Il bollino “Il Salvagente Zero Truffe”? Costituisce una pratica commerciale scorretta
Ricordate tutto il trambusto derivante dalla pubblicazione di un vecchionumero della rivista Il Salvagente dove venivano messi alla gogna 7 oli extra vergini di oliva su un totale di 15? Ora l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha sanzionato con una pena pecuniaria la società Editoriale Novanta. La domanda che a questo punto ci si pone è la seguente: ha senso dare credito ed enfasi a iniziative così discutibili?
Olio Officina ha sempre disapprovato il ricorso a test comparativi effettuati da soggetti che esplicitamente antepongono il carattere scandalistico a quello, pur legittimo, di tutelare il consumatore.
Nel caso specifico della rivista Il Salvagente, costantemente impegnata com’è a scovare truffe ovunque e in qualsiasi ambito, riteniamo che questo suo modo di essere e agire sia tutt’altro che intento a soddisfare le esigenze dei consumatori, quanto invece incline a suscitare continui scandali che al contrario disorientano e spazientiscono il consumatore.
Ne avevamo dato notizia con un commento alquanto dettagliato nel maggio 2021 (si può leggere l’articolo cliccando QUI), e riteniamo tuttora inappropriato l’irriverente atteggiamento di ergersi a paladini dell’onestà, tanto da esibire nel sotto testata lo slogan “Leader nei Test di laboratorio contro le Truffe ai consumatori”.
Tralasciamo ulteriori considerazioni, riportando invece quanto si legge nel documento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che potete leggere integralmente cliccando QUI.
Ebbene, i soggetti interessati sono da una parte Editoriale Novanta, la società che sta dietro al sito web zerotruffe.it, editrice nel contempo della rivista Il Salvagente, e dall’altra, nel caso specifico dell’olio, Assitol (Associazione Italiana dell’Industria Olearia) e le società Colavita, F.lli De Cecco e Pietro Coricelli, e, con loro, anche Asslaco (Associazione Nazionale tra le Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia).
Al centro di tutto vi è la modalità di presentazione e di attuazione dell’iniziativa “Zero Truffe”, da cui deriva il rilascio, alle aziende che ne fanno richiesta, del diritto di utilizzare il bollino “Certificato Il Salvagente Zero Truffe” e una indagine suscettibile di orientare le scelte dei consumatori “recante gli esiti di test comparativi condotti su oli di oliva, effettuati applicando una metodologia di analisi non trasparente con riguardo alle modalità di campionamento e non conforme alla normativa tecnica prevista per la realizzazione di test comparativi”.
Dopo le puntuali risultanze del procedimento, con le evidenze acquisite e le argomentazioni difensive, il parere dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sono riportate nel documento che potete leggere cliccando QUI, le valutazioni conclusive, dove in particolare emerge che:
…il bollino “Certificazione Salvagente Zero Truffe” appare suscettibile di ingannare i consumatori riguardo alle caratteristiche del prodotto/servizio cui si riferisce e dell’azienda che le produce, in violazione dell’art. 21, comma 1, lettera b), del Codice del Consumo.
E inoltre, che:
… “Il Salvagente” ed Editoriale Novanta non sono enti certificatori riconosciuti a livello istituzionale. Il termine “certificazione” è, infatti, utilizzato impropriamente per descrivere una sorta di “garanzia” rilasciata da un privato.
E ancora:
(…) Quanto ai vanti di terzietà e imparzialità nella concessione del bollino, occorre rilevare che essi appaiono contraddetti dal fatto che i criteri per l’assegnazione del bollino sono determinati di comune accordo e nell’interesse dell’azienda richiedente; inoltre, la circostanza che il bollino è stato assegnato ad una azienda con la quale il professionista (ovvero: Editoriale Novanta, ndr) ha compartecipazioni in altre attività appare in contrasto con la qualifica “super partes”.
Il professionista (Editoriale Novanta, ndr) non ha poi fornito alcun elemento a sostegno del vanto di “leader nel controllo di qualità” di cui si fregia.Pertanto, l’impiego delle espressioni “certificazione Il Salvagente” e “certificato Il Salvagente Zero Truffe”, in assenza di qualsivoglia qualificazione posseduta dal professionista, nonché l’impiego dei vanti di terzietà e imparzialità, appaiono in violazione dell’art. 21, comma 1, lettera f), del Codice del Consumo.
Quanto infine ai test comparativi effettuati su 15 oli, il Garante mette in evidenza come Editoriale Novanta abbia “rifiutato di procedere ad una prova supplementare” per quegli oli (7 su 15) che non sono stati ritenuti, a giudizio della rivista, di essere classificati come extra vergini.
Al riguardo si legge in particolare che:
(…) Il rifiuto della ripetizione della prova appare tanto più stigmatizzabile ove si considerino gli opposti esiti dei test effettuati dai produttori all’atto dell’imbottigliamento e, poi, su campioni appartenenti ai medesimi lotti testati da Il Salvagente.
E ancora:
Il rifiuto di effettuare prove d’assaggio supplementari, a fronte della richiesta dei produttori e delle associazioni di categoria appare configurare, in capo a Editoriale Novanta, una violazione dei canoni di ordinaria diligenza professionale ex art. 20 del Codice del Consumo, attesa da un operatore che pubblica test destinati ad orientare il comportamento di consumatori e rivenditori.
Si precisa, oltretutto, che:
… come emerge anche dalle Linee Guida ISO/IEC, la ripetizione del campionamento (e, quindi, del test) è ritenuta opportuna qualora i produttori documentino la non correttezza o il carattere eccezionale dei risultati del test36. Nel caso specifico, la possibilità – non smentita da EditorialeNovanta – che la qualità dell’olio acquistato dal consumatore finale fosse stata alterata da problematiche distributive al di fuori del controllo del produttore, costituiva un elemento che avrebbe permesso di ritenere “eccezionali” i risultati ottenuti, consigliandone la ripetizione quantomeno della prova di assaggio su campioni acquistati presso altre catene distributive. Pertanto, in assenza di tali prove supplementari, la diligenza professionale avrebbe richiesto l’adozione di particolari cautele nella comunicazione dei risultati dei test comparativi, al fine di evitare fraintendimenti da parte dei consumatori.
Ed ecco la quantificazione della sanzione:
Si ritiene, pertanto, di determinare l’importo della sanzione amministrativa pecuniaria applicabile a Editoriale Novanta S.r.l. nella misura di 30.000 €. Nel caso di specie, considerata la situazione economica e finanziaria del professionista che ha conseguito, in base all’ultimo bilancio di esercizio pubblicato sul Registro delle imprese, perdite pari a 508.936 €, si ritiene congruo di determinare l’importo della sanzione amministrativa pecuniaria applicabile a EditorialeNovanta S.r.l. nella misura di 25.000 €.
In sostanza, nel documento si delibera che si tratti di “una pratica commerciale scorretta ai sensi degli artt. 20, 21, comma 1, lettere b) e f), e 22 del Codice del Consumo e ne vieta la diffusione o continuazione”.
Le nostre considerazioni
Siamo ben lontani dal gioire per questa sanzione. Sono tuttavia episodi – questi ripetuti scandali ai danni della buona immagine che meriterebbe l’olio extra vergine di oliva – che amareggiano per lo spirito con i quali vengono concepiti, anche perché sono il segno di atteggiamenti che riteniamo inutili quanto inopportuni.
Riguardo al provvedimento in questione, può essere presentato ricorso al Tar del Lazio. La questione di fondo però è un’altra: che senso ha concepire un bollino denominato “Zero truffe” e che senso hanno iniziative volte solo a gettare il consumatore nello sconforto anziché aiutarlo a comprendere la qualità e assolvere così al compito di rassicurarlo senza dover necessariamente gridare sempre e unicamente allo scandalo?
Ciò che emerge da tutto ciò, è la caduta di stile di chi pensa di fare giornalismo solo in un’ottica di sensazionalismo, e questo vale sia per la rivista Il Salvagente, che è stata promotrice dell’iniziativa, sia per tutte le altre testate giornalistiche che hanno dato ampio risalto, acriticamente, al test comparativo ritenendolo in modo ingiustificato attendibile, ed evidenziando solo le bocciature impropriamente equiparandole a truffe.
No, questo non è giornalismo. Dopo il grande risalto dato allo scandalo, quanti hanno dato il medesimo risalto al documento del Garante?
Sono in gioco questioni delicate, affrontate con troppa avventatezza. Ne va la reputazione stessa del prodotto olio extra vergine di oliva, che ne esce svilito.
C’è da augurarsi un cambio di passo, soprattutto da parte delle organizzazioni agricole, che da tutti questi continui falsi scandali cui si agganciano per fare propaganda non ne escono fuori in modo dignitoso. Un prodotto nobile come l’olio extra vergine di oliva merita attori migliori nell’ambito dell’intera filiera. Va dato atto ad Assitol di aver esercitato in questa circostanza il proprio ruolo in modo chiaro e non elusivo. Si spera che il comparto olivicolo e oleario non si presti a simili giochi al massacro e non ceda a guerre commerciali di bassa lega.
In apertura, foto di Olio Officina
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