Economia

Volutamente vergine

Non è una provocazione, ma una scelta saggia e coraggiosa. Un olio vergine nasce tale e non è un extra vergine venuto male. Un vignaiolo del Salento, Giuseppe Coppola, in parte anche olivicoltore, lancia il suo olio vergine di oliva. Con orgoglio. Il prezzo della bottiglia? Otto euro

L. C.

Volutamente vergine

In tanti dimostrano di essere alteri, pieni di se stessi, non vendendo altro che l’olio extra vergine di oliva. Eppure, se esiste l’olio di oliva vergine perché bisrtrattarlo. E’ quanto hanno pensato di fare i fratelli Giuseppe e Lucio Coppola a Gallipoli. Coraggiosamente. Con fierezza.

Lunedi 29 dicembre, in chiusura d’anno, hanno organizzato una degustazione guidata a cura del giornalista Pino De Luca. Lo hanno fatto per lanciare una linea di olio di oliva vergine. Noi, sensibili al tema della valoriizzazione di tutte le categorie merceologiche derivanti dall’oliva, senza preclusioni per nessuna, non esitiamo a darne notizia, riportandone le ragioni di tale scelta, ascoltandone le motivazioni.

Nel testo dell’invito, si legge di “un’idea genuina, autentica”. Non solo, questa idea viene presentata con un moto d’orgoglio: “senza alcun complesso di inferiorità”. Per questo l’olio è “Volutamente Vergine”. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Coppola.

Come mai questa scelta, da cosa scaturisce? Lei parla giustamente di orgoglio, e concordo con lei perché occorre essere fieri dell’olio vergine di oliva, patrimonio degli olivi secolari del Salento.

L’olivicoltura salentina si trova oggi nelle stesse condizioni in cui si trovava il comparto vitivinicolo trent’anni fa. Prima del periodo degli espianti di massa. All’epoca il Primitivo veniva erroneamente considerato solo ed esclusivamente un “vino da taglio” . In un periodo di fiorente attività del porto di Gallipoli, il nostro Primitivo partiva per la Francia perché c’era chi ne aveva intuito le grandi potenzialità. Ciò è esattamente quanto accade oggi con l’olio vergine di oliva.

Oggi come ieri, consentiamo che il nostro olio vergine venga acquistato, a prezzi ridicoli, dai grandi gruppi industriali che hanno compreso le potenzialità organolettiche del prodotto, valorizzato altrove e restituito “ben vestito da extra vergine” da consumare sulle nostre tavole. Questa scelta nasce da una precisa volontà: restituire dignità all’olio vergine di oliva prodotto in gran parte dagli ulivi secolari del Salento e per questo straordinariamente legato alla nostra identità territoriale, capace di competere nel campo delle eccellenze. Con orgoglio. Senza alcun complesso di inferiorità. Dedicato a Carlo Antonio Coppola.

Qual è il prezzo della bottiglia?

Otto euro. Al primo impatto può sembrare un prezzo eccessivo. Ma siamo pronti a scommettere che si tratti di un gran risparmio. Un cucchiaio di olio vergine di oliva, Volutamente Vergine, equivale in termini di gusto, sapore, sensazioni, genuinità ad almeno tre – quattro cucchiai di un qualsivoglia altro anonimo extra vergine apparentemente conveniente dal punto di vista economico.

A quale mercato è indirizzata questa bottiglia? A quale pubblico: consumatori o ristorazione? A quale Paese: Italia o estero, o entrambi?

La bottiglia è indirizzata ad un pubblico ampio, consumatori semplici, cultori dell’olio, ristoratori. Più in generale a tutti quei consumatori attenti e critici che se informati in modo chiaro avranno gli elementi necessari per scegliere cosa acquistare in maniera consapevole. E saranno in grado di comprendere che un ottimo olio vergine di Cellina ed Ogliarola può tranquillamente reggere il confronto con qualsiasi ottimo e anonimo ( dal punto di vista varietale e soprattutto territoriale ) extra vergine.

Questa idea nasce a prescindere dall’attuale campagna olearia ovunque infelice o è una strategia commerciale pensata ad hoc?

Purtroppo no. Ma un doveroso riconoscimento. Il 10 aprile scorso è morto nostro padre, Carlo Antonio Coppola, che era particolarmente convinto dell’idea di olio vergine come olio che nasce tale, perfetto nella sua essenza e virtuoso dal punto di vista economico e ambientale. Lo ha prodotto da sempre , insieme all’extra vergine, pur senza prestare alcuna evidenza mediatica o promozionale.

La linea aziendale si fonda su un concetto di innovazione che mantenga però intatto quanto c’è di buono da conservare, con l’ obiettivo di tradurre in pratica le Sue grandi idee e concretizzare i Suoi progetti. Tra questi, valorizzare l’Olio Volutamente Vergine e promuovere una campagna di informazione per riscoprirne le caratteristiche . Nessuna strategia commerciale dunque. Ma il compimento di un lungo percorso. Un’idea che prende vita. Una nuova sfida. Una doverosa “innovazione nel solco della tradizione”.

L’olivaggio, immagino quello classico del Salento.

Sì, Cellina e Ogliarola

A chi le chiederà la differenza tra extra vergine e vergine, cosa risponde?

Con una lunga storia. Da raccontare seduti allo stesso tavolo, di fronte ad uno splendido mobile che papà si era fatto realizzare in legno di ulivo da un artigiano del centro storico e nel quale custodiva gelosamente fotografie, libri e tanti altri documenti che attestavano i suoi racconti. Aveva il piacere di raccontare la storia della nostra terra agli ospiti del nostro villaggio turistico che nel tardo pomeriggio, al rientro dal mare, sono soliti effettuare la visita in cantina con degustazione. Faceva domande, ascoltava le risposte. Poi iniziava con una descrizione minuziosa ogni passaggio, dalla coltivazione delle piante al prodotto finale. E per prima cosa ci teneva a sfatare il concetto ingannevole di “prima spremitura”.

“Olio di prima spremitura” è proprio quella famosa dicitura al limite dell’inganno massicciamente abusata nella comunicazione per esaltare le qualità dell’extra vergine. Per questo innanzitutto dobbiamo avere la pazienza di spiegare al consumatore che le olive sono sottoposte ad una sola lavorazione meccanica e pertanto dal punto di vista produttivo non c’è differenza tra i due, tant’è che il prodotto all’estrazione viene sempre chiamato vergine. Ciò che li differenzia sono le caratteristiche chimiche e organolettiche date dal grado di acidità. Entrambi sono prodotti dal gusto perfetto, ottenuti dalla spremitura esclusivamente con mezzi meccanici e lavorati, senza subire contaminazioni, nel più breve tempo possibile. Determinante è invece il grado di maturazione della drupa che, se protratto troppo a lungo, aumenta il grado di acidità del prodotto finale. Da non trascurare le differenze riguardo al fattore ambientale. Coltivare l’oliveto per la produzione dell’olio vergine non richiede uso sfrenato di trattamenti chimici. La differenza principale tra vergini ed extra vergini corre dunque su un filo sottile e soprattutto sull’orgoglio di scommettere su una precisa identità territoriale, consapevoli dunque che un olio vergine nasce tale e non è un extra vergine venuto male.

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