Visioni

La Santa Armata Unita contro le innovazioni alimentari

Alfonso Pascale

A sostegno dell’appello contro il “cibo sintetico”, promosso dalla Coldiretti, sono scesi in campo Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida. Ad essi si sono accodati diversi esponenti della maggioranza e dell’opposizione. Parte così la crociata per far diventare senso comune l’ostilità verso un’innovazione alimentare.

La Santa Armata Unita promette che questi alimenti non arriveranno “mai sulle nostre tavole”. Il sovranismo è così. Ama tradurre il buono e il cattivo, secondo i suoi gusti, in legale e illegale. Proibisce la novità per conservare le abitudini alimentari di una volta.

Non sappiamo se questo nuovo cibo preluda una futura rivoluzione alimentare o, semplicemente, stiamo soltanto allargando un po’ la nicchia veg nei supermercati. Ci vorrà del tempo per capirlo.

Nei nostri negozi alimentari c’è già la carne vegetale, basata sulla lavorazione creativa di ingredienti derivati dalle piante, per mimare la consistenza e la succosità della controparte convenzionale.

Sta poi per arrivare quella cellulare, che consiste nel coltivare cellule staminali animali in laboratorio. Dunque carne, nient’altro che carne. Soltanto che cresce in vitro e non in un corpo da macellare.

E c’è, infine, la produzione di proteine nei fermentatori, con il contributo di funghi e microrganismi. Come avviene coi lieviti e i probiotici.

Capiremo meglio se si tratta di un’innovazione riuscita solo quando sapore e prezzi diventeranno appetibili per i consumatori e le imprese avranno convenienza a produrre questo cibo alternativo.

Certo è che, in ogni caso, chi vorrà mangiarsi un manzo allevato in stalla e non in vitro, potrà liberamente farlo e nessuno glielo impedirà.

Dinanzi alle innovazioni alimentari, le crociate non servono a nulla se non a impedire che, ancora una volta, l’Italia perda un treno per accrescere la propria competitività.

L’Olanda ha stanziato una settantina di milioni per sviluppare la carne alternativa e ipotizza di arrivare oltre quattrocento per assumere la leadership internazionale.

Anche contro gli OGM, la Santa Armata Unita salì vent’anni fa sulle barricate. E continua a produrre un danno enorme al paese. Noi non possiamo produrli, ma li importiamo per poter alimentare gli animali con cui facciamo le nostre DOP e IGP.

Eppure basterebbero pochi dati per indurci a riflettere.

Nel giro di cinquant’anni la popolazione si è raddoppiata, e stiamo per raggiungere gli otto miliardi. Ebbene, nello stesso lasso di tempo, la produzione di carne si è triplicata. I dati del 2018 parlano di una produzione di circa 340 milioni di tonnellate.

Oggi l’Asia è il più grande produttore di carne (40-45 per cento della produzione totale). Nel 1961, erano l’Europa e il Nord America i principali produttori (rispettivamente 42 e 25 per cento).

Il problema sostenibilità esiste e difficilmente si può negare. Ci vorrebbe solo un po’ di buon senso. Ma come scrive il Manzoni, “il buon senso se ne sta nascosto, per paura del senso comune”.

Cosa fare? Diversificare, un po’ di carne animale, un po’ di carne vegetale e un po’ di quella sintetica. La diversificazione aiuta tutti, soprattutto il pianeta.

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