Saperi

Vorrei chiederti di quel giorno

Questa recensione del libro di Lorenzo Tosa non contiene spoiler e non anticipa il finale. La trama campeggia già nel sottotitolo: Vita e morte di un ragazzo che era mio padre. L’autore, affermato giornalista, impiega due anni per ricostruire, tassello dopo tassello, la complessa vicenda che si snoda nella Genova operaia degli anni Sessanta e Settanta, in uno scenario fatto di lotte, di contestazioni politica, di scontri generazionali

Ilaria Santomanco

Vorrei chiederti di quel giorno

Quando Lorenzo Tosa aveva due anni e mezzo, il padre morì. Era il 2 aprile 1986. Per lungo tempo questa morte rimase ammantata da un alone di mistero. Le domande che il piccolo Lorenzo rivolgeva ai familiari erano liquidate con spiegazioni sempre diverse: ora era un incidente, ora una malattia, poi un ospedale dove “si era lasciato andare”, forse dopo aver ingerito qualcosa, chissà. Restava, in sottofondo, la sgradevole sensazione che l’argomento fosse da evitare.

“Se non fosse stato per quella manciata di fotografie che ciclicamente sbucavano dagli angoli più imprevisti, avrei potuto persino credere che non fosse reale.”

Diventato adulto, e assunto a sua volta il ruolo di padre, scatta nell’autore il bisogno di indagare sul passato di “Papabruno”, per dare un corpo a quell’ombra e riscoprire la vita, il carattere, i sogni di quel giovane scomparso a trentatré anni in circostanze misteriose.

Lorenzo Tosa, affermato giornalista, impiega due anni per ricostruire, tassello dopo tassello, la complessa vicenda, che si snoda nella Genova operaia degli anni Sessanta e Settanta, in uno scenario fatto di lotte, di contestazioni politica, di scontri generazionali. Interroga la mamma, il fratello maggiore Andrea, gli zii, passa al setaccio gli amici di un tempo, i colleghi, le persone che Bruno aveva amato. E poi scava negli archivi alla ricerca di articoli di giornale, documenti, fotografie, lettere e diari; ogni contributo si rivela una preziosa tessera per comporre il mosaico.

I suoi ricordi sono scarsi. Prova allora a immedesimarsi in quel ragazzo pieno di talento, alle soglie della laurea in Architettura, con una tesi da finire, che non sarà mai ultimata. Generoso, appassionato di politica, desideroso di vivere e gridare la propria libertà, e al tempo stesso incapace di prendere le distanze da Nina e di porre fine a un lungo e tempestoso rapporto.

Nel tratteggiare la figura del padre, Lorenzo Tosa sottolinea pregi e difetti, cercando di rimanere neutrale. Il suo è lo sguardo disincantato di chi anela alla verità, qualunque essa sia, senza sconti. Si delinea così la personalità di un giovane alla ricerca della propria strada, abilissimo nel disegno, nella fotografia, nei lavori di falegnameria, dalle indubbie potenzialità da sviluppare, che a un certo punto della vita crolla, mostra un disagio psichico che lo porta al suicidio. “Qualcosa si è rotto nella testa di Bruno.”

Le pagine dedicate all’ultimo giorno di vita di Papabruno sono toccanti. Ormai magro, con i capelli lunghi, i jeans in cui sembra nuotare e gli anfibi neri, insieme all’immancabile Polaroid, accompagna i due figli, uno a scuola, il più piccolo al nido, mano nella mano. Lorenzo vorrebbe ricordare tutti gli istanti di quella giornata, dalla colazione al tragitto fino all’edificio scolastico. Prova a immaginare, con struggente dolcezza, i pensieri di Bruno mentre vagabonda per Genova quel pomeriggio, intorno al ponte di Carignano, a poca distanza dal palazzo in cui lavora suo padre Teresio.

Nel riannodare i fili con il proprio passato l’autore torna figlio, e allo stesso tempo osserva da padre il proprio genitore. Con abili pennellate dipinge il ritratto della propria famiglia e ridà colore al personaggio più evanescente, Papabruno, osservandolo con occhi di volta in volta indulgenti o critici, ammirati o sgomenti, sempre carichi di domande, che oggi trovano finalmente qualche risposta.

Lorenzo Tosa scrive per diverse testate nazionali ed è un esperto di comunicazione politica e social. Per la sua lettura della realtà critica e pungente è il secondo giornalista più seguito d’Italia.

 

Lorenzo Tosa, Vorrei chiederti di quel giorno, Rizzoli 2024

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