Saperi

Storia delle abitudini alimentari

Il 2014 andrebbe iniziato con il libro di Giancarlo Signore, edito da Tecniche Nuove. Il titolo rimanda a un percorso che va dalla preistoria ai fast food. In tempi in cui si sta abusando intorno alla comunicazione legata al cibo, meglio una sana lettura

Maria Carla Squeo

Storia delle abitudini alimentari

Non è appena uscito. La pubblicazione risale al 2010, ma la casa editrice Teniche Nuove lavora sul catalogo, non sui libri usa e getta. Lo trovate ovunque, nelle librerie, qualora non lo avessero perché distratte da titoli più appariscenti, di autori televisivi, non esitate a richiederlo, ma lo si può avere consultando le tante libreri on line o direttamente dal sito dell’editore (QUI).

Non è una recensione pubblicitaria – anche se in verità è raccomandabile acquistare sempre tanti libri, senza esitare – ma vi è, in questo caso, l’esigenza esplicita di fare un po’ di chiarezza intorno all’alimentazione, al punto da consigliarvi il libro così da iniziare in modo serio il nuovo anno.

Il libro, come si legge nella quarta di copertina, “è frutto di un lungo lavoro di ricerca storica e di approfondimento sul tema dell’alimentazione umana nel corso del tempo, dalle prime esperienze dell’homo erectus, per arrivare, attraverso l’epoca greco-romana, medievale e rinascimentale, fino ai giorni nostri. Il testo – si legge ancora – vuole cogliere l’evoluzione politica e sociale dell’uomo e il conseguente costume alimentare e di stimolare il lettore a riflettere su ciò che mangia in relazione alla società in cui viviamo, introducendo, ad esempio, degli elementi di approfondimento sul vegetarianesimo (inteso non solo come regime dietetico ma come atteggiamento globale nei confronti della vita) o, più avanti, descrivendo l’epidemia di obesità (globesity) che affligge il mondo occidentale. Vengono anche affrontati temi diversi come la dieta afrodisiaca, il ruolo delle libagioni nelle relazioni sociali, ecc. L’ultima parte, dedicata al Novecento, descrive i cambiamenti della dieta italiana dopo gli anni del boom economico fino al fenomeno del fast food”. Fin qui il testo riprotato dalla quarta di copertina, testo ripreso per intero anche per un motivo molto semplice ed educativo. Non tutte le case editrici assolvono al compito di presentare un libro in maniera così precisa ed equilibrata, senza “vendere” un prodotto con parole diverse rispetto a quel che si trova nel libro. Insomma, senza enfasi, ma con le giuste parole.

Chi è Giancarlo Signore. E’ intanto il fondatore, nel 1999, dell’Accademia Romana di Storia della Farmacia e di Scienze Farmaceutiche. Romano, oltre a numerose monografie di cui è autore, cura per Tecniche Nuove la serie “Il Farmacista”, opera annuale che raccoglie una serie di monografie di aggiornamento scientifico e professionale. Dal 2008, oltre a collaborare con il mensile Farmacia News, attende unicamente agli studi storici e umanistici. Invece nel 1973 è entrato a far parte del Nobile Collegio-Universitas Aromatariorum, ente di cui è stato presidente e che ha diretto per dodici anni fino al 2007.

I capitoli si leggono scorrendoli con grande piacere, la scrittura è adatta a un pubblico di lettori anche non specialista. Si resta affascinati da tanto sapere, ben concentrato in aneddoti e preziose citazioni. Si nota la confidenza dell’autore con le molti fonti cui ha fatto riferimento. L’ampia documentazione è ben orchestrata, tanto che alla fine se ne ricava un utile quadro generale che spinge ad approfondire ulteriormente, andando a consultare altri testi cui nel libro si fa riferiento. Si scopre che intorno al cibo hanno scritto in tanti e in tanti hanno detto la popria. Perfino un grande genio come Leonardo da Vinci, dalle cui carte si possono trarre molte ricette e commentante con tanta arguzia.

Ciò che più affascina, è la capacità dell’autore di raccontare e rendere attrattivo un tema, quello delle abitudini alimentari, che molti ignorano pur fingendo si conoscere. E’ un libro, pertanto, che consigliamo a tutti gli operatori del food e, in particolare, a quanti credono di sapere tutto, ma ignorano completamente la complessità dell’animo umano in termini di usi e costumi.

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