Saperi

Un sogno condiviso non è più utopia

L’impegno di Giuseppe Stagnitto nel differenziare un olio oggettivamente superiore. Quello d’alta quota, in Liguria. Coltivando olivi - dice - si salvano i territori e si evitano disastri ecologici. Con TreeDream, una giusta battaglia di valori apre una porta alla speranza

L. C.

Un sogno condiviso non è più utopia

Giuseppe Stagnitto è nato a Genova nel luglio del 1959. Alla morte del padre, è ritornato con la madre in Oltrepo, dove è cresciuto in ambiente contadino di viticoltori. Ora abita con la famiglia a Zerbo, in un piccolo comune della pianura Padana, ma è spesso in Liguria.

Ingegnere libero professionista (leggi QUI) e docente universitario di Tecnica delle Costruzioni. Con Flavio Lenardon ha fondato “Tesori della Costa”, azienda che, a poco a poco – perseguendo l’obiettivo di valorizzare l’olivicoltura ligure d’alta quota – ha assunto anche la qualifica di azienda a “responsabilità politica”.

“Conoscendoci fin dall’inizio – sostiene Stagnitto – è stato Caricato a definire la nostra azienda “un’impresa con responsabilità politica” (leggi QUI), ed è una definizione di cui andiamo fieri.

“Noi – aggiunge il professor Stagnitto – riteniamo che la parola politica sia da ritenersi appropriata, anche perché, come scriveva Adriano Olivetti, è operazione di alto valore politico dedicarsi al comune interesse morale e materiale tra gli uomini che svolgono la loro vita sociale ed economica nello spazio di una Comunità”.

“Diciamo pure – aggiunge Stagnitto – che siamo stati costretti ad occuparci di cose che normalmente non costituiscono l’interesse centrale di un imprenditore. Questo aspetto è chiarito nell’intervento “La forza contro la ragione dei contadini” (vedi QUI) durante l’anteprima di Olio Officina Food Festival del 29 settembre scorso a Massarosa.

“Tramite il nostro movimento culturale TreeDream, alcuni contadini del Ponente Ligure d’alta quota, invece di pensare a se stessi come svantaggiati dalla sorte per lavorare terre di così difficile coltivazione (tutta manuale), hanno riacquisito una coscienza di identità che si era assopita. Ma alcuni (e sono i più potenti) non vogliono che i contadini affermino la differenza delle loro olive di montagna rispetto a quelle che si raccolgono con molta meno fatica”.

I tratti migliori della personalità. Credo si sintetizzino in questo: gli amici mi riconoscono un certo disinteresse nell’agire. Peccherò forse di vanità, ma mi piacerebbe che si dicesse di me (come scrissero di una persona ben più importante) “non ha mai fatto nulla per interesse; non ha mai fatto nulla che non gli fosse utile”. Però, forse, più che di “disinteresse” parlerei di “interesse superiore”.

Le virtù che coltiva abitualmente. La pazienza e la perseveranza.

I limiti, le pecche maggiori, gli impulsi più incontrollati del carattere. Il mio limite è la necessità di comprendere le cose in modo più approfondito di quanto, forse, sarebbe praticamente necessario. Così avviene che solo in tempi lunghi riesco a essere meglio compreso. Gli impulsi incontrollati? Non riuscire a trattenermi dal dire quel che penso.

I vizi ai quali non si intende rinunciare o, pur volendo, non si riesce a rinunciare. A volte non riesco a trattenermi dal parlare in modo “politicamente poco corretto”.

Un ricordo dell’infanzia che ancora torna in mente. Mio padre, morto a soli 39 anni, mentre mi insegnava a usare gli attrezzi per lavorare il legno.

Il lavoro. Da quanto, e perché, si occupa di olio. E’ stato Flavio Lenardon, il presidente della nostra azienda, “Tesori della Costa”, a farmi innamorare dell’idea di contribuire a salvare l’olivicoltura d’alta quota del Ponente Ligure.

Se crede davvero nel proprio lavoro. Se c’è ancora un sano senso di entusiasmo e passione, o se vi è qualcosa che turba e impensierisce. Credo che la nostra sia una giusta battaglia di valori. TreeDream sta prendendo sempre più piede. I nostri contadini hanno riacquistato il senso della loro comunità. Mi turba l’infaticabilità dei nostri avversari, ovvero le forze di negazione che stanno usando, con tutta la loro forza, per impedire ai nostri olivicoltori di differenziare l’olio d’alta quota. Forse siamo un raro caso di Azienda che, invece di rivali commerciali, ha avversari politici.

Se il comparto olio di oliva non naviga in buon acque, come è ormai evidente (avendo perso valore l’olio extra vergine di oliva, e diventando di fatto, a parte le eccezioni, un prodotto commodity), cosa è giusto fare per reagire allo stato di immobilismo e incertezza attuali. Se vi sono soluzioni per cambiare il corso degli eventi. Nel nostro caso, senza alcun contributo di denaro pubblico, semplicemente favorendo la nostra opera comunicativa per differenziare un prodotto oggettivamente superiore, salveremmo un meraviglioso territorio, eviteremmo disastri ecologici (è il sistema dei terrazzamenti montani che protegge dalle frane) e probabilmente salveremmo anche vite umane.

A proposito di olio extra vergine di oliva, se al primo posto vi sia la qualità o l’origine. Nel nostro caso le cose sono strettamente correlate: una tesi di laurea in chimica organica ha dimostrato oggettivamente la qualità dell’olio prodotto con le olive d’alta quota. Senza seguire nessuna particolare alchimia, semplicemente selezionando le olive, il mio presidente Flavio Lenardon ha potuto presentare un olio (da noi chiamato Taggialto) che ha ottenuto giudizi di cui siamo fieri. Cito solo Giuseppe Vaccarini, presidente dell’Associazione professionale delle Sommellerie Italiana, che ha scritto: “il Taggialto non si può confondere con un normale taggiasco”.

L’olio da olive è un prodotto agricolo, l’agricoltura è confinata in un ambito di marginalità. Se si può intravedere una possibile occasione di riscatto per tale prodotto. Vi è un ampio spazio di azione, come dimostra la nostra attività.

Se ci crede nei sogni, qual è quello non ancora realizzato e che con ostinazione e instancabile coraggio si insiste nel coltivare. Il nostro sogno è riassunto nei principi di TreeDream (vedi QUI). Noi vogliamo veramente contribuire a far “venire tra noi il Regno di Dio”, come dice la preghiera del Padre Nostro.

Se sia sia possibile realizzare il sogno, o se sia una pura utopia che va comunque coltivata pur di sopravvivere alle proprie aspirazioni. Credo sia possibile. Quando un sogno è condiviso non è più un’utopia.

Uno o più miti ai quali ci si affida. Quale, quali. Ho avuto la fortuna di diventare intimo amico del mio maestro, l’ingegnere Aldo Cauvin, ordinario di tecnica delle Costruzioni, morto ormai da qualche anno. Era un uomo dalla cultura abissale (aveva la conoscenza approfondita dei più importanti testi della cultura occidentale che leggeva nelle lingue originali, antiche e moderne) e per me è stato come un padre.

I libri fondamentali nella formazione. Per me sono stati molto importanti due libri: Arte nuova di pensare, di Jean Guitton; e La Grecia e le intuizioni precristiane, di Simone Weil.

Se si possa salvare l’Italia, se vi sia ancora spazio per la speranza. Per non far morire la nostra speranza dobbiamo, consapevolmente, imporci la vigilanza di non ascoltare più i tanti “assassini dello spirito” che ci circondano.

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