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L’olio e la pesca

Non possono certo mancare nella nostra dieta, nel corso dell’estate: nutritevi, prendetene in abbondanza, potendo scegliere tra tantissime varietà. Ma lo sapete che è possibile anche abbinare le pesche con l’olio da olive?

Luigi Caricato

L’olio e la pesca

Quando ho preso visione del videoclip Le pesche del “contadino” sono più buone?, realizzato da “Coltura & Cultura” (QUI), mi sono subito detto – preso dall’impatto emotivo che le immagini, unitamente alle parole e alla gestualità dell’agronomo Duccio Caccioni sono in grado di esercitare – se sia possibile concepire un matrimonio d’intenti tra le pesche, così buone tanto più perché così varie, e il succo di olive: e mi sono porntamente dato una risposta: sì.

L’ho detto in giro, e tutti, ma proprio tutti, hanno espresso una immediata contrarietà, sbagliando. Io, al contrario, che credo sempre sia tutto possibile, effettuando una ricerca, su internet e nei tanti volumi di ricette che ho in casa, ho scoperto che effettivamente di ricette in cui l’olio e la pesca compaiono come ingredienti ve ne sono, e anche tante.

Perfino uno chef stellato come Heinz Beck ne ha ideata una: la tartare di riccciola con avocado e pesca, pubblicata sulla rivista Marie Claire. Qui, oltre ai filetti di riccola compaiono il limone, il pepe, l’erba cipollina, e, ovviamente, l’olio extra vergine di oliva. Altri ancora sono gli ingredienti che Beck riporta nella lista necessaria per realizzare la sua ricetta, optando, per ciò che concerne le pesche, per una a pasta bianca, e una a pasta gialla. Potete consultare la ricetta nel dettaglio QUI.

Sono dunque tante le ricette che si possono realizzare. Ne elenco alcune, che ho individuato su internet, in un sito aziendale di Agrirape: il filetto di maialino alle pesche di Leonforte e mandorle, per esempio, o gli spiedini di vitello, pesche di Leonforte, peperoni e cipolle (QUI).
Ciò che immediatamnte ci fa desistere è semmai l’accostamente della pesca con l’olio, ma in realtà non ci si può fermare ai soli due ingredienti. Con altre materie prime è più facile. Cercate di inventare anche voi una ricetta.

In passato ero anch’io un raccoglitore di pesche, da bambino, poi da ragazzo. La mia famiglia aveva intere campagne coltivate a peschi, così pure altri miei parenti. All’epoca c’era un mercato più semplice, oggi vi sono più concorrenti e non sempre i prezzi ripagano l’impegno, ma in passato non c’era in compenso l’estesa varietà di cultivar odierne. Forse ci si potrebbe inventare qualcosa, basta a volte documentarsi, studiare, incuriosirsi. Per questo consiglio di sfogliare il volume Il pesco, consultabile gratuitamente sul portale di “Coltura & Cultura”: QUI. Ma potete approfondire il tema anche QUI. Insomma, non mancano certo le fonti informative. Il resto viene da sé, la fantasia sono certo non manca, soprattutto in cucina. E se avete qualche dubbio perché non vi ritenete all’altezza, potete leggere il contributo di Stefano Predieri e Francesca Rapparini, molto utile riguardo aglii aromi e ai sapori delle pesche: QUI.

Io invece, che amo sia il pesco e sia l’olivo, senza nulla togliere all’importanza del pesco rispetto all’olivo, vorrei portavi a conoscenza di questo bel passaggio tratto dal Dialogo sopra i due massimi sistemi, la Giornata prima, di Galileo Galilei: “I peschi, gli ulivi, hanno pur radice ne i medesimi terreni, sono esposti a i medesimi freddi, a i medesimi caldi, alle medesime pioggie e venti, ed in somma alle medesime contrarietà; e pur quelli vengono distrutti in breve tempo, e questi vivono molte centinania d’anni”.

La foto di apertura è di Luigi Caricato

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