Economia

Olivagione 2022 – 2023: si stima un forte calo del 49%

Speciale Andalusia olearia 2. Il numero esatto a cui si attesterà la campagna di produzione è di 587mila tonnellate di olio. Cambiamento climatico e siccità sono i fattori principali che determinano tale scenario, afferma l’assessore dell’agricoltura Carmen Crespo. Tuttavia, si trattano di stime e l’evoluzione del clima nelle prossime settimane e altri fattori esterni potrebbero modificare in parte quanto previsto

Olio Officina

Olivagione 2022 – 2023: si stima un forte calo del 49%

L’assessore dell’agricoltura Carmen Crespo ha presentato a Jaén la prima stima della campagna 2022-2023, che prevede la molitura di circa tre milioni di olive da cui si otterranno 587.000 tonnellate di olio. La quantità riportata rappresenta il 49% di olio in meno rispetto alla raccolta 2021-2022, e la causa principale è da rintracciare «nel cambiamento climatico e nella persistente siccità sofferta negli ultimi anni» afferma Crespo. Tuttavia, l’assessore prosegue garantendo che ai mercati verranno assicurate un milione di tonnellate di olio da olive.

Per quanto riguarda le olive da tavola, il rapporto redatto dal governo regionale prevede che in Andalusia si otterranno 366.448 tonnellate, il 32,8% in meno rispetto alla scorsa campagna.

In termini di varietà principali, la produzione andalusa è stimata in 204.366 tonnellate di olive da tavola Hojiblanca, 113.239 tonnellate di Manzanilla e 22.671 tonnellate di Gordal. In merito a questi dati, Carmen Crespo è ugualmente fiduciosa: sebbene l’inizio della campagna sia stato caratterizzato da una mancanza di precipitazioni, è possibile che le ultime piogge migliorino il peso dei frutti.

In termini di occupazione, l’assessore regionale ha spiegato che, stando alle stime, le attività legate al frantoio genereranno 13,8 milioni di posti di lavoro in Andalusia in questa campagna, di cui quasi il 36% sarà legato alla raccolta (cinque milioni di posti di lavoro). Nel caso delle olive da tavola, si stimano 2,2 per posti di lavoro in campo, compresa la raccolta. Pertanto, la stima complessiva ammonta a 16 milioni di posti lavorativi occupati nella stagione 2022-2023 per l’olio da olive e le olive da tavola andaluse.

I dati presi in considerazione sono solo stime di produzione, e l’evoluzione del tempo nelle prossime settimane, insieme ad altri fattori esterni, potrebbe portare a cambiamenti. Le previsioni del governo andaluso, comunque, tendono ad avvicinarsi alla produzione reale, con una “fluttuazione di circa il 10%” tra la stima iniziale e i dati finali della stagione.

Dati per prodotto e provincia

Per province, Jaén si colloca al primo posto con una previsione di raccolta di 937.000 tonnellate di olive per i frantoi, che si tradurrà in 200.000 tonnellate di olio da olive (-60% rispetto al 2021-2022). Nel caso di Almeria, si prevedono 55.000 tonnellate di olive da molitura e 10.000 tonnellate di olio; a Cadice, 52.000 tonnellate di olive e 9.000 tonnellate di olio; a Cordoba, 850.000 tonnellate di olive e 158.000 tonnellate di olio; a Granada, 331.000 tonnellate di olive e 70.000 tonnellate di olio; a Huelva, 52.000 tonnellate di olive e 10.000 tonnellate di olio; a Malaga, 215.000 tonnellate di olive e 40.000 tonnellate di olio; a Siviglia, 488.000 tonnellate di olive e 90.000 tonnellate di olio.

Per quanto riguarda gli oliveti biologici, la stima indica 16.700 tonnellate di olio distribuite tra tutte le province. Nel 2022-2023, si prevede che la produzione raggiunga 300 tonnellate di olio d’oliva biologico ad Almeria; 200 tonnellate a Cadice; 8.000 tonnellate a Cordoba; 1.000 tonnellate a Granada; 3.100 tonnellate a Huelva; 1.200 tonnellate a Jaén; 400 tonnellate a Malaga e 2.500 tonnellate a Siviglia.

La relazione del Consiglio include anche previsioni provinciali per le olive da tavola. Siviglia è il principale territorio andaluso in questo caso, con 247.600 tonnellate previste per la campagna 2022-2023. Ad Almeria, le stime si aggirano attorno a 473 tonnellate e, sempre calcolato in tonnellate, a Cadice 42, a Cordoba 70.740, a Granada 59, a Huelva 3.100, a Jaén 234 e a Malaga 44.200.

Esportazioni e dazi Usa

L’Andalusia è leader nelle esportazioni di olio da olive, rappresentando quasi il 75% delle vendite internazionali. Un ruolo di primo piano lo ricopre anche nelle esportazioni di olive da tavola, soggette ai dazi imposti dagli Stati Uniti.
In merito a questa circostanza, Carmen Crespo ha dichiarato che è necessario «continuare a lottare per porre fine alla tariffa imposta dagli Stati Uniti, che sta causando perdite per 150 milioni di euro», e ha sottolineato che il governo andaluso non è concorde con la sentenza dei tribunali americani.

Per questo ha chiesto che l’opera proattiva dall’Europa continui con il sostegno dell’Organizzazione mondiale del commercio, la quale «sostiene l’eliminazione dei dazi che colpiscono in particolare le olive nere» provenienti dall’Andalusia.

Sfide per la nuova stagione

Le situazioni che il settore dovrà affrontare in futuro sono molteplici e disparate. «Al momento – dichiara Crespo – il prezzo per l’olio da olive è giusto, ma i costi di produzione sono eccessivamente alti». Di fronte a questa situazione, ha sottolineato la necessità di stabilire una moratoria affinché i requisiti derivanti dagli eco-regimi della nuova Politica Agricola Comune «non diventino un costo aggiuntivo e che “l’oliveto sia considerato un ecoschema ‘per sé’».

L’assessore ha fatto riferimento anche alla situazione idrologica e al suo impatto sull’oliveto, affermando che «lavorare sulla politica idrica non solo è importante da tempo, ma sta diventando urgente». Crespo ha ricordato alcune delle richieste avanzate dalla Giunta allo Stato, come lo sviluppo dei lavori della diga di Siles e la concessione definitiva che permetterà agli irrigatori di sfruttare l’acqua rigenerata prevista per il bacino del Guadalquivir.

Ci si è soffermati anche sulle azioni messe in atto dal governo regionale, come la collaborazione con otto comunità irrigue di Jaén, che prevede la mobilitazione di dieci milioni di euro per risparmiare acqua ed energia. Questa è la strada da seguire, ha sottolineato l’assessore Crespo, menzionando anche altre iniziative, come la promozione del centro di riferimento per la qualità dell’olio da olive e la strategia andalusa per l’olio da olive, invitando il settore stesso a «metterla in moto insieme al governo ed esplorare le possibilità che questa può offrire».

Politica idrica

La riduzione del 25% delle precipitazioni, e le temperature medie di 29 gradi, superiori a quanto storicamente viene registrato in Andalusia, hanno avuto un impatto determinante sulla campagna olivicola 2022-2023. Crespo ha deciso di continuare a portare avanti la politica idrica nella provincia di Jaén, come sta facendo il governo andaluso, ricordando che il governo regionale sta lavorando nel campo del trattamento delle acque con 131 milioni di euro, un importo che comprende investimenti nell’85% dei comuni di Jaén al fine di fornire agli irrigatori acqua rigenerata per le loro colture.

Carmen Crespo ha lamentato la “precarietà dell’irrigazione” che rimane in questa zona, parte del bacino del Guadalquivir, di competenza statale. L’assessore ha chiesto che vengano rilasciate le concessioni definitive agli irrigatori affinché possano usufruire dei 20 hm³ di acqua rigenerata previsti dalla pianificazione della Confederazione Idrografica del Guadalquivir e ha precisato che, quando ciò avverrà, il Consiglio collaborerà con la promozione delle risorse terziarie dei trattamenti degli impianti di depurazione per rendere possibile l’utilizzo di tali risorse aggiuntive per l’irrigazione delle colture.
L’assessore Crespo ha riportato l’attenzione sulla sua richiesta al governo spagnolo di applicare la doppia tariffa elettrica per gli irrigatori prevista dalla legge sulla filiera alimentare per affrontare non solo la sfida della siccità, ma anche all’inflazione e all’aumento dei costi di produzione subito dal settore olivicolo.

Oliveti andalusi

L’olivo è la principale coltura dell’Andalusia, afferma Carmen Crespo, e la sua produzione ha superato i 3.567 milioni di euro nel 2021. Ha inoltre precisato che la Comunità autonoma andalusa ha un totale di 1,63 milioni di ettari dedicati alla coltivazione dell’olivo, rappresentando così il 61% del totale nazionale, il 32% dell’Europa e il 14% del mondo. Di questa superficie, il 95% corrisponde a olive da frantoio e il restante 5% (82.000 ettari) a varietà destinate preferibilmente alle olive da tavola.

L’assessore regionale ha sottolineato che «l’oliveto è un volano per l’occupazione e la spina dorsale dell’economia dell’Andalusia rurale», ricordando che il 97% degli 800 villaggi andalusi ha un oliveto, e che l’economia e l’occupazione in più di 300 comuni dell’Andalusia sono direttamente legate alla produzione di olio da olive, da cui dipende un tessuto agroindustriale di oltre 1.700 aziende.

 

In apertura, foto di Olio Officina©

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