I benefici dell’accordo di Schengen li potete apprezzare se dovete fare un viaggio come il mio di questi giorni, da Basilea a Dusseldorf, fermandovi in varie città.
Avete tre possibilità:
1) passare ad ovest del grande fiume Reno dalla Francia;
2) passare ad Est, dalla Germania;
3) andare di qua e di là a seconda del traffico e delle vostre mete.
Dato che il traffico in queste aree prosperose è intensissimo, potete provare immediatamente a immaginare cosa succederebbe se esistessero delle frontiere con i controlli delle merci e delle persone: un incubo e un danno materiale colossale.
Ovviamente, per i somari che pascolano nei prati sottocasa questa libertà significa poco.
Per la parte del paese – professionisti, imprenditori, tecnici, ecc. – che reggono le sorti della nostra economia e del nostro commercio internazionale questa libertà è vitale.
L’accordo fu firmato a Schengen (14 giugno 1985) fra Benelux, Francia e Germania. Con ciò si eliminarono progressivamente i controlli delle persone alle frontiere comuni e si introdusse un regime di libera circolazione per i cittadini degli Stati firmatari, degli altri Stati membri della Comunità o di eventuali Paesi terzi. I vantaggi in termini di sviluppo per i tre paesi firmatari furono incalcolabili e per loro il processo è irreversibile.
Un altro esempio, il più semplice e intuitivo.
Quando, esausto, faccio l’ultimo tentativo di spiegare che chi pensa di uscire dalla moneta unica, e quindi dal mercato comune europeo, è un folle, o un ignorante abissale, è proprio questo.
Una nazione che si separi dall’Unione avrà il compito di fissare dazi all’importazione e, ovviamente, l’onere di subirli.
Se vuole continuare a praticare il commercio con l’estero – a meno che non pensi di tornare ai prodotti autarchici del “capitano (dux)”, quali i famigerati Lanital, Vegetina, Conditutto, Limonina, di lontana memoria – dovrà stabilire cosa e quanto tassare ciò che proviene dall’estero.
Orbene, dato che nessuno può far tutto (come insegnò un tempo Adam Smith) si tratta di decidere quali gravami imporre e subire su milioni di prodotti di cui in termini semplificati (!!!) darò un esempio:
96071100 Chiusure lampo, con dentini di metalli comuni
96071900 Chiusure lampo, diverse da quelle con dentini di metalli comuni
96072010 Parti di chiusure lampo, di metalli comuni, compresi i nastri con dentini
96072090 Parti di chiusure lampo, diversi da quelle di metalli comuni
oppure:
96061000 Bottoni a pressione e loro parti
96062100 Bottoni, esclusi quelli a pressione, di materie plastiche, non ricoperti di materie tessili
96062200 Bottoni, esclusi quelli a pressione, di metalli comuni, non ricoperti di materie tessili
96062900 Bottoni, esclusi quelli a pressione, diversi da quelli delle precedenti voci 9606 21 e 22
96063000 Dischetti per bottoni ed altre parti di bottoni; sbozzi per bottoni
Queste sono solo alcune classificazioni delle voci del catalogo delle statistiche internazionali.
Ovviamente i somari non capiscono che dietro ogni voce ci sono industrie, artigiani commercianti specializzati che economicamente vivono di questi commerci (e danno lavoro).
Purtroppo, con gli asini: … tempus et verba perdere est, sed cupio in tantis rei publicae periculis me non dissolutum videri, sed iam me ipse inertiae nequitiaeque condemno.
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