Un’antica leggenda elaborata dai contadini abruzzesi narra della Sacra Famiglia che fugge in Egitto per eludere la caccia da parte dei soldati di Erode che vogliono uccidere Gesù.
A un certo punto del racconto, Maria s’arrampica sui rami di un ulivo per nascondersi tra le foglie dell’albero. Ma l’ulivo, a quei tempi, perdeva il fogliame. E poi, in ogni caso, le sue foglie sono così piccole da lasciare intravedere facilmente quello che c’è dall’altra parte.
Allora la pianta cosa s’inventa? Siccome ha le foglie lucenti nella pagina inferiore, le rivolta tutte insieme in faccia al sole in modo da procurare un fastidio agli occhi di chi guarda. E così i soldati, non potendo tenere a lungo lo sguardo verso l’albero, non la scorgono.
Allora la Madonna ringrazia la pianta con queste parole: “Benedetto l’ulivo, le cui foglie non possano mai cadere”.
Cosa dobbiamo augurarci per il nuovo anno? Di trovare anche noi, lungo la strada, un albero d’ulivo su cui arrampicarci e contenere così la paura che si è impadronita delle nostre esistenze. Una paura dovuta alla nebbia che si è infittita nell’ultimo anno e ci impedisce di avere quella lucidità indispensabile per fronteggiare il dramma che stiamo vivendo.
Ma soprattutto dobbiamo augurarci di avere la consapevolezza che bisogna reagire, con la riflessione e l’azione. E così, rivoltando anche noi le foglie d’ulivo, come nella fiaba abruzzese, potremo diradare la nebbia e guardare al futuro coltivando ragionevoli speranze.
Buon anno a tutti!
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