Economia

È Igp, l’olio siciliano

Ormai è fatta, la domanda di registrazione della tanto attesa Indicazione geografica protetta è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. Si tratta di un extra vergine caratterizzato da un singolare flavour di fruttato, con descrittori organolettici di erba, pomodoro e carciofo, la cui caratterizzazione consente di contraddistinguere le produzioni dell'isola

Olio Officina

È Igp, l’olio siciliano

Ne avevamo già dato notizia (negli articoli Sicilia olearia vincente e Olio Igp Sicilia, è fatta), ora siamo certi, con la pubblicazione riportata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, che si tratti di una acquisizione ormai data per acquisita. È il successo di una regione, che è partito dal basso, senza che vi siano state divisioni, come invece è accaduto in Puglia, dove l’attesa di una Igp è ben lontana dall’avverarsi. La Sicilia ha avuto invece, sin da subito, il coraggio e la determinazione di crederci con tutta se stessa, e ora i risultati c sono.

Chi vuol saperne di più, può leggere QUI l’intero documento, con il testo pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea – Serie C 186 del 25 maggio 2016. Ovvero, la domanda di registrazione dell’olio extra vergine di oliva Igp “Sicilia” ai sensi dell’articolo 50, paragrafo 2, lettera a), del regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari.

Di fronte a un territorio così altamente vocato all’olivicoltura come la Sicilia, resta da chiedersi come sia rappresentato l’olio in questo documento.

“L’olio Sicilia – si legge -ha un profilo sensoriale rappresentato da sentori olfattivi diretti e indiretti (olfatto-gustativi) associati alle sensazione di «Pomodoro (foglia, frutto verde o maturo)» e «Carciofo» riscontrabili da sole o congiuntamente. Inoltre è quasi sempre associato il sentore di «Erba fresca». Un’altra peculiarità tipica dell’olio «Sicilia» – si legge sempre in questo documento – riguarda la categoria di appartenenza, riferita alla categoria del fruttato, quasi sempre inquadrabile fra il fruttato medio e intenso, comunque molto armonico nei descrittori degli attributi positivi quali l’amaro e il piccante”.

Tra le cultivar di olivo maggiormente rappresentate, compaiono in elenco le varietà Biancolilla, Cerasuola, Moresca, Nocellara del Belice, Nocellara Etnea, Ogliarola Messinese e Tonda Iblea.

Mentre, tra le cultivar definite “minori”, in quanto quantitativamente meno presenti sul territorio, compaiono in elenco le varietà Aitana, Bottone di gallo, Brandofino, Calatina, Cavalieri, Crastu, Erbano, Giarraffa, Lumiaru, Marmorigna, Minuta, Nasitana, Nerba, Nocellara messinese, Olivo di Mandanici, Piricuddara, Santagatese, Vaddarica, Verdello, Verdese, Zaituna e loro sinonimi.

Non solo. Possono inoltre concorrere altre cultivar presenti negli oliveti, fino ad un massimo del 10 %. La presenza di oltre il 10 % di altre varietà in ambito aziendale esclude – si legge nel documento – la possibilità di iscrivere le superfici olivetate al sistema dei controlli della Igp Sicilia. Le cultivar principali coprono invece più dell’85 % della superficie olivicola regionale.

L’olio ottenibile da tutte le suddette cultivar, utilizzate da sole o congiuntamente, presenta un profilo organolettico facilmente riconoscibile dal consumatore medio, proprio per le sue performance olfattive e gustative definite in un intervallo di percezione medio-alto e con la percezione correlata ai sentori di «pomodoro verde o maturo», «carciofo» ed «erba fresca».

Il successo dell’olio siciliano lo si nota dagli apprezzamenti dei mercati internazionali, dai tanti premi vinti nei molteplici edizioni dei vari concorsi oleari, segno che gli olivicoltori e i frantoiani dell’isola hanno sempre lavorato bene, e, soprattutto, dietro a tale successo c’è, dietro a tale successo nel conseguire l’Indicazione geografica protetta, la determinazione e la grande professionalità di tanti dirigenti e funzionari che si sono impegnati senza mai tirarsi indietro, mossi da una grande passione. Sicuramente, hanno avuto un ruolo significativo Leonardo Catagnano, Maurizio Lunetta, del Comitato Olio Igp Sicilia, e Lucio Monte, già direttore generale dell’Istituto regionale vini e oli di Sicilia.

Come sempre, i successi sono il frutto di un territorio che si muove unito, e la Sicilia, in questo riconoscimento, ha dimostrato di avere le persone giuste, capaci e sicuramente convinte di valorizzare i propri oli extra vergini di oliva.

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