filosofia

La folle ricerca dell’utopia

Scrive il filosofo Vito Mancuso che tra follia e utopia vi è un forte legame, tanto forte quanto l’amicizia che legava tra loro Erasmo e Tommaso Moro, gli autori rispettivamente dell’Elogio della follia e di Utopia. L’opera di Erasmo è dedicata a Tommaso Moro. E il titolo originale […]

Alfonso Pascale


È uscito il nuovo numero di Kamen’

La rivista internazionale di poesia e filosofia giunge al suo sessantaduesimo numero. La sezione di filosofia è dedicata a Ludovico Geymonat, che dal 1956 al 1978 tenne all’Università degli Studi di Milano la prima cattedra di Filosofia della Scienza istituita in Italia. Carlo Innocenzo Frugoni, poeta del Settecento, è, invece, il protagonista della sezione di poesia. Infine, per la critica, si pubblicano gli scritti dell’illustre critico Silvio Guarnieri

Corso Italia 7


Senza psicopatologia ci sarebbe vita?

La dialettica del negativo che caratterizza la realtà suggerisce che senza alterità, senza opposizione, senza contraddizione, nessun sistema vivente trova uno stato temporaneo di quiete propedeutico ad altre scissioni, opposizioni, riadattamenti. In altri termini, la vita costituisce una comune sostanza espressiva di modi differenti e contradittori, il cui gioco dialettico, come salute e malattia, assicura biodiversità ed equilibrio complessivo, per quanto sempre precario, rimodulabile e aperto

Massimo Cocchi


Giulio Cesare Vanini, un filosofo dal Salento al mondo

Arso vivo per “ateismo, bestemmia, empietà e altri eccessi”, scrisse alcuni testi di filosofia naturalistica. Il boia gli strappò persino la lingua. Ora Mario Carparelli, vicepresidente del Centro Internazionale di Studi Vaniniani, gli rende giustizia pubblicando una piccola summa a difesa. Così, se la sua figura e il suo sacrificio hanno “contribuito alla nascita dell'Europa laica e moderna”, il suo pensiero può essere utile contro i rigurgiti di barbarie spacciati per ritorno alla tradizione

Marco Lanterna


Colloquio sulla fede

Il teologo e il filosofo, il credente e il laico. Da un lato l’arcivescovo Bruno Forte, dall’altro l’epistemologo Giulio Giorello. Uno si batte da leone per la sua fede e non esita a sparare con tutta l’artiglieria. L’altro solo raramente tira fuori, quasi costrettovi, qualche argomento pungente, forse per rispetto umano. Può l’uomo credere che Dio abbia creato il mondo, se già secondo gli antichi filosofi greci, e pure secondo Nietzsche, non ha né principio né fine, dal momento che il tempo, come lo spazio, non esiste che nella nostra percezione?

Sossio Giametta


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