggiti dai loro paesi o in guerra o piombati in una miseria spaventosa;

Di fronte a un mondo ricco di materie prime, ma completamente sfruttato da pochi che sono i ricchi del mondo al punto che lo stesso Papa anche recentemente ha gridato contro le ingiustizie e le miserie di tanta gente di paesi poveri.

Di fronte anche a tanti problemi di carattere etico che attanagliano la nostra attenzione e dominano le informazioni dei nostri media ogni giorno;

Di fronte a tante guerre in corso in diverse parti del mondo che non sappiamo assolutamente risolvere.

Di fronte a tutto questo ed altro ancora, dominato da una confusione senza regole e senza orientamenti, mi sono ricordato di quei poveri illuministi lombardi con nomi prestigiosi come i fratelli Verri e Cesare Beccaria, i quali pur venendo da famiglie ricche e aristocratiche, si resero conto che la loro società aveva bisogno di essere illuminata da alcuni principi saggi che la filosofia illuministica aveva riscoperto come metodo per risolvere buona parte dei problemi sociali e umani.

Appunto per questo, il gruppo degli illuministi lombardi che abbiamo ricordato, nel 1761 si trovò per alcuni anni a discutere e trovare le idee per correggere e illuminare la società su punti nodali ed essenziali della vita umana e della società.

Dalla discussione nacque una pseudo rivista, Il caffè, che durò dal 1764 al 1766, ma che è una testimonianza ancora viva delle discussioni che facevano in una trattoria bevendo un caffè e discutendo animatamente.

Da questi incontri Cesare Beccaria maturò il famoso documento Dei delitti e delle pene che pubblicò in stretta collaborazione con Pietro Verri e con il consenso di Alessandro Verri.

Con quest’opera, Cesare Beccaria fissava alcuni punti essenziali che la società doveva seguire per orientarsi in tutte le riforme sociali e umane, sempre guidati dai principi di un saggio Illuminismo che voleva fondare tutto con la semplice ragione umana.

L’operetta ebbe un successo incredibile al punto che i più grandi filosofi dell’Europa, e di Parigi in particolare, la presentarono come un documento fondamentale per tutta la società europea.

Beccaria era invitato in diverse parti dell’Europa, anche in Russia da Caterina la Grande, a presentare la sua opera, (cosa che non fece per quella sua naturale riservatezza e timidezza).

Lo stesso Alessandro Manzoni, figlio di una Beccaria, quando arrivò a Parigi, giovane di circa vent’anni, per incontrare la madre che viveva con il conte Carlo Imbonati, e che ancora non conosceva pienamente, si trovò di fronte a un coro di molti intellettuali che avevano già letto ed apprezzato l’opera del nonno Cesare Beccaria, e che gli proposero di cambiare il cognome Manzoni per sostituirlo con Beccaria.

Manzoni non dimenticò lo spirito di suo nonno e di tutto quel gruppo di illuministi lombardi che ben conosceva e che aveva anche personalmente frequentato nella sua Milano, e appena cominciò a comporre le sue prime opere volle tradurre subito quello spirito di un illuminismo concreto per operare un profondo cambiamento della società, compresa anche la stessa fede cristiana.

Non possiamo dimenticare come Manzoni si preoccupò di portare anche dentro la stessa cristianità il vento di quel lume che doveva illuminare le stesse verità cristiane, molto spesso diventate aridi principi che non mordevano per niente il mondo e la vita di ogni giorno.

Da questo spirito nacquero gli Inni Sacri, che forse non sono una grande poesia, ma che esprimono bene quel suo spirito di autentico illuminista e che possiamo ritrovare abbondantemente anche nel suo romanzo I Promessi Sposi.

Da questa breve panoramica letteraria intendo solo affermare che di fronte a tanti problemi che anche oggi siamo chiamati ad affrontare, sia di carattere economico come di carattere sociale ed etico, occorre conservare quello spirito di Beccaria e dei fratelli Verri, i quali volevano impostare profondi cambiamenti necessari della loro società partendo dalla ragione e con la ragione.

Sento la nostalgia di quello spirito perché anche oggi abbiamo, come dicevo all’inizio, la necessità di trovare un po’ di lume per orientare non solo i temi di carattere economico, ma anche quelli di carattere politico o religioso, per avviare un percorso che orienti verso soluzioni condivisibili da tutti.

Anche i temi di carattere etico hanno bisogno di essere illuminati da quello spirito di quel vero illuminismo lombardo che non ha niente di quello spirito fazioso di quelli che propongono soluzioni senza passare attraverso una sana discussione.

So benissimo che la realtà è molto complessa, e anche la natura molto spesso presenta differenze inedite e non facilmente classificabili, ma credo che proprio per questo abbiamo bisogno di recuperare quello spirito lombardo di allora.

Rifarsi a quello spirito non significa rifarsi a una qualche filosofia o a qualche punto di vista soggettivo, ma alla sola ragione perché con la fatica del pensiero si possa trovare soluzioni concrete ed accettate da tutti.

Che non succeda anche oggi quello che successe a Renzo, che ebbe l’ardire di porre una domanda sulle cause della peste e venisse subito accusato di essere un untore, quindi responsabile dei danni incombenti.

Si comincia con il porre delle domande per trovare delle risposte che devono interessare non solo una parte della società, ma che siano in grado di parlare a tutti gli uomini di ogni tendenza e religione, coinvolgendo anche la stessa natura dell’uomo di tutti i tempi.

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