Visioni

A proposito di olio dolce

Michele Labarile

I miei suoceri sono di Monopoli. Quando mi fidanzai 25 anni orsono, cominciai a portar loro oli estra vergini delle più varie origini, anzi vere chicche. Ma il commento sugli oli amari e piccanti era: Michele è buono perché lo dici tu, ma sono amari, “acidi”.

Questione di gusto? No, di cultura!

Mio suocero usa fiumi di peperoncino (come d’altronde nel Salento), persino nel brodino vegetale. Ma, culturalmente, per lui l’olio dev’essere dolce.

Il comportamento di mia suocera invece ci dà qualche speranza… Dopo un po’ di tempo mi ha confessato che non le era mai capitato, mentre preparava il pranzo, di avere l’irresistibile bisogno di versare un po’ d’olio nel piatto e fare la scarpetta.

Dobbiamo dunque avere fiducia, e soprattutto una tenace caparbietà.

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