Visioni

L’evoluzione del design degli oli

Mauro Olivieri

Qualcosa sta cambiando sul fronte del design degli oli. Sicuramente si è messo in atto un volano e un meccanismo che ha sdoganato l’immobilità in cui è facile cadere per tutti gli attori coinvolti: agricoltori, produttori, confezionatori, grafici e comunicatori del mondo dell’olio.

La filiera ha iniziato a usare il progetto di design a vario titolo, con una nuova consapevolezza e intraprendenza, e una sinergia riscontrabile dai risultati.

Il vero successo sta nel giusto rapporto dei ruoli: da una parte i produttor,i arguti e visionari, e dall’altra la competenza di professionisti, sempre più specifica, con un’alchimia che sta viaggiando verso nuovi scenari.

I produttori hanno cominciato a credere nel processo comunicativo come leva importante per trasmettere i propri valori e virtù, grazie a nuovi stimoli da parte dei progettisti.

Questo processo di collaborazione in realtà ha vissuto momenti d’oro negli anni ’50 – ’60. Allora la voglia di raccontare il proprio prodotto la si percepiva nelle famose latte storiche di aziende note dove il progetto e l’idea nella sua semplicità era un bisogno e una concreta realtà.

Poi negli anni fine ’80 e ’90 abbiamo assistito a un repentino decadimento e la latta che era capace di raccontare una storia divenne, una latta verde con inutili gocce di olio disegnate.

Ha preso piede la voglia di minimalismo e di rigore grafico, dimenticando che quando si toglie troppo può accadere che non resti nulla.

I grafici semplificavano i segni, le aziende ricercavano costi più bassi degli imballi e le industrie erano costrette ad assecondare questa strada, o addirittura a volte richiederla pur di vendere.

Ormai da quasi due decenni si è capito che il design è un processo olistico capace di mettere in atto una completezza di elementi e di sistemi di narrazione, una indubbia capacità di analizzare il progetto su tutti i fronti che legano prodotti, industria, materiali, filosofia, al fine di raggiungere un risultato il più pertinente possibile e adeguato al prodotto.

È importante che i produttori si lascino guardare dall’esterno in modo da far emergere una autenticità scevra da condizionamenti dovuti all’ innamoramento soggettivo del proprio prodotto e della propria azienda, incondizionata e oggettiva.

Il seguito, sul tema del design degli oli, lo affronteremo a Olio Officina Festival, venerdì 18 marzo.

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