Saperi

Una ricchezza di profumi che sboccia nel piatto

La direttrice di qbquantobasta, Fabiana Romanutti, è cresciuta nella civiltà del burro, ma se pensa all’infanzia, le viene in mente solo l’olio di fegato di merluzzo, che la “faceva crescere sana e forte”. Poi ha scoperto l’extra vergine, apprezzandone profumi e sapori, distinguendone anche la provenienza geografica

L. C.

Una ricchezza di profumi che sboccia nel piatto

Fabiana Romanutti dirige qbquantobasta un mensile di gusto e buongusto e l’omonimo quotidiano on line. La cultura del territorio e dei suoi prodotti, la scoperta della storia dell’alimentazione come backstage della grande storia sono diventati la sua passione che vuole condividere con i lettori. I libri di ricette, le storie di chef e i manuali che raccontano la scoperta del baccalà e dei fagioli – in tutto ne possiede svariate centinaia – hanno preso il posto nella libreria dei tomi di filosofia e dei romanzi. Colleziona antiche burriere.

Quale idea di olio lei si è fatta nel corso dell’infanzia? L’olio di quegli anni è stato quello ricavato dalle olive o un olio di semi?
L’olio era un obbligo, visto che si mangiavano in insalata le verdure dell’orto, ma in casa mia all’epoca cultura del’olio non c’era: trionfava il burro! Certo l’olio di oliva faceva bene, era risaputo, infatti per il nonno arrivavano appositamente le bottiglie di Olio Carli, ma siccome costava molto erano solo per lui. Paradossalmente se dico olio e penso all’infanzia mi viene in mente solo l’olio di fegato di merluzzo, che “mi faceva crescere sana e forte”… Fra i ricordi trionfa il burro sia crudo che cotto, quando diventava marroncino e facevamo scarpetta. Poi pian piano, ma ormai ero all’Università, ho cominciato a scoprire la seduzione dell’olio di olive. E non l’ho più lasciato.

Una curiosità: i sapori e i profumi dell’olio della sua infanzia coincidono con quelli che invece percepisce e apprezza oggi?
Decisamente no, dell’olio di semi ricordo solo l’untuosità insapore, di quello d’oliva la forza che mi sembrava eccessiva perché pizzicava palato e gola.

Cosa apprezza di più di un olio extra vergine di oliva?
Semplicisticamente: il sapore, tutta quella ricchezza di profumi che sboccia nel piatto. e anche sul pane… Sì perché adesso sul pane non ci metto più il burro ma un olio buono.

Quanto sarebbe disposto a spendere per una bottiglia di extra vergine?
Fino a 12 euro. Però dipende dalla capienza della bottiglia. In genere comunque spendo dai 7 agli 8 euro.
A tal proposito, per lei la bottiglia che frequentemente acquista di quant’è? Da 250, 500, 750 ml o da litro? Da litro o da 750 ml. Confezioni più piccole mi sembrano campioncini omaggio o esperimenti per oli aromatizzati (limone, peperoncino, tartufo), che pure di tanto in tanto apprezzo.

In tutta sincerità, senza alcuna senso di colpa o imbarazzo, qual è il suo condimento preferito tra tutti i grassi alimentari?
Sarebbe sicuramente il burro, dico sarebbe, perché anche il burro di una volta non si trova più, tranne – almeno per mia esperienza – d’estate in qualche malga. Quindi oggi il mio condimento preferito è l’olio d’oliva extravergine, che apprezzo in tutte le sue sfumature, imparando a riconoscerne sempre più spesso la provenienza geografica.

Basta olio. Veniamo al suo lavoro. A cosa sta lavorando?
Il mio impegno quotidiano è quello di rendere sempre più bello attrattivo leggibile e gradito ai lettori il mensile che dirigo. qbquantobasta mensile cartaceo di gusto e buon gusto sta crescendo molto grazie alla community non solo virtuale che siamo riusciti a creare intorno al progetto. Altrettanto impegno richiede la gestione e il coordinamento del quotidiano on line, anzi approfitto per darvi l’indirizzo del sito www.qbquantobasta.it

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