Cento anni fa nasceva Rocco Scotellaro. È utile tornare a riflettere seriamente sull’eredità del poeta lucano. Un lascito prezioso, che ancora non si è valutato e compreso appieno. Bisogna, tuttavia, stare attenti a un rischio che Scotellaro ha sempre corso dopo la morte: essere o mitizzato o chiuso in un archivio. Occorre, dunque, una rilettura rigorosa della vita e dell’opera dell’intellettuale di Tricarico. Ed è utile accompagnarla con una ricostruzione storica del contesto politico, socio-economico e culturale, in cui la sua vicenda si dispiegò.
Scotellaro ci ha lasciato in eredità un’idea e un metodo che egli riteneva essenziali nei processi di sviluppo. E che, col passare del tempo, sono diventati sempre più attuali. L’idea è che la cultura contadina, anziché un retaggio del passato da gettare alle ortiche, costituisce un elemento da studiare con discernimento per fare in modo che lo sviluppo possa fondarsi sul miglioramento del valore del capitale umano. E il metodo è che l’inchiesta sociologica partecipata va considerata come la premessa ineludibile di ogni percorso efficace di programmazione.
L’Accademia della Ruralità “Giuseppe Avolio”, l’Associazione dei Lucani a Roma, la CIA – Agricoltori Italiani e l’UNIAT – Casa Ambiente Territorio organizzano a Roma il prossimo 24 maggio il Convegno sul tema “Rocco Scotellaro tra antica e nuova ruralità”.
La riflessione verterà principalmente sull’indissolubilità dei diversi aspetti della figura intellettuale di Scotellaro: poeta, politico, sindaco e ricercatore sociale. Saranno approfondite le ragioni che lo indussero negli ultimi tre anni della sua breve vita a formarsi come scienziato sociale, partecipando attivamente al lavoro di un gruppo di giovani studiosi italiani e stranieri che compivano ricerche importanti e di impianto nuovo sulla realtà del Mezzogiorno. Verranno, inoltre, analizzate le conseguenze disastrose della svolta “industrialista” nell’intervento per il Sud che, in quegli anni, andava maturando. E saranno considerati i vani tentativi, compiuti negli anni Settanta, di correggere quella visione distorta dello sviluppo, quando l’apparire spontaneo di una ruralità di benessere che soppiantava l’antica ruralità di miseria faceva emergere nuove opportunità in un contesto europeo e internazionale del tutto mutato.
L’obiettivo del convegno “Rocco Scotellaro tra antica e nuova ruralità” è di riprendere i fili di un impegno culturale e politico che Scotellaro, con spirito anticipatore intriso di forti elementi di modernità, aveva avviato nel suo tempo e che resta ancora oggi attuale.
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