Cosa si cerca in un aceto
Tutti riescono a intuire cosa si cerchi in un vino o in un olio. E in aceto? Siamo veramente in grado di intuire cosa un consumatore debba individuare per senirsi al sicuro?
La bontà di un aceto non è frutto del caso, ho avuto modo di scriverlo in un libro non più reperibile in commercio perché pubblicato insieme con il quotidiano il Giornale nel 2005. recava il titolo di L’aceto ed era stato editato da Food per conto del noto quotidiano milanese.
In quel libro scrissi che un assaggiatore individua, proprio assaggiando l’olio, quella sensazione di piacevolezza che ci fa dire che un aceto sia effettivamente di qualità.
Cosa cerca un buon gourmet in un aceto: armonia, corpo, fragranza.
L’armonia
Ovvero quella sensazione di gradevolezza in senso generale, attraverso la lettura critica degli stimoli olfatto-gustativi e tattili: tutto ciò che avvertiamo per il tramite dei nostri sensi dovrà essere in un giusto rapporto, senza alcuna prevalenza di un aspetto rispetto ad altri.
Il corpo
Ovvero la sensazione tattile che si percepisce in bocca e che esprime il grado di densità, viscosità e consistenza di un aceto: è importante che un aceto di qualità abbia appunto un certo corpo, che non sia dunque strutturalmente debole.
La fragranza
Ovvero la sensazione olfattiva di freschezza e soavità.
La foto di apertura è di Plum / Olio Officina ed è tratta dal focus sugli aceti che si è svolto nel corso dell’edizione di Olio Officina Food Festival 2014
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