Saperi

Un commento a Schopenhauer che ha del confronto serrato e a tratti pugilistico

Libri per l'estate 2023. Sossio Giametta è un pensatore che offre il suo pensiero commentando quello d’altri secondo affinità od opposizione. Ed è così che nel volume da lui curato, Controstoria della filosofia, edito da La nave di Teseo, usa nei confronti di Schopenhauer la stessa mancanza di riguardi che il cosiddetto saggio di Francoforte riservava a idealisti e dame

Marco Lanterna

Un commento a Schopenhauer che ha del confronto serrato e a tratti pugilistico

Schopenhauer era talmente scontentato dalla miseria concettuale e pochezza di stile delle storie filosofiche istituzionali, da farsene una da sé.

Controstoria della filosofia vale dunque Storia antiaccademica della filosofia.

Allo stesso modo i professori che oggi spiegano Schopenhauer dalle cattedre, o si proclamano addirittura schopenhaueriani, dimostrano di non aver compreso un ette di lui! Ben peggio: d’insegnare ad altri cose che ignorano loro per primi.

Chi crede però che il curatore del volume, Sossio Giametta, pur lui estraneo al mondo accademico, faccia qui una sviolinata a Schopenhauer rimarrà parecchio deluso.

Giametta, come ha chiarito egli stesso, è un pensatore che offre il suo pensiero commentando quello d’altri (così già con Nietzsche) secondo affinità od opposizione.

Sicché il suo commento a Schopenhauer è il confronto serrato, a tratti davvero pugilistico, tra un naturalista-spinoziano-nicciano – esaltatore della vita – e il salice piangente della filosofia.

Giametta usa nei confronti di Schopenhauer la stessa mancanza di riguardi che il cosiddetto saggio di Francoforte riservava a idealisti e dame (fu persino condannato per aver spinto giù dalle scale una donna, menomandola così a vita).

Già il pessimista Cioran, nei Cahiers, parlava del pessimista Schopenhauer, di quel suo voler lardellare ogni cosa con una fantomatica volontà, come d’un monomaniaco, un paranoico delirante; di lui salvava solo lo stile ossia la buccia.

Ma la pietra tombale su Schopenhauer, e su tutti i filosofi metafisici che dal loro cubicolo spazio-temporale avanzano la pretesa di comprendere un Tutto infinito ed eterno, abyssus multa, l’ha messa il nostro Guicciardini col suo non scansabile scetticismo epistemologico: “E i filosofi e teologi e tutti gli altri che scrutano le cose sopra natura o che non si veggono, dicono mille pazzie: perchè in effetto gli uomini son al buio delle cose, e questa indagazione ha servito e serve più a essercitare gli ingegni che a trovare la verità”.

Insomma, anche in filosofia, Italia batte Germania 4 a 3.

Leggi anche

La democrazia deve essere ideale, ma con un’accortezza di Alfonso Pascale

Un’immagine a tutto tondo di Anacleto Verrecchia nel libro di Dario Stanca di Marco Lanterna

Nevicava sangue, il gotico rurale di Eraldo Baldini scava nella storia 

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia