A proposito del tema di Olio Officina Festival 2018, “Io sono un albero”, va osservato che Platano e Platone hanno la stessa radice. Ad Atene, filosofi, scrittori e artisti amavano conversare sotto i platani della passeggiata dell’Accademia. Nella sua Historia plantarum, Teofastro riferisce che in quel luogo un platano relativamente giovane aveva addirittura una radice di trentatré cubiti, equivalenti a 14,652 metri.
A tale consuetudine si collegherà, in età rinascimentale, Cesare Ripa nel disegnare l’emblema dell’Accademia: una donna coronata d’oro, nella mano destra una lima maestosa, quasi una spada, sul cui manico è inciso il motto “Detrahit atque polit” (rimuovi e perfeziona), nella sinistra una ghirlanda di alloro, edera e mirto, nonché un grappolo di melegrane. Seduta su un trono fregiato di fogliami e frutti di cedro, cipresso e quercia e di rami di olivo, essa se ne sta in regale atteggiamento, nel mezzo di un cortile, all’ombra dei platani, mentre ai suoi piedi si vedono libri sparsi e un babbuino.
Scrive l’autore dell’Iconologia: “Questi platani ricordano la prima Academia, che fu principiata in villa da un nobil personaggio chiamato Academo, nella cui amena villa non lungi d’Atene si radunavano i Platonici con il lor divin Platone, a discorrere de studij dilettevoli Platonici, sì come narra Diogene Laerzio”.
“Per una curiosa coincidenza – annota lo studioso Alfredo Cattabiani – il nome di Platone aveva in greco la stessa radice dell’albero”.
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