Saperi

Senza psicopatologia ci sarebbe vita?

La dialettica del negativo che caratterizza la realtà suggerisce che senza alterità, senza opposizione, senza contraddizione, nessun sistema vivente trova uno stato temporaneo di quiete propedeutico ad altre scissioni, opposizioni, riadattamenti. In altri termini, la vita costituisce una comune sostanza espressiva di modi differenti e contradittori, il cui gioco dialettico, come salute e malattia, assicura biodiversità ed equilibrio complessivo, per quanto sempre precario, rimodulabile e aperto

Massimo Cocchi

Senza psicopatologia ci sarebbe vita?

Quella che osservate è l’illustrazione della rottura della simmetria con un clown in piedi su un palloncino.

In (A), il clown è in equilibrio instabile e la situazione è simmetrica. Tuttavia, qualsiasi movimento lo farà cadere e il sistema (pagliaccio þ palloncino) perderà la sua simmetria.

(B) Se il palloncino è leggermente piatto sulla sua base (C–F), allora il sistema è metastabile, cioè una leggera perturbazione del clown non romperà la simmetria (C, D), mentre una perturbazione maggiore destabilizzerà il pagliaccio (F).

[Cold Spring Harb Perspect Biol 2009; 1: a001909]

Incipit

Questo illuminante esempio ci dimostra in termini molto semplici il significato della rottura di simmetria in biologia e il senso di questa intuizione rispetto alla vita.

Considerazioni

Negli anni trascorsi, attraverso una combinazione bio matematica, precisamente l’utilizzo deglia cidi grassi delle piastrine, nella loro somiglianza al neurone (Cocchi M., Tonello L., Gabrielli F.,“Considerations on Blood Platelets: A Neuron’s Mirror for Mood Disorders?”. Open Journal of Blood Diseases, 2012, 2, 22-29) interpretati da una rete neurale artificiale, è stata ottenuta una forte capacità classificatoria delle due principali psicopatologie che affliggono l’umanità, la Depressione Maggiore e il Disordine Bipolare (Cocchi M., Tonello L., Tsaluchidu S., Puri B.K. “The use of artificial neural networks to study fatty acids in neuropsychiatric disorders”, BMC Psychiatry 2008, 8 (Suppl 1): S3. doi: 10.1186/1471-244X-8-S1-S3; Cocchi M. Tonello L., “Running the hypothesis of a bio molecular approach to psychiatric disorder characterization and fatty acids therapeutical choices”, Annals of General Psychiatry, 9 (supplement 1): S26, 2010; Cocchi M. Tonello L. Rasenick Mark M. “Human depression: a new approach in quantitative psychiatry”. Annals of General Psychiatry. 2010, 9:25).

In estrema sintesi, ad evitare argomentazioni già profusamente discusse in letteratura, i grafici seguenti illustrano in modo chiaro la configurazione degli acidi grassi delle piastrine, nella scelta della rete neurale, nelle suddette patologie, al confronto con l’andamento degli stessi nelle condizioni di normalità.

Come risulta evidente, la psicopatologia, identificata attraverso l’Acido Palmitico, l’Acido Linoleico e l’Acido Arachidonico, risulta essere sottesa e con andamento opposto agli stessi parametri rilevati nelle condizioni di normalità.

Su queste evidenze, ci siamo posti la domanda se esistesse una rottura di simmetria fra Depressione Maggiore e Disordine Bipolare (Massimo Cocchi, Fabio Gabrielli, Eliano Pessa, Massimo Pregnolato, Lucio Tonello and Paola Zizzi. Major Depression and Bipolar Disorder: The Concept of Symmetry Breaking. NeuroQuantology | December 2012 | Volume 10 | Issue 4| Page 676‐687).

Successive elaborazioni di questo pensiero, ci hanno condotto, anche grazie all’approfondimento delle discussioni e dei confronti a ipotizzare se, la vera rottura di simmetria non fosse riconducibile al confronto fra normalità e psicopatologia (Massimo Cocchi, Chiara Minuto, Lucio Tonello, Fabio Gabrielli, Gustav Bernroider, Jack A. Tuszynski, Francesco Cappello, and Mark Rasenick. Linoleic acid: Is this the key that unlocks the quantum brain? Insights linking broken symmetries in molecular biology, mood disorders and personalistic emergentism. BMC Neurosci (2017) 18:38; Summhammer J, Sulyok G, Bernroider G, and Cocchi M. Forces from Lipids and Ionic Diffusion: Probing lateral membrane effects by an optimized filter region of voltage dependent K+ channels. arXiv. Org. Physics 2020) .

In pratica, come ben descritto nella figura di esempio sulla rottura di simmetria in biologia, una sensibile perturbazione della simmetria può determinare una grande destabilizzazione.

Tradotto in termini di cervello sarebbe lecito pensare che esistano due cervelli con identiche caratteristiche funzionali ma in rottura di simmetria?

L’ipotesi è molto affascinante in quanto giustificherebbe l’esistenza di due diversi cervelli che siesprimono su piani diversi ponendo altresì il caso se nelle condizioni di normalità e dipsicopatologia non vi siano due diverse modalità di esprimere quello che chiamiamo “ragionamento lucido”.

Un ragionamento lucido conservativo e un ragionamento lucido non conservativo, ad esempio come accade nella psicopatologia suicida, esattamente come dimostra l’evidenza dei parametri biochimici investigati nelle condizioni citate.

In pratica, come sempre, la discussione tende a spostarsi nella dimensione filosofica, laddove risulta difficile dimostrare nei fatti l’assioma precedentemente riportato.

Un cervello in grado di tollerare sostanziali variazioni delle sue funzioni e un cervello non in grado di tollerare neppure piccole variazioni delle medesime funzioni?

Il biochimismo degli acidi grassi coinvolti nel ragionamento sulla psicopatologia, il determinismo genetico della psicopatologia, nonché l’induzione fenomenologica del fenomeno epigenetico farebbero proponendere per la suddetta ipotesi, oltre a porre in essere il fatto che possa esistere la vita senza la contemporanea presenza dell’espressione psicopatologica (Le-Niculescu, H., Roseberry, K., Gill, S.S. et al. Precision medicine for mood disorders: objective assessment, risk prediction, pharmacogenomics, and repurposed drugs.Mol Psychiatry (2021)).

Si può concludere che sia ipotizzabile l’esistenza di due livelli di coscienza, una funzionale alla normalità e una “coscienza staccata” funzionale alla psicopatologia. Di fatto, nella psicopatologia, laddove si modifica la trasmissione neuro elettrica e neuro chimica (Summhammer J, Sulyok G, Bernroider G, and Cocchi M. Forces from Lipids and Ionic Diffusion: Probing lateral membrane effects by an optimized filter region of voltage dependent K+ channels. arXiv. Org. Physics 2020)), potrebbe originare un“pensiero lucido” che si organizza e si esprime a una differente modalità di funzione del cervello.

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Postilla filosofica

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Quando la potenza dell’unificazione scompare dalla vita degli uomini e le opposizioni hanno perduto il loro rapporto vivente e la loro azione reciproca e guadagnato l’indipendenza, allora sorge il bisogno della filosofia(Hegel, G. W. F., TheDifference Between FichteandSchelling’s System of Philosophy, tr. H. S. Harris and Walter Cerf (Albany, NY: SUNY Press, 1977).

Ogni umana conoscenza nasce nel momento in cui, scomparsa la potenza dell’unità, le opposizioni abitano il mondo nel segno della loro indipendenza, scevra da ogni feconda contaminazione e reciprocità.

Insomma, il pensiero nasce da una unità perduta, dallo smarrimento del senso complessivo del mondo, quindi da uno stato di estrema povertà che sempre si rinnova, poiché, anche qualora si recuperassero l’unità e il senso, essi continuerebbe a perdersi. Così vuole lo stare al mondo degli umani, in permanente tensione tra una perdita e un riacquisto, sempre temporaneo, sempre esposto all’eclissi.

Tuttavia, l’umano tentativo di trovare l’unità, il senso, il fondamento, si scontra inevitabilmente con il carattere magmatico, dinamico di una realtà che sempre ci sfugge nella sua interezza, che sempre sfugge al pensiero identitario e totalizzante.

La dialettica del negativo che caratterizza la realtà suggerisce che senza alterità, senza opposizione, senza contraddizione, nessun sistema vivente trova uno stato temporaneo di quiete propedeutico ad altre scissioni, opposizioni, riadattamenti.

Nel caso della psicopatologia, l’ontologia del cervello potrebbe rinviare a un’opposizione tra due modi spinoziani di funzionamento in conflitto tra loro, la cui scissione tende a conservare la vita nello stato di cose esistenti.

Detto ancora in altri termini, la vita costituisce una comune sostanza espressiva di modi differenti, contradittori, il cui gioco dialettico, come salute e malattia, assicura biodiversità ed equilibrio complessivo, per quanto sempre precario, rimodulabile, aperto.

Si può concludere che sia ipotizzabile l’esistenza di due livelli di coscienza, una funzionale alla normalità e una “coscienza staccata” funzionale alla psicopatologia.

Di fatto, nella psicopatologia, laddove si modifica la trasmissione neuro elettrica e neuro chimica (Summhammer J, Sulyok G, Bernroider G, and Cocchi M. Forces from Lipids and Ionic Diffusion: Probing lateral membrane effects by an optimized filter region of voltage dependent K+ channels. arXiv. Org. Physics 2020)), potrebbe originare un“pensiero lucido” che si organizza e si esprime a una differente modalità di funzione del cervello.

La depressione tra biologia e matematica. La Parola ha un ruolo?

[Massimo Cocchi, Fabio Gabrielli & Grazia Gulino]

Questo ulteriore testo, a integrazione del precedente, vuole essere una riflessione sul significato e sull’intervento della “parola giusta” nel trattamento coadiuvante della psicopatologia.

Si cerca di individuare una logica che, partendo dal significato etimologico e fenomenologico della “parola”, entra nella possibilità di utilizzare la “parola” come modulatore dello stato mentale della persona.

Molti milioni di persone soffrono di “depressione” e diagnosi errate di questa malattia devastante. Ciò consente al farmaco di invadere il cervello di queste persone, violandone l’equilibrio e, non ultimo, creando pericolose derive che aggravano lo stato patologico.

La diagnosi errata oscilla tra il 40% (Bowden, C.L. (2001). Strategies to reduce misdiagnosis of bipolar depression. Psychiatr. Ser., 52, 51-55) e il 70% (Decima Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, Roma, 2012) e favorisce di conseguenza una terapia imprecisa, spesso foriera di pensieri suicidi.

In questo drammatico scenario che giorno per giorno recluta soggetti che assumono droghe, sulla base di rigorose evidenze scientifiche, sta emergendo la convinzione che un possibile uso efficace e diffuso della “parola giusta” possa essere coniugato con il “farmaco giusto”.

A questo proposito non si può non fare riferimento all’etimologia del termine “parola”: dal latino “parabola”, che nel linguaggio della chiesa indica il racconto allegorico, e più specificamente si richiama alle parabole del Vangelo, divenendo la ” parola” per eccellenza, e, sempre in greco, “parabolè”, da “paraballo”, cioè confronto, manifesta l’intento di illustrare una verità morale.

Stesso discorso per il termine “droga”, dal greco “pharmacon” con la sua ambivalenza di significato: “rimedio” e “veleno”.

Forti evidenze biochimiche, unitamente all’utilizzo di una funzione matematica superiore, hanno permesso la creazione di un efficace e preciso sistema diagnostico che permette di inquadrare la psicopatologia sin dall’esordio, dove gli aspetti psicopatologici di “depressione maggiore” e “disordine bipolare” si confondono l’uno nell’altro (Cocchi, M., Tonello, L., Tsaluchidu, S., Puri, B. K. (2008). “The use of artificial neural networks to study fatty acids in neuropsychiatric disorders”, BMC Psychiatry, 8 (Suppl 1): S3; Cocchi, M., Tonello, L. (2010). “Bio molecular considerations in Major Depression and Ischemic Cardiovascular Disease”. Central NervousSystem Agents in Medicinal Chemistry. 9: 2-11; Benedetti, S., Bucciarelli, S., Canestrari, F., Catalani, S., Mandolini, S., Marconi, V., Mastrogiacomo, A., Silvestri, R., Tagliamonte, M., Venanzini, R., Caramia, G., Gabrielli, F., Tonello, L., and Cocchi, M. (2014). Platelet‟s Fatty Acids and Differential Diagnosis of Major Depression and Bipolar Disorder through the Use of an Unsupervised Competitive-Learning Network Algorithm (SOM). Open Journal of Depression, 3, 52-73); Cocchi, M., Minuto, C., Tonello, L., Gabrielli, F., Bernroider, G., Tuszynski, J. A., Cappello, F. and Rasenick, M. (2017). Linoleic acid: Is this the key that unlocks the quantum brain? Insights linking broken symmetries in molecular biology, mood disorders and personalistic emergentism. BMC Neurosci 18:38).

Sebbene questa soluzione, sorprendentemente, possa consentire di indirizzare meglio la terapia, resta la convinzione che la parola intervenga con un meccanismo ancora sconosciuto sotto l’aspetto biologico, comunque probabilmente riconducibile a meccanismi, anche se difficili da misurare, che potrebbero influenzare centralmente la temperatura.

E come non pensare a questo proposito al valore antropologico dell’espressione dialettale siciliana “na parola conza e na parola sconza” (una parola corregge e una parola distrugge).

Non è una “parola fuori luogo” che nel corso di una diatriba ti fa perdere il controllo emotivo, portando a volte l’individuo a compiere un gesto sconveniente per un temporaneo, improvviso, annebbiamento della psiche?

È quello che accade nella tragedia di Medea, per esempio. Allo stesso modo, una “parola giusta” può essere foriera di pace, e in questo senso l’uso della parola è interpretato come un dono di Dio.

È necessaria una riflessione sul tema che vede parola e farmaco in concerto per la migliore riuscita della cura e del rapporto tra medico e paziente.

In questo senso, la parola deve avere soprattutto un carattere tattile e discreto:

  • Tattile, nella misura in cui toccare, sperimentare pelle su pelle, superficie su superficie, rimanda a quel sé originario, espressivo dei primi momenti di vita, che è, appunto, legato alla pelle (pelle e cervello si formano dall’ectoderma). Qui, sentirsi accolti grazie a un tocco profondamente, interamente corporeo, suggerisce come il sentimento sia all’origine della relazione (tra madre e bambino, e poi nelle future dinamiche intersoggettive).
  • Discreta, poiché la parola, specie nelle pratiche umane di estrema fragilità, come nel caso della depressione maggiore, non deve mai essere invasiva, traboccante, egemone, pena la sua improduttività, il suo assoluto non ascolto, tanto più nelle manifestazioni depressive. Semmai deve essere un verbo di accoglienza, un grembo intriso di tenerezza corporea e di gesti, una pratica feconda di pause e carezze. La carezza, infatti, per sua natura: “[…]. Consiste nel non sequestrare nulla […]. cerca, fruga. Non è un’intenzionalità di divulgazione, ma di ricerca: un percorso nell’invisibile. In un certo senso ‹esprime› amore ma soffre dell’incapacità di dirlo. Ha fame di questa stessa espressione, in un continuo aumento della fame (Lévinas, E. (2006). Totalità e infinito. Saggio sull’esteriorità, introduzione di Silvano Petrosino, trad. di Adriano Dell’Asta, Sezione quarta “Al di là del volto”, Fenomenologia dell’eros, Jaca Book, Milano).

In apertura, foto di Olio Officina

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