Visioni

Il mistero del Natale tra paure e dubbi

Sante Ambrosi

Gesù, ti confesso che il Natale che si celebra da queste parti non mi è mai piaciuto. Mi ha sempre irritato, quella gioia imposta dal calendario: arriva il Natale e tutti devono essere contenti. Forse sono io che non mi sento bene in questa atmosfera programmata, imposta, suggerita con tutti i mezzi più sofisticati e subdoli della pubblicità. Certo, è difficile sottrarsi a questa onda violenta, e anch’io finisco per far finta di essere allegro. Cosa, questa, ancora peggiore, e che inconsapevolmente mi disgustava nel profondo.

Questo atteggiamento era solito nel passato, ma oggi è anche peggio! Non solo, ora si vuole programmare anche una allegria, una gioia, che non ha più nessun senso. Si verificano cose sempre peggiori. Non mancano gli episodi in cui nelle scuole non si concede di festeggiare il Natale. Lo scorso anno in particolare avevamo assistito al solito dramma, con toni da tragedia proprio perché un preside ha detto che la festa del Natale non si deve fare nella sua scuola. Come sempre, erano scesi in campo politici e genitori, a gridare che non si doveva rubare una festa.

Ecco, mi rivolgo in forma di preghiera proprio a Gesù: mi devi perdonare, ma io non ci vedo niente di stano in questa proibizione, proprio niente. Quel preside che lo scorso anno fu al centro di accese polemiche forse aveva voluto dire, magari inconsapevolmente, ciò che è sotto gli occhi di tutti: del mistero del Natale, nei suoi contenuti profondi e misteriosi, è già da tempo tutto, o quasi, perduto, perché nel corso del tempo il Natale è diventato qualcosa che non dice più niente, né al cristiano cattolico, né, tanto meno, al non cristiano.

Riflettendo su quanto avvenne di così eclatante lo scorso anno, forse nella sua inconsapevolezza, quel preside, è stato più vicino alla verità. E così io lo dico sottovoce: Gesù, nessuno mi deve sentire, ma spero che tu mi comprenda. Quel gridare a voce sguaiata sulla piazza, intorno all’oggetto del contendere: il presepe, come se si trattasse solo di un oggetto da brandire e da lanciare in faccia ai miscredenti, mi ha urtato non poco, al punto da diventare in me profondamente nauseante tutto questo modo di difendere una grande Verità, sempre avvolta nel mistero.

Il punto dolente del mio disgusto, è consistito proprio nell’aver ridotto un grande mistero, mai capito, in un oggetto di propaganda.
Ho sempre cercato di sottrarmi a questa riduzione miserabile, e ancora oggi, alla mia veneranda età, posso dire di avere, con tanta fatica, intravisto solo qualche frammento di questa verità.

Ho studiato e cercato, in un dialogo continuo anche con tante altre idee e religioni, per scoprire e carpire una parola, solo una breve parola di questo mistero.
Proprio per questa fatica, diurna e notturna, mi irrita sommamente quel vociare sguaiato su ciò che va trattato invece con sommo rispetto e pudore.

Ho paura che anche nel Tempio si sia perso il pudore che annuncia e custodisce il Mistero. Così, se esagero, Gesù, perdonami, e fammi capire dove sbaglio!

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