Economia

Perché l’extra vergine a nove euro non è sufficiente per gli olivicoltori?

Negli ultimi mesi, il prezzo dell’extra vergine è aumentato in modo vertiginoso. In Italia, certo, ma non solo. In Spagna, l’Unione dei piccoli agricoltori e allevatori, Upa, fa luce sulla situazione attuale e sulle difficoltà incontrate dagli attori del comparto olivicolo, proponendo soluzioni e azioni concrete da parte delle istituzioni

Olio Officina

Perché l’extra vergine a nove euro non è sufficiente per gli olivicoltori?

Gli alti costi di produzione a cui devono rispondere gli olivicoltori spagnoli non possono essere ripagati dall’attuale prezzo dell’olio da olive, di nove euro al litro, considerando che all’aspetto delle spese va aggiunto quello relativo alla scarsa resa produttiva delle ultime campagne.

Cristóbal Cano, responsabile del settore olivicolo di Upa, l’Unione dei piccoli agricoltori e allevatori che rappresenta e difende gli interessi dei professionisti di tali settori in Spagna, dichiara che seppur il prezzo ha raggiunto la cifra di nove euro, il problema resta ugualmente dal momento che ciò che manca è il prodotto stesso. Per essere davvero redditizi, gli olivicoltori richiedono stabilità e maggiori certezze, senza che gli anelli più deboli della catena ne risentano più di altri attori del comparto.

C’è anche da considerare che il prezzo attuale dell’olio non invoglia all’acquisto, dal momento che i consumatori sono stati abituati a prezzi decisamente più bassi, facendo così perdere di valore alla materia prima.

Cano insiste sul fatto che l’Andalusia e la Spagna sono la dispensa di olio da olive per tutti i Paesi, pertanto, tutte le amministrazioni, l’Unione Europea, il Governo centrale e le Comunità Autonome, devono stabilire un pacchetto di aiuti diretti al settore oleicolo per evitare ulteriori conseguenze economiche e sociali disastrose.

È fondamentale che le amministrazioni mettano in atto meccanismi di regolamentazione dei prezzi. L’attuale legge sulla catena alimentare in Spagna è uno strumento chiave perché progettata in modo che tutte le figure interessate ricevano il giusto compenso, equo e dignitoso.

Insieme a tale manovra devono essere incorporati «nuovi strumenti come osservatori ufficiali dei costi di produzione agili che segnano i costi in tempo reale, o un osservatorio dei margini commerciali che assicuri che la grande distribuzione non cada nella tentazione di massimizzare i suoi profitti, soprattutto in momenti di grande difficoltà come quello attuale», conclude Cristóbal Cano.

Upa, Unione dei piccoli agricoltori e allevatori

L’Upa conta più di ottantamila affiliati in tutta la Spagna, parte del Consiglio economico e sociale, Ces, partecipa a tutti gli incontri di interlocuzione e rappresentanza regionali o nazionali del Paese.

Inoltre, è membro del Comitato delle organizzazioni professionali agrarie dell’Unione europea, Copa, in cui si discutono tutte le azioni nell’ambito della Politica agraria comune e si realizzano le proposte corrispondenti alla Commissione Europea e al Consiglio dei ministri dell’Unione Europea ed è la prima organizzazione agraria spagnola membro dell’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori.

La gioventù di Upa si riflette, soprattutto, in due fattori. Nell’impeto di difendere l’agricoltura familiare e nell’esperienza acquisita rapidamente negli ultimi anni, in quanto l’Unione è nata con l’ingresso della Spagna nell’Ue ed è cresciuta in parallelo all’importanza dell’agricoltura spagnola a livello comunitario e all’evoluzione della Politica agraria comune.

Nelle diverse comunità autonome, l’Unione fa parte delle Camere agrarie, e a livello settoriale partecipa a tutte le organizzazioni interprofessionali.

Upa ha anche un ufficio a Bruxelles dal quale viene effettuato un monitoraggio puntuale della Politica agricola comune ed è rappresentata nei comitati consultivi dell’Ue, così come nel Copa e nel Ces Europeo.

In apertura, foto di Olio Officina

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