Economia

Quando si dice alta qualità

Una partnership internazionale nel nome degli oli extra vergini di qualità è possibile. A provarci, con grande determinazione e coraggio, due realtà di primo piano, Ceq e QvExtra!, in nome di Italia e Spagna. Due Paesi uniti su un fronte e un obiettivo comune: portare avanti un progetto di cui beneficeranno in molti. Il resoconto di un seminario che si è tenuto ad Andria

Olio Officina

Quando si dice alta qualità

Le attività del Ceq, il Consorzio di garanzia dell’olio extra vergine di qualità sono note a tutti. È l’unica realtà, in Italia, che si sta occupando di produzioni di qualità con un approccio laico e indipendente, prendendo a cuore gli interessi del prodotto, del consumatore, e delle stesse aziende del comparto, senza distinzione di appartenenza, quindi dando spazio e visibilità e azione, sia alle piccole, sia le medie, sia infine alle grandi imprese. Perché l’obiettivo non può conoscere distinzioni, per quanto esso sia importante. Ed è proprio per questa ragione che vi è stata una collaborazione proficua e significativa, tra i due principali Paesi produttori, Italia e Spagna. Sul fronte interno il Ceq, di cui è presidente Elia Fiorillo; sul fronte spagnolo QvExtra!, di cui abbiamo scritto a suo tempo: QUI.

Questa iniziativa è di quelle che possono avere una valenza storica, se solo tutti coloro che operano all’interno del comparto la appoggiano. In maniera laica, libera, indipendente. A farne parte sono le aziende olivicole, i frantoiani, le aziende commerciali e, più in generale, le aziende di marca. Proprio coloro che sono attivi su campo e vivono curando sempre più le buone sorti dell’olio da olive, prestando particolare attenzione alla qualità, quella alta. In questo progetto, peraltro, non manca nemmeno chi rappresenta il mondo della distribuzione, con la presenza qualificata di Metro.

Ad Andria, dunque, l’incontro che si è svolto lo scorso giovedì 21 luglio, presso l’azienda del Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli. È stato un proficuo seminario voluto e organizzato appunto dal Ceq, con la chiara intenzione di presentare pubblicamente le attività realizzate nell’ambito della partnership internazionale avviata con il gruppo Metro e con l’associazione spagnola QvExtra!

L’apertura dei lavori ha visto il Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli, titolare dell’omonima azienda, accogliere tutti i presenti, come è suo costume, con l’ascolto dell’inno nazionale, senza trascurare la memoria della tragica vicenda accaduta nei giorni scorso con il disastro ferroviario sulla linea Andria-Corato, evidenziando come il Sud sia considerato purtroppo dallo Stato come la periferia ai margini di tutto, invitando a onorare la memoria dei defunti con l’auspicio che cambi lo stato della realtà, prestando le dovute attenzioni per migliorare i collegamenti.

Spagnoletti Zeuli è a sua volta un socio consigliere del Ceq, e con il suo intervento introduttivo ha evidenziato come la collaborazione in atto, con un’associazione di un Paese considerato concorrente, la spagnola QvExtra! sia di fatto il segnale che qualcosa stia accadendo. “Ci stiamo muovendo verso un linguaggio comune internazionale per la diffusione della cultura della qualità”ha detto Spagnoletti Zeuli.

Elia Fiorillo, il presidente del Ceq, ha voluto evidenziare a sua volta come i consumi di extra vergine nel mondo siano in aumento e che effettivamente ci sia sia spazio per tutti. “I paesi produttori” – ha sostenuto Fiorillo – “devono cercare punti di convergenza e collaborare per creare più valore per la filiera, piuttosto che farsi concorrenza”.
Interessante anche una considerazione espressa dal presidente Fiorillo: “noi – ha confidato – ci guardiamo allo specchio e ci diciamo ogni volta quanto siamo bravi: siamo i migliori del mondo, ma lo diciamo tuttavia senza confrontarci. Lo diciamo con poca umiltà. Pensiamo invece a quanto si è lavorato per l’alta qualità. Noi come Ceq ci stiamo lavorando da oltre tredici anni. Abbiamo coinvolto tanti soggetti della filiera, convincendoli, ma, come al solito accade in Italia, per volontà politica resta tutto fermo, quando invece c’è urgente necessità di muoverci e di essere uniti. Non possiamo – ha aggiunto Fiorillo – sederci sugli allori. La leadership incontrastata di cui godevamo un tempo via via la stiamo perdendo. Occorre cambiare passo, manifestando più umiltà, più unità e coesione, e, soprattutto, occorre innovare e creare valore. Il valore – ha concluso il presidente del Ceq – deve essere un punto fermo da tenere bene in mente”.

Ecco allora l’accordo con la Spagna, visto che gli spazi ci sono tutti, il mercato accoglie tutti e la qualità deve essere un traguardo condiviso e da sostenere e ogni vota da rilanciare.
Mauro Meloni, il direttore del Ceq, intervento a sua volta ha illustrato i risultati ottenuti attraverso il monitoraggio degli oli a scaffale e alla produzione, evidenziando l’impatto dei requisiti qualitativi stabiliti dai due consorzi per l’alta qualità sulle produzioni reali. “Gli extra vergini con tali requisiti” – ha sottolineato Meloni – sono facilmente ottenibili con buone tecniche di lavorazione e, se riusciremo a mantenere integre le loro proprietà nutrizionali fino alla tavola dei consumatori, avremo buoni argomenti per giustificarne il valore differenziale. Per modificare la percezione del consumatore degli extra vergini di alta qualità – ha affermato Mauro Meloni, occorre creare una cultura oggettiva e diffonderla oltre i nostri confini e questo richiede uno sforzo che non è alla portato di una singola azienda”.
Non sono da sottovalutare gli sviluppi dei risultati del monitoraggio, andrebbero considerati punto per punto, perché offrono un quadro molto esplicativo della realtà produttiva, anzi, forse sarebbe meglio dire al plurale: le realtà produttive. “Occorre mettere la qualità al di sopra dell’origine – ha affermato Meloni – è importante, perché la qualità fa sempre la differenza”.
L’obiettivo del Ceq, condiviso anche da QvExtra! è di differenziare l’extra vergine di alta qualità dal resto, determinando così una nuova sensibilità nel consumatore. “Per affermare l’alta qualità – ha concluso Meloni – non occorre trascurare nulla, soprattutto non occorre perdere di vista la centralità della logistica, facendo di conseguenza valere il concetto di olio deperibile. La qualità deve essere presa in seria considerazione da tutti, anche da chi ha ricevuto e gestisce l’alta qualità, anche perché, appunto, l’olio è materia fragile, va preservata in continuazione”. È un passaggio culturale che tatti dovrebbero compiere, finanche lo stesso consumatore.

Dopo le premesse di Spagnoletti Zeuli, Fiorillo e Meloni, è stata la volta di Natalia Beluzzi, Own Brand Specialist di Metro Italia, che ha illustrato le attività che Metro Cash&Carry sta sviluppando in Italia con il Consorzio Ceq per la valorizzazione del loro portafoglio oli, in particolare quello di fascia premium. “Le attività – ha precisato la Belluzzi – si sono mosse principalmente su due direzioni. In primo luogo il monitoraggio delle caratteristiche qualitative dei prodotti in assortimento, condotto con prelievi a scaffale e analisi sensoriale prima di eventuali audit ai fornitori. In secondo luogo la formazione del personale Metro e la diffusione delle informazioni sulla qualità degli oli e sulle modalità di conservazione e consumo ai clienti”. Senza inoltre trascurare i tanti eventi organizzati in molte occasioni, con l’impegno a trasferire una solida cultura dell’olio facendo formazione, interna ed esterna.

Valentina Nolli, QA Expert Food Global Quality Assurance di Metro Group, ha illustrato a sua volta gli obiettivi e i risultati della partnership a livello Internazionale tra Metro Group, Ceq Italia e QV Extra! “L’extra vergine – ha dichiarato – offre grandi opportunità. Alcuni Paesi non conoscono ancora le proprietà degli extra vergini, ma soprattutto non sanno come utilizzarli”. La Nolli ha confermato l’orientamento del gruppo Metro di estendere a livello internazionale l’esperienza fatta in Italia e in Spagna con i due Consorzi, con l’obiettivo di acquisire le competenze per fare una prima valutazione degli assortimenti e nello stesso tempo collaborare per una migliore identità degli extra vergini di alta qualità a scaffale. L’esperienza formativa condotta insieme ai due Consorzi in Germania lo scorso ottobre è solo il punto di partenza, ha affermato la Nolli, sottolineando come la partnership a livello internazionale porterà benefici a Metro, ai due consorzi e ai clienti stessi.

Massimo Occhinegro, esperto di marketing internazionale, ha illustrato le strategie di marketing per l’olio extra vergine di oliva italiano nei nuovi mercati, avvertendo si prestare la massima attenzione nel non commettere errori. Ï mercati del mondo sono diversi, non si possono adottare le stesse strategie ovunque. Anche nel mercato interno – ha precisato – è necessario verificare la mentalità e l’approccio del consumatore con il prodotto. Comprendere usi e costumi – ha aggiunto – è molto importante, prima di affrontare il mercato. Anche l’evoluzione del prodotto è oltretutto diversa, e occorre considerare anche lo stesso ciclo di vita. Ogni fase perlato richiede un cambio di politiche del marketing mix. Non si può assolutamente adottare una strategia indifferenziata, giacché cambia ogni volta l’interlocutore, oltre che lo spessore dell’interlocutore”. Massimo Occhinegro ha inoltre sottolineato come l’Italia stia perdendo quote di mercato nei paesi emergenti e che deve di conseguenza cambiare qualcosa nelle strategia di vendita. Per Occhinegro c’è dunque bisogno di maggiore cooperazione tra le aziende italiane, spesso piccole e frammentate, oltre che di maggiore innovazione, e di una maggiore conoscenza delle dinamiche di consumo dei paesi emergenti. “È fondamentale – ricorda ancora Occhinegro, comprendere a fondo le culture diverse dalla nostra, prima di ogni azione commerciale, adeguando le offerte in modo da accompagnare i gusti esistenti verso una graduale accettazione dell’amaro e del piccante”. Da qui un esempio felicissimo, che occorre un po’ tutti considerare: riguarda la cioccolata. Tutti preferiscono quella al latte, perché più dolce, e non invece quella fidente, in quanto più amara. Ora però – ha ammesso Occhinegro – pian piano sta cambiando il rapporto del consumatore con la cioccolata, il quale sta pian piano accettando il gusto fondente, nelle varie percentuali. Insomma – ha concluso Occhinegro – è importante che il consumatore lo si educhi, senza mai forzare il suo approccio, ma cercando di aiutarlo, informandolo, sostenendolo nei suoi momenti di confronto con il prodotto. lo stesso vale per l’olio extra vergine di oliva”.

Dopo la prima parte del seminario, la seconda si è sviluppata a partire da una tavola rotonda condotta e moderata da Luigi Caricato, direttore di Olio Officina Magazine, i quale ha evidenziato quanto sia necessario e urgente reagire allo stato di quiescenza che sta attraversando il comparto oleario, facendo notare come si debba al più presto rinnovare il linguaggio dell’olio, troppo ancorato a una visione vetusta e passatista. “Ci vuole un linguaggio nuovo, senza cedere come è stato fatto finora, a una visione negativa e pessimistica”. Tante le sollecitazioni espresse da Caricato: l’invito a una proficua collaborazione tra tutti i Paesi produttori, perché la concorrenza è del tutto fuori luogo e fuorviante, visto che c’è spazio per tutti nel mercato. Ha inoltre messo in evidenza la necessità di dare valore a tutta la gamma degli oli da olive, rispettando la gerarchia di valore, secondo una piramide della qualità che è stata ed è tuttora fondamentale per dare corpo a una olivicoltura che punti non più soltanto alla qualità, ma all’alta qualità.

Elia Fiorillo su sollecitazione di Caricato, ha segnalato i rischi negativi nella comunicazione sull’olio di oliva quando, come spesso accade, i giornalisti si fanno portatori di opinioni scientifiche senza una robusta conoscenza della materia, finendo per diffondere concetti superficiali quando non addirittura errati, come è successo spesso nel corso degli ultimi anni. Per Fiorillo è strategico costruire alleanze trasversali per difendere e diffondere una cultura sul valore distintivo degli extra vergini di alta qualità e è per queste ragioni che il Ceq sta collaborando con il gruppo Metro e con l’associazione spagnola QvExtra! su un progetto globale di comunicazione.

Juan Gonzalez De Pablos, intervenuto in rappresentanza di QvExtra!, di cui è consigliere, ha ribadito che in Spagna i produttori associati sono molto soddisfatti dell’alleanza con il Consorzio Ceq per comunicare con più efficacia e trasversalità la qualità distintiva degli oli extra vergini di alta qualità. Nella stessa Spagna, sottolinea Gonzalez, i consumi di olio di oliva superano quelli dell’extra vergine, a conferma che c’è molto lavoro da fare anche nei confini nazionali. In Spagna, aggiunge Gonzalez, negli ultimi anni c’è stata molta innovazione come per esempio nel packaging, ma spostare un asse di consumo verso gli extra vergini di alta qualità in tutto in mondo è un impresa che non possiamo affrontare da soli.

Maria Grazia Minisci, titolare dell’omonima azienda, ha riconosciuto che il Sud abbia commesso molti errori sul fronte olivicolo, non investendo in scelte innovative. Per la Minisci, è necessario ripartire proprio da qui, con la convinzione che gli industriali hanno bisogno dei produttori per acquistare olio italiano di qualità e le piccole aziende hanno bisogno che le grandi aprano nuovi mercati, dove potersi poi inserire. Con il Ceq, ha affermato la Minisci, abbiamo maturato in passato esperienze di comunicazione nei nuovi mercati dove aziende di diverse dimensioni hanno proficuamente collaborato tra loro.

Zefferino Monini, presidente della Monini Spa, ha evidenziato la necessità improcrastinabile di comunicare le proprietà salutistiche degli extra vergini di alta qualità, se si vuole creare valore per la filiera olivicola. L’azienda, ha ribadito Monini, sta investendo nella comunicazione del suo extravergine italiano più fruttato, pur non essendo il prodotto più venduto, proprio per le sue proprietà salutistiche. All’estero, ha sottolineato Monini, c’è un approccio più laico sulla qualità e il ricorso alle innovazioni è fatto con più coraggio che da noi. Dobbiamo innovare senza pregiudizi, sperimentando e confrontando tutte le soluzioni tecnologiche che la ricerca oggi ci mette a disposizione.

Donato Pantaleo, presidente della Nicola Pantaleo SpA, ha confermato l’importanza dell’innovazione, una strada che la sua azienda ha imboccato già da diversi anni, forte della conoscenza e dei risultati conseguiti soprattutto nei mercati esteri. In quanto socio fondatore del Consorzio, la Pantaleo ha sempre sostenuto in prima linea l’impegno del Ceq nella certificazione del prodotto di alta qualità esportandolo nei nuovi mercati. Ed è proprio da questa esperienza, ha affermato Donato Pantaleo, che è stato rafforzato l’impegno da parte della sua azienda a investire a monte della filiera, così da disporre di oliveti e frantoi innovativi capaci di produrre blend di extra vergini equilibrati di alta qualità e a prezzi competitivi.

Claudio Truzzi, responsabile Qualità Metro Italia, ha sostenuto dal canto suo come sia necessario e oltremodo possibile costruire valore sugli scaffali per gli extra vergini di alta qualità e proprio in questa direzione Metro si sta muovendo già da qualche anno in collaborazione con i Consorzi Ceq e QvExtra!. Le garanzie sul controllo qualità e le iniziative di formazione e educazione interna e diretta ai clienti che Metro ha realizzato e realizzerà nei prossimi anni con i due Consorzi, hanno l’obiettivo di spiegare il valore differenziale degli extra vergini di alta qualità a scaffale. Uno scaffale, secondo Truzzi, che andrà in futuro migliorato per esporre e distinguere le offerte di alta qualità.

Lo chef Michele D’Agostino, della Federazione Italiana Cuochi, ha fatto emergere con molta chiarezza come vi sia una assenza di cultura dell’olio nel mondo della ristorazione, pur non ammettendolo espressamente, ma semmai individuando nel comparto oleario una falla irrisolta. Lo chef con il suo intervento ha evidenziato come i condimenti siano spesso sottovalutati sia dai clienti, sia dagli stessi ristoratori, proprio perché poco conosciuti, motivo per il quale sarebbe quanto mai opportuno lavorare in futuro sulla formazione dei cuochi, creando così delle occasioni di conoscenza e di sano confronto, magari da effettuarsi direttamente presso le stesse aziende di produzione e confezionamento.

Infine, importante quanto ha espresso Eleonora Iacovoni, dirigente dell’ufficio Ortofrutta e olio del Mipaaf, la quale ha ribadito il pieno appoggio istituzionale a un’iniziativa come quella intrapresa dla Ceq, di un marchio collettivo di alta qualità per gli oli extra vergini, che unisce produttori italiani e spagnoli, paesi leader del settore. La collaborazione con la Distribuzione, ha sostenuto la Iacovoni, apporterà maggiore competitività all’olio di qualità in sede europea ma soprattutto nei confronti dei Paesi produttori emergenti. Iacovoni ha poi ricordato l’approvazione, grazie alla proposta della delegazione italiana, dei nuovi parametri degli acidi grassi nell’ultima Sessione Straordinaria del Consiglio Oleicolo Internazionale, tenutosi in Tunisia. Con tali nuovi parametri, ha infine affermato la dirigente del Mipaaf, si risolvono i problemi emersi recentemente su alcune varietà di olio calabrese e pugliese che, seppure di ottima qualità, non rientravano nei normali parametri per poter essere dichiarati extra vergini.

Il Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli, infine, concludendo i lavori della tavola rotonda, ha sottolineato lo storico legame tra la sua terra e la produzione di extra vergini di alta qualità, sebbene in una cornice di carente innovazione dell’olivicoltura italiana, dovuta anche alla scarsa collaborazione tra gli attori della filiera. Per il Conte Spagnoletti, la collaborazione del Consorzio Ceq con il Consorzio Spagnolo potrà dare un importante contributo alla diffusione internazionale della cultura della qualità dell’olio extra vergine di oliva.

La foto di apertura è di Luigi Caricato

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