A Elena
La sua scomparsa lascia un vuoto. Con Lei, la battuta, l’ironia, la dissacrazione delle ipocrisie scientifiche, erano all’ordine del giorno. È stata un bravissimo medico. Cercava, con tutte le sue forze, di trovare vie alternative ai farmaci abituali. Dotata di grandi capacità diagnostiche, era votata al ragionamento medico. Ora, però, lei non c’è più
… “Elena la fa i zincuanta (50, ndr)
L’è una dona ch’l a’ dl’impurtanza” …
Per un paio di decadi, in occasione del suo compleanno Le scrivevo una “zirudela”, una breve filastrocca, nel mio grossolano bolognese scritto, e gliela recitavo davanti a tutti gli amici che si radunavano per festeggiarla.
A Elena mi legava, prima dei rapporti parentali, diretti e indiretti, una grande amicizia e mi sentivo molto gratificato quando, pubblicamente, ricordava che aveva fatto la tesi di medicina con me, allora giovane di “bottega”, come si suole dire quando sei agli esordi di una carriera.
Con Lei, la battuta, l’ironia, la dissacrazione delle ipocrisie scientifiche, erano all’ordine del giorno, già, Lei era un bravissimo medico che cercava, con tutte le sue forze, di trovare vie alternative ai farmaci abituali, per curare le molte persone che si affidavano a Lei, era un credo il suo, che, tuttavia, rimaneva al di sopra delle critiche perché Elena aveva grandi capacità diagnostiche ed era votata al ragionamento medico, quel ragionamento che dovrebbe accompagnare chi, prendendo tale laurea, si dedica alla “cura” dei più deboli.
La Sua fortissima personalità Le rendeva ragione anche nei momenti più difficili della Sua vita, e ce ne sono stati molti, che affrontava sempre con il sorriso e, a memoria, non ricordo di averla mai vista alterarsi contro nessuno, anzi, con la Sua ironia sembrava sempre minimizzare le avversità.
Elena aveva due soli scopi nella Sua vita, curare la gente e proteggere i suoi figli oltre ogni ragionevole limite.
Ora Elena non c’è più e questo mi fa male.
Cara Elena, da gente avvezza a non scendere nei sentimentalismi, la tua presenza sarà ancora piacevolmente incombente su tutti quelli che ti hanno voluto bene e non dimenticherò mai, per quanto ancora mi resta che sei stata la mia prima laureata.
Un abbraccio, Massimo.
In apertura, foto di Olio Officina. Un monumento a New York
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