Rieducare il gusto
Faccio fatica a ritrovare i sapori e i profumi di un tempo - oggi, nel mio quotidiano - nonostante una spesa attenta alla provenienza e alla stagionalità di quanto metto a tavola. Ad affermarlo è Giovanna Scibona, giovane impegnata nella comunicazione del cibo
Siciliana, Giovanna Scibona vive a Fano dal 2008. Per lei curiosare, cucinare, scrivere e comunicare sono esperienze ed esigenze vitali. Così, dalla iniziale collaborazione con un’agenzia di comunicazione enogastronomica, in qualità di responsabile commerciale, e in seguito assumendo, per il magazine on line “Cose dell’Altro Gusto”, l’incarico di redattrice, il passo è stato breve per dar corpo alle sue aspettative. Nello stesso tempo, ha pensato bene di concretizzare la propria passione per la cucina abilitandosi nel ruolo di cuoca nel 2011, e lanciando Giòchef, attività di cucina e catering a domicilio. Nel gennaio 2013, dopo altre esperienze di formazione e il conseguimento della qualifica di “Ambasciatore del territorio pesarese”, ha creato Enogastroweb, attività di consulenza nell’ambito del marketing e della comunicazione – tradizionale e sul web – mirata alla valorizzazione del turismo territoriale e dell’enogastronomia. Scrive per il blog “Accoglienza e Territorio” e per la rivista “Cavolo Verde”, oltre ad altre testate on line.
Quale idea di olio lei si è fatta nel corso dell’infanzia?
L’olio sin da piccola è stato sempre e unicamente solo olio extra vergine di oliva, quello che amici di famiglia portavano a damigiane ai miei nonni e che veniva distribuito al resto della famiglia.
L’olio di quegli anni è stato quello ricavato dalle olive o un olio di semi?
L’unico olio che veniva utilizzato in cucina è sempre stato l’olio extra vergine di oliva, anche per le innumerevoli fritture dei tanti piatti tipici.
Una curiosità: i sapori e i profumi dell’olio della sua infanzia coincidono con quelli che invece percepisce e apprezza oggi?
Non sono certa di essere pienamente in grado di rispondere alla domanda, anche perché la mia percezione gusto-olfattiva si è di molto modificata negli anni, e solo da poco tempo ho cercato di “rieducarla”. Certo è che i profumi e i sapori dell’olio, ma anche della frutta e della verdura percepiti quando ero bambina, faccio fatica a ritrovarli oggi nel mio quotidiano, nonostante una spesa attenta alla provenienza e alla stagionalità di quanto metto a tavola.
Cosa apprezza di più di un olio extra vergine di oliva?
Una equilibrata fragranza e un gusto e note fruttate che siano autentici ma non invasivi.
Quanto sarebbe disposto a spendere per una bottiglia di extra vergine?
Fino ad un massimo di dieci euro per un litro d’olio, ma giusto perché non posso al momento permettermi economicamente nulla di più.
A tal proposito, per lei la bottiglia che frequentemente acquista di quant’è? Da 250, 500, 750 ml o da litro?
Da un litro.
In tutta sincerità, senza alcuna senso di colpa o imbarazzo, qual è il suo condimento preferito tra tutti i grassi alimentari?
Se non si fosse ancora intuito: l’olio extra vergine di oliva.
Basta olio. Veniamo al suo lavoro. A cosa sta lavorando?
Sto lavorando a un paio di progetti per Enogastroweb: “Librogustiamo”, un ciclo di presentazioni itineranti di libri a tema enogastronomico; e “Briciole di Territorio”, una serie di brevi contributi audiovisivi attraverso i quali mettere in evidenza i borghi della provincia di Pesaro e Urbino – territorio dove vivo da circa sei anni – ma da un punto di vista diverso da quello comunemente già visto in diversi reportages e documentari. Dopo una breve introduzione, entrano in scena i produttori e le tipicità gastronomiche. Entrambi i progetti sono in fieri.
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui
Commenta la notizia
Devi essere connesso per inviare un commento.